27N13: ore 17.42.30 BERLUSCONI E’ DECADUTO – Pino Grimaldi: La caduta degli dei

berlusconi-cacciatoDopo 7176 giorni di presenza nelle aule parlamentari lo hanno mandato a casa togliendogli il laticlavio per indegnità. Questo in estrema sintesi quanto accaduto, oggi 27 Novembre 2013 alle ore 17:42:30 al Cavaliere del Lavoro Silvio Berlusconi fu Luigi nato a Milano il 29 Settembre 1936.
Ora si può parlare di tutto per santificarlo (subito) o demonizzarlo (più o meno in eterno); ma di certo il fatto ormai storico di un politico, non dittatore, di un paese libero a regime democratico, quattro volte Presidente del Consiglio che nelle ultime votazioni (due anni fa) per il rinnovo del parlamento prende con la sua parte quasi dieci milioni di voti, buttato fuori sia pure con il garbo delle norme non era mai accaduto nella storia delle nazioni democratiche e men che meno in Italia dal 1860 in poi. Dopo l’arresto operato dal monarca del suo primo ministro per ragioni dette patriottiche nel 1943 non si pensava che mai potesse più accadere qualcosa di simile nel nostro bel paese patria del”tutto si accomoda”.

Non si è mai considerato che ovunque il popolo è come Giano bifronte capace di portare sull’altare e poi buttare nella polvere chiunque abbia amato troppo: odio eccessivo che bilancia il proprio sentire e da il senso del potere decisionale.

Non stupisce dunque che il popolo che gli ha tributato onori e dato allori lo dismetta come un qualsivoglia delinquente (violatore della legge) e non importa se il popolo è lui stesso medesimo a farlo, impiccandolo a testa in giù, o sono i suoi rappresentanti, senza vincolo di mandato, operando legalmente: il risultato analogo, il committente lo stesso. E non importa se è colpevole od innocente neanche in uno stato di diritto perché questo -il diritto- è stato creato dal popolo che lo può stranamente disattendere in un modo o nell’altro quando vuole e stranamente non pagando dazio immediato ma solo storico quando tutti i protagonisti sono morti e chi giudica può porsi al di sopra di sentimenti ed appartenenze.

In fondo Antoine Laurent Lavoisier lo aveva già detto: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Vale anche in politica. Ed è già cominciato.

Pino Grimaldi

 

ESPULSO DAL PALAZZO, NON DAL PAESE
MARINA: “LA VERA DECADENZA È QUELLA DELLE NOSTRE ISTITUZIONI” – BARBARA: “VIOLENTA OPERAZIONE POLITICA”

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«Noi non ci ritireremo». Silvio Berlusconi annuncia che non farà un passo indietro, non uscirà dalla scena politica. «Anche altri leader non sono parlamentari. Come Grillo, o Renzi». E rilancia sul progetto di una svolta presidenzialista: «Come in tutti gli altri Paesi europei, dobbiamo dare ai cittadini la possibilità di eleggere il proprio presidente della Repubblica». Il leader di Forza Italia non intende fermarsi neppure davanti alla decadenza da senatore. berluscone prigionieri BRE tornerà allo spirito delle origini del suo impegno politico: «Abbiamo deciso di ritornare in mezzo alla gente. Ogni appartenente ai club di Forza Silvio sarà un soldato della democrazia. Per le nostre prossime campagne elettorali dovremo insegnare ai moderati, che sono la maggioranza, a votare».

Da DAGOREPORT:
1) Spedito casa Berluska, Angelino Jolie con Maurizio Sacconi (di farmaci), Renatino Schifani, Andrea (sento) Augello (far festa) convoca subito una conferenza stampa per ribadire (ma non ci crede più nessuno) il suo affetto al Banana. Ormai Berluskazzi è fuori (anche di testa) e allora cosa propone Angelino al Pd? Fare la riforma della giustizia in un anno. Vabbè, questo è il risultato dei troppi brindisi per festeggiare l’eliminazione (politica) del Cavalier del Bunga bunga. Angelino, Angelino bere a volte fa male.
2) Li chiamano i due candelabri di Palazzo Madama. Sono Simona Vicari e Peppiniello Esposito, i due schifaniani di ferro che, quando interviene in aula il loro capo (meglio non usare la parola boss dopo la decisione dei magistrati palermitani), prendono posto nella fila alle sue spalle così da apparire come due candelabri. Un quadro un po’ funereo.
3) Pietro Grasso non vuole scontentare nessuno così consente che l’aula del Senato si trasformi in una curva da stadio. Urla, parolacce, applausi da stadio (della Nocerina), fischi che hanno trasformato l’emiciclo di Palazzo Madama come quella del Consiglio regionale del Piemonte dove i (poco) onorevoli piemontèis se le sono date di santa ragione. E Grasso resta impassibile se si escludono i pochi richiami verbali. Meglio non scontentare nessuno. Bella Napoli potrebbe arrivare presto al capolinea e c’è sempre la poltrona del Colle a cui puntare.