Troina: si può prevenire il gioco d’azzardo, consigli su terapie e trattamenti

Troina gioco d'azzardoTroina. Con il seminario di approfondimento sul gioco d’azzardo patologico di sabato pomeriggio nell’aula magna dell’Iiss Ettore Majorana, l’associazione culturale Antonio Gramsci ha dato prova di saper creare eventi capaci di rispondere al bisogno di confronto su temi della convivenza civile. A parlare di prevenzione, diagnosi e trattamento del gioco d’azzardo patologico (gap) sono intervenenti lo psicoterapeuta Umberto Bosco, il sociologo Giovanni Salotta e la biologa genetista Giovanna Garofalo, tutti e tre operatori impegnati dal 2006 nella realizzazione del progetto dell’Associazione Casa Famiglia Rossetta (ACFR) di Caltanissetta dal titolo “Alea: centro di prevenzione e recupero per i giocatori d’azzardo compulsivi, patologie, correlate e new addictions”. I lavori del seminario sono stata aperti da Lui Casabona, che ha letto alcune pagine del romanzo “Il giocatore” di Fëdor Dostoevskij. Intervenendo per prima, Giovanna Garofalo ha portato i saluti del fiondatore e presidente dell’ACFR ed ha affermato che “il trattamento delle patologie correlate al gioco d’azzardo deve diventare una prassi in costane confronto con l comunità scientifica”. Al servizio di psicologia dell’associazione nissena dal 2004 si sono rivolti per chiedere aiuto 711 persone di cui 115 giocatori d’azzardo patologici provenienti dalla Sicilia orientale. A questi 115 giocatori d’azzardo patologico il servizio di psicologia dell’ACSR ha applicato una tecnica che va sotto il nome di accerchiamento strategico. Illustrando questa tecnica, lo psicologo psicoterapeuta Umberto Bosco ha detto che il gioco d’azzardo patologico non è un vizio, ma una malattia curabile che coinvolge la famiglie e la rete di relazione del giocatore. La famiglia, gli amici e i parenti del giocatore devono fare sistema per attuare quell’accerchiamento strategico che conduca il giocatore a prendere coscienza del suo problema. Giovanni Salotta, sociologo e consulente finanziario del gap, ha spiegato che il gioco d’azzardo patologico, riconosciuto e classificato come una malattia nel Diagnostic and statistical manual of mental disorders dell’Associazione americana di psichiatria, è una patologia in cui l’elemento principale è il denaro. La diffusione del gap non è legata alla crisi economica che il mondo sta attraversando. I giocatori d’azzardo patologici sono persone che hanno qualcosa da spendere o una patrimonio finanziario immobiliare da convertire in denaro contante per dissiparlo nel gioco d’azzardo compulsivo.

Silvano Privitera