Sembra inarrestabile il declino demografico di Troina

Troina. Sembra inarrestabile il declino demografico di Troina. Anche in quest’inizio del 2014 il paese conta meno abitanti di quanti ne contava all’inizio del 2013. La popolazione di Troina scende dai 9.625 abitanti dell’1 gennaio 2013 ai 9.539 abitanti dell’1 gennaio 2014. La diminuzione della popolazione è un indicatore demografico che desta preoccupazione sul futuro del paese. Non è solo il risultato della combinazione del fatto che nascano meno bambini di una volta e del fatto che si viva più a lungo perché sono migliorate le condizioni di vita rispetto a quelle di due, tre generazioni precedenti. Quelli che sono nati negli anni ’50 e ’60 devono fare un grande sforzo per persuadersi che oggi hanno l’età di coloro che gli sembravano vecchi quando loro erano giovani. Ed è proprio l’invecchiamento della popolazione troinese l’aspetto più inquietante del mutamento della struttura demografica che la diminuzione degli abitanti mette in evidenza. Se quelli che hanno più di 65 anni di età sono in costante crescita fino a raggiungere il 24% dell’intera popolazione, a diminuire sono quelli che si ritrovano nelle classi di età intermedie e i giovani. Quanti sono ancora in età di lavoro e i giovani diminuiscono di anno in anno. Questa ridotta incidenza delle classi di età intermedie è causata dalla persistenza di un flusso di emigrazione, che non ha le dimensioni di quello degli anni ‘60 e ’70 del Novecento, ma che comunque determina una perdita di abitanti ed un impoverimento di risorse intellettuali perché quelli che vanno via da Troina per cercare lavoro e fortuna altrove sono giovani con la laurea o il diploma in tasca. Come si fa e pensare un’ipotesi di sviluppo per Troina quando vengono a mancare queste risorse e, per soprammercato, in un momento particolare quando il paese comincia a rendersi conto che non potrà più fare affidamento sull’Oasi, che non sta proprio bene? L’invecchiamento della popolazione pone un altro problema, quello dell’assistenza ai “grandi anziani” che hanno più di 80 anni di età e che non sono autosufficienti. Si stima che siano circa 500 i grandi anziani non autosufficienti. La risposta delle istituzioni, Asp e Comune, non è adeguata a fronteggiare un fenomeno di queste proporzioni. Tutto ricade sulle famiglie sole che, con le badanti rumene ed ora anche troinesi, hanno inventato il “welfare fa da te”. Di tutti i fenomeni sociali, l’invecchiamento della popolazione è il più facile da prevedere con grande anticipo e il più gravido di conseguenze, ma il paese stenta a metabolizzarlo e attrezzarsi per affrontarlo con successo.
Silvano Privitera