Leonforte: adesione al Manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo
Leonforte - 09/01/2014
Leonforte. Il Consiglio Comunale nell’ultima seduta dell’anno 2013 ha deliberato l’adesione al Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo e ha dato mandato alla Giunta e agli Uffici comunali, affinché pongano in atto ogni azione necessaria e conseguente all’adesione al manifesto.
Un’azione importante per un periodo storico che registra una crescente espansione del gioco d’azzardo in tutte le regioni d’Italia: 100 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, 8 miliardi di tasse, 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot – machine e 6.181 locali e agenzie autorizzate. Allarma poi sapere che si contano 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico e circa 800.000 i giocatori già patologici; senza contare che il gioco d’azzardo altera il comportamento della persona, sottrae ore al lavoro e alla vita affettiva e relazionale; produce sofferenza psicologica, educativa, materiale e di aspettativa di futuro.
Con l’adesione al Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo (reso possibile grazie alla “Scuola delle buone pratiche -amministratori locali per la sostenibilità”, organizzata da Terre di mezzo e Lega delle Autonomie, attraverso il quale è nato un gruppo di amministratori che nel desiderio di contrastare questo fenomeno, hanno redatto il manifesto presentato ufficialmente a Milano a gennaio dello scorso anno) ci si unisce alla richiesta di una nuova legge nazionale che, si fondi sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; sulla concessione del potere di ordinanza dei Sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili; e richieda ai Comuni e alle Autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. E ci si unisce all’impegno di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo quali possono essere gli statuti comunali, i regolamenti, le ordinanze e i controlli.
A sostegno del suddetto manifesto, i consiglieri Vanadia e Ghirlanda del Gruppo Progettare Futuro hanno presentato un documento dal quale si evince che “Per il gioco d’azzardo le famiglie italiane impiegano il 12% della spesa, più di quanto spendono per il cibo; una spesa tale che ha portato l’lstat a includere il “gratta e vinci” nel paniere dei consumi degli Italiani, il gioco oggi ha sostituito la ricerca di conforto all’interno della famiglia e ha generato una dipendenza di massa. Si comprendono allora le ragioni per cui i Comuni si mobilitano contro il gioco d’azzardo nelle proprie città. Non si tratta solo di garantire i diritti civili, politici e sociali dei cittadini: si tratta di salvaguardare la comunità, la relazione, la stabilità delle famiglie, la sicurezza urbana. Perché intorno alle sale gioco si creano reti di microcriminalità (borseggiatori, usura) e criminalità organizzata che producono degrado, isolamento, rischio per le fasce di popolazione più deboli quali i bambini, i giovani, gli anziani”. E ancora “Se è vero che i poteri di un amministratore sono limitati dalla normativa nazionale, attraverso l’approvazione di delibere consiliari di contrasto al fenomeno gioco d’azzardo o proposte di referendum, è anche vero che l’ordinamento giuridico comincia a riconoscere qualche possibilità di intervento per gli Enti pubblici: i Sindaci, infatti, possono fare leva su una normativa che attribuisce loro poteri per agire, vedi il comma 7 dell’art. 5° o il comma 4 dell’art 54 del T.V Enti locali”.
Non mancano dunque possibilità di intervento atte a rimarginare il fenomeno del gioco d’azzardo facendolo rientrare in un innocuo passatempo che non abbia nulla a che fare con la dipendenza patologica.
Livia D’Alotto