Comune Nicosia. Bilancio chiuso grazie alla rivalutazione dei terreni comunali, in bilico i precari

Nicosia. La giunta ha approvato nella mattinata di martedì lo schema di bilancio trasmesso dagli uffici. Adesso lo strumento di programmazione economica e finanziaria deve essere esaminato per il parere dal Collegio dei revisori dei conti, quindi dalla commissione consiliare che tuttavia può anche non attendere il parere dei revisori e quindi deve andare all’esame ed al voto del consiglio comunale che ha 20 giorni di tempo per l’approvazione dal momento in cui gli atti vengono trasmessi. Tecnicamente quindi il Bilancio che dovrebbe essere approvato intorno al 15 dicembre servirà a programmare 15 giorni sui 365 dell’anno solare, dal momento che dalla mezzanotte del 31 dicembre, per l’Ente riprenderà l’esercizio provvisorio e si potrà operare solo in dodicesimi. Le ultime settimane sono state per gli uffici una frenetica ricerca delle somme per coprire lo sbilancio da circa 2 milioni di euro. Tagliate molte spese previste sono stati anche «recuperate» somme dall’aumento di valore di alcuni beni immobili che è stato sottoposto ed approvato dalla commissione consiliare. Si tratta di tre terreni comunali, uno dei quali in Contrada Crociate per un valore complessivo di circa 500 mila euro, sul quale è stato apportato un aumento di circa il 10%. In commissione hanno votato a favore dell’aumento di valore i consiglieri di maggioranza Farinella e Mancuso, ha votato contro il consigliere di opposizione Giacobbe che ha ritenuto eccessivo l’aumento apportato al valore delle aree comunali mentre il presidente della commissione Vega, anche lui di opposizione, si è astenuto. Il Bilancio comunque alla fine è stato chiuso ma al momento non è noto se si è riusciti a far rientrare la spesa per il personale nel parametro del 50% della spesa corrente, percentuale al di sopra della quale salterebbero i contratti del personale precario, che non potrebbero essere rinnovati dal primo gennaio 2014. Dalla relazione fatta in consiglio nelle precedenti sedute dal ragioniere generale Li Calzi era emerso che il parametro veniva superato all’incirca di 8 punti percentuali. Intanto resta la spada di Damocle del possibile commissariamento.