Leonforte: adesione al Manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo

Leonforte. Il Consiglio Comunale nell’ultima seduta dell’anno 2013 ha deliberato l’adesione al Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo e ha dato  mandato alla Giunta e agli Uffici comunali, affinché pongano in atto ogni azione necessaria e conseguente all’adesione al manifesto.

Un’azione importante per un periodo storico che registra una crescente espansione del gioco d’azzardo in tutte le regioni d’Italia: 100 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, 8 miliardi di tasse, 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot – machine e 6.181 locali e agenzie autorizzate. Allarma poi  sapere che si contano 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico e circa 800.000 i giocatori già patologici; senza contare che il gioco d’azzardo altera il comportamento della persona, sottrae ore al lavoro e alla vita affettiva e relazionale; produce sofferenza psicologica, educativa, materiale e di aspettativa di futuro.

Con l’adesione al Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo (reso possibile grazie alla “Scuola delle buone pratiche -amministratori locali per la sostenibilità”, organizzata da Terre di mezzo e Lega delle Autonomie, attraverso il quale è nato  un gruppo di amministratori che nel desiderio di contrastare questo fenomeno, hanno redatto il manifesto  presentato ufficialmente a Milano a gennaio dello scorso anno)  ci si unisce alla richiesta  di una nuova legge nazionale che, si fondi  sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; sulla concessione  del  potere  di ordinanza dei Sindaci  per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili; e richieda ai Comuni e alle Autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. E ci si unisce all’impegno di utilizzare  tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo quali  possono essere gli statuti comunali, i regolamenti, le ordinanze e i controlli.

A sostegno del suddetto manifesto, i  consiglieri Vanadia e Ghirlanda del Gruppo Progettare Futuro hanno presentato un documento dal quale si evince che “Per il gioco d’azzardo le famiglie italiane impiegano il 12% della spesa, più di quanto spendono per il cibo; una spesa tale che ha portato l’lstat a includere il “gratta e vinci” nel paniere dei consumi degli Italiani, il gioco oggi ha sostituito la ricerca di conforto all’interno della famiglia e ha generato una dipendenza di massa. Si comprendono allora le ragioni per cui i Comuni si mobilitano contro il gioco d’azzardo nelle proprie città. Non si tratta solo di garantire i diritti civili, politici e sociali dei cittadini: si tratta di salvaguardare la comunità, la relazione, la stabilità delle famiglie, la sicurezza urbana. Perché intorno alle sale gioco si creano reti di microcriminalità (borseggiatori, usura) e criminalità organizzata che producono degrado, isolamento, rischio per le fasce di popolazione più deboli quali i bambini, i giovani, gli anziani”. E ancora “Se è vero che i poteri di un amministratore sono limitati dalla normativa nazionale, attraverso l’approvazione di delibere consiliari di contrasto al fenomeno gioco d’azzardo o proposte di referendum, è anche vero che l’ordinamento giuridico comincia a riconoscere qualche possibilità di intervento per gli Enti pubblici: i Sindaci, infatti, possono fare leva su una normativa che attribuisce loro poteri per agire, vedi il comma 7 dell’art. 5° o  il comma 4 dell’art 54 del T.V Enti locali”.

Non mancano dunque possibilità di intervento atte a  rimarginare il fenomeno del gioco d’azzardo facendolo rientrare in un innocuo passatempo che non abbia nulla a che fare con la dipendenza patologica.

 

Livia D’Alotto