Cronache di “Mirellolandia”. La provincia di Enna Cambia Verso: on. Galvagno: “Questa volta il cambiamento non si ferma”

matteo-renziEnna. All’indomani dello straordinario risultato di Matteo Renzi, che è il nuovo segretario del Partito Democratico con un “plebiscito di consensi e di partecipazione”, Elio Galvagno esprime soddisfazione anche per il risultato della provincia di Enna, dove Renzi vince in 7 comuni e ottiene il 34% delle preferenze, nonostante i “respingimenti ai seggi di tanti cittadini, me compreso, e la clamorosa chiusura del seggio di Centuripe, che racconta emblematicamente, nella sua gravità, una concezione del partito e della politica personale e proprietaria, che denunciamo da anni.

 E il fatto che quasi 4000 cittadini,  nonostante tutto, in un clima di voto spesso teso e distante da quella festa democratica che dovrebbero essere le primarie, abbiano scelto di recarsi ai seggi e di votare Matteo Renzi, è il segno tangibile che questa volta il cambiamento non potrà essere fermato dall’arroganza maldestra e caricaturale di chi oggi festeggia la più classica delle vittorie di Pirro.

porcellum-finocchiaro A  vincere ieri è stata invece la voglia di partecipare di tanti, iscritti e non iscritti, a cui va il mio personale ringraziamento, che rivendicano anche ad Enna un partito aperto e democratico, dove non bisogna chiedere il permesso a nessuno per tesserarsi e per avere diritto di parola, dove le regole non vengono usate contro qualcuno ma come garanzia per tutti e dove gli organismi dirigenti discutono ed elaborano proposte per il territorio  e non liste di proscrizione o delibere di espulsione di chi non la pensa allo stesso modo.

 E la percentuale ottenuta da Renzi alle primarie rispetto al congresso, quando Enna è stata sulle cronache nazionali per i risultati bulgari di interi comuni, incluso il 98% del comune capoluogo,  è la testimonianza che il partito che ha in mente Crisafulli, dove uno solo decide la fisionomia e la consistenza della maggioranza ma anche della minoranza, appartiene irrimediabilmente al passato.

dalema-asfaltatoLa vittoria di Matteo Renzi è l’occasione per tutto il PD di cambiare profondamente, di dettare finalmente l’agenda al governo, di riannodare i fili con la società e con i cittadini, che si sono sentiti distanti da un partito iperburocratizzato e incapace di parlare dei problemi veri delle persone in carne ed ossa.

 Per questo,  nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, lavorerò perché anche ad Enna si cambi veramente verso, restituendo a tutti diritto di cittadinanza nel Partito Democratico, perché la nostra provincia  torni ad essere protagonista per la capacità di progettare sviluppo e futuro, e non per le tristi cronache di “Mirellolandia”.

 
foto dagoreport

*Articolo pubblicato su La Sicilia di oggi in edicola
Pasticci e pasticcini a “Mirellolandia” primarie al veleno

Alle dieci meno un quarto, dentro la pasticceria più sciccosa della piazza centrale, si girano tutti. Perché squilla lo smartphone vistoso di un distinto signore e parte la suoneria di Bella ciao. Lui non si scompone e agli amici che si danno di gomito declama con serafico orgoglio: «Io sempre comunista resto, macari si vinci Renzi». Risponde alla telefonata. E, prima che la moglie lo incalzi, le detta l’agenda della mattinata: «Allora, sto prendendo una guantiera di cannoli per mia madre e glieli vado a lasciare. Poi vado a votare per Cuperlo. Ci vediamo a mezzogiorno, così andiamo al battesimo tutti assieme. Fatti trovare pronta, mi raccumannu».
cannolo1Cannoli e Pd, la democrazia col vestito buono della domenica. Basterebbe questa scena per raccontare la giornata delle primarie del Pd a Enna. Tutto come sempre, come le campane delle chiese che suonano tutte assieme e ti spaccano i timpani; ma con allegria. Tutto come sempre, aMirellolandia, roccaforte del potente – già “impresentabile” al Senato, ma poi eletto a furor di popolo segretario provinciale – Vladimiro Crisafulli. Mirello. Per gli amici. E per i nemici. Fiero sostenitore di Gianni Cuperlo. «Ma Matteo Renzi i voti me li aveva chiesti a me», va ripetendo. Alla fine non usa la sua segreteria particolare a Enna Bassa (che è pure sede della sua fondazione, di fatto sezione del partito) come seggio per le primarie. «E che problema c’è? Mi ha chiamato il segretario Lupo chiedendomi di cambiarla. Ok, qui si può votare ovunque». Al palazzetto dello sport? C’era una gara. All’Università Kore? Poco elegante. Infine, Mirello decide di far traslocare Maometto di pochi metri senza dover spostare la montagna. E così il mitico “Caffè Corvo”, il bar accanto alla segreteria, è stato “requisito” per tutta la domenica: seggio delle primarie. Dove il popolo del Pd fa la fila. Vota. Prende il cappuccino. E magari va a salutare ‘u senaturi.
Tutto come sempre, se non ci fosse stato il blitz dei renziani nell’altro seggio per le primarie. Alla Galleria civica, in centro, alle 10 si presenta la coordinatrice ennese del Megafono, Rosalinda Campanile. «No, lei non può votare perché è di un movimento avverso al Pd», le dicono. Così come a Paolo Gargaglione e Giuseppe La Porta, consiglieri crocettiani. Et voilà: come un coniglio dal cilindro spunta il deputato regionale Davide Faraone, uomo forte di Renzi in Sicilia. Comincia una disputa a colpi di statuto del partito, che vieterebbe il voto, e di regolamenti delle primarie, “aperte” per definizione. Il seggio si blocca. Faraone si piazza sopra l’urna: «Alt, finché non ci sono le condizioni di legalità». Gli azzeccagarbugli del Pd sono al lavoro. Vittorio Di Ganci, presidente della commissione provinciale di garanzia, chiama Alfredo Rizzo, presidente della commissione regionale per le primarie. In questa matrioskaorgiastica di organi la norma diventa caos. «Se a Palermo ha votato pure Leoluca Orlando, come si fa non far votare i renziani a Enna? In queste condizioni non ci sono più argini», è la linea (confusa) che arriva dal Pd siciliano. Di Ganci allarga le braccia: «Un agguato premeditato per creare il caso, dovrei chiamare i carabinieri ma non voglio che si butti altro fango su un partito ormai senza regole».
Pasticcini e pasticci. Il serpentone di elettori si allunga a dismisura. Il nervosismo pure. «Vergogna! », grida un vecchietto. Estraendo i due euro sudaticci dal palmo della mano e stringendoli fra pollice e indice. «Con questi mi pigghiu ‘na cassatedda di ricotta. Me ne vado». Non è il solo. Dopo quasi due ore i renziani del Megafono votano. Faraone esulta. E accusa: «Come sempre qui non si rispettano le regole, ci risultano persone che hanno votato più volte. Chiederemo l’annullamento del voto. Questa è la repubblica autonoma delle banane di Crisafulli. Dice che a Enna vince pure col sorteggio, ma non può truccarlo mettendo solo i bussolotti col suo nome! ». Campanile, l’elettrice della discordia, sogna a breve scadenza: «Da domani, per fortuna, sarà un partito diverso». Lo stesso auspicio dell’ex deputato Totò Termine, fra i partigiani della “Resistenza” anti-Mirello, assieme a Elio Galvagno. «Speriamo che si cambi», è il mantra che taglia l’aria ghiacciata mentre le signore impellicciate escono dalla chiesa.
In giro non c’è più nessuno. Tutti a santificare il pranzo della domenica, a casa o nella graziosa trattoria in centro con le tavolate di famiglia e i fidanzatini che dividono l’agnello al forno con le patate. Le badanti romene sciamano verso il Castello di Lombardia. Si riposano, loro. Ma Mirello no. Bada a se stesso, lui. Incollato alla sedia aspetta l’ennesimo cadavere trascinato dal fiume del consenso. «Vediamo quanti voti gli portano, questi campioni, a Renzi. Denuncerò Faraone, quello pizzicato da “Striscia” mentre prometteva ogni cosa a chi lo votava a Palermo, per interruzione di una manifestazione regolarmente autorizzata. E pure per stalking: ormai sono il suo chiodo fisso».
Il vento del pomeriggio sputa altri veleni. Come a Centuripe, dove il presidente di seggio – dopo l’incusione dei renziani e il mancato voto dei megafonisti – sigilla tutto per non sapere né leggere e né scrivere. Salvatore La Terra, anziano militante, ha la morte nel cuore. Ha deciso di seguire il vangelo secondo Matteo, è rappresentante di lista dei renziani. Ma con un’insostenibile tristezza: «Sono tutte‘miricanate: perché il segretario lo può votare chiunque? E poi queste sceneggiate al seggio… ». Salvatore è un vincitore che si sente sconfitto. Ma come, anche se Renzi trionfa? «Io sono un uomo libero di sinistra. Non mi piace più, questo partito». Arrivano i risultati: in città Cuperlo 1.674 voti, Renzi 518, Civati 81. Le ombre della sera fanno a pugni con la nebbia. La solita, quella di Enna. Dove nulla cambia. O forse, da oggi, tutto è cambiato.
twitter: @MarioBarresi