Sicilia: spese pazze all’Ars, 83 avvisi di garanzia

Terremoto giudiziario abbattutosi sulle spese folli dell’Ars non è un tema circoscritto alla scorsa legislatura anche se le spese contestate agli 83 deputati ed ex deputati indagati e agli altri 14 fra funzionari dell’Ars e destinatari esterni dei benefit che la magistratura considera illeciti

Sono stati notificati oggi i primi avvisi di garanzia ai deputati ed ex parlamentari siciliani nell’ambito di un’inchiesta aperta nel 2012 dalla Procura di Palermo sulle ‘spese pazze’ fatte dai partiti. L’indagine, e’ stata condotta dalla Guardia di Finanza e’ coordinata dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Maurizio Agnello e Sergio Demontis.Tra gli acquisti contestati, ci sarebbero, cravatte, borse, ma anche biancheria intima griffati, gioielli e rimborsi di soggiorni in alberghi di lusso. Oltre alle spese in gioielleria e per auto di lusso, ci sarebbero anche alcuni viaggi fatti dai deputati con famiglia al seguito e shopping nei negozi con l’acquisto di borse griffate, sempre a spese dell’Ars. Anche per queste uscite le fiamme gialle non avrebbero trovato pezze giustificative. Nella mega inchiesta sarebbero coinvolte un centinaio di persone, che secondo l’accusa avrebbero speso i rimborsi destinati ai Gruppi parlamentari. Le spese illegittime ammonterebbero a oltre 10 milioni di euro. Per tutti l’ipotesi accusatoria e’ di peculato.

Il presidente della regione Rosario Crocetta si e’ limitato a commentare “il passato ci rincorre”, preferendo non aggiungera’ altro sul terremoto politico che coinvolge alcuni attuali parlamentari della maggioranza, anche perche’ il clima all’Assemblea era gia’ molto teso per via di una norma della finanziaria da 200 milioni di euro di spesa. “Dobbiamo chiudere la finanziaria”, aggiunge laconico il governatore.

AVVISI DI GARANZIA CON INVITO A COMPARIRE
Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza.
GLI INDAGATI
Giovanni Ardizzone, Guglielmo Scammacca della Bruca, Franco Mineo, Alessandro Aricò, Giovanni Cristaudo, Carmelo Currenti, Giovanni Greco, Francesco Cascio, Carmelo Incardona, Ignazio Marinese, Raffaele Nicotra, Antonino Scilla, Marco Lucio Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Nino Dina, Salvatore Cascio, Toto Cordaro, Pippo Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Orazio Ragusa, Cateno De Luca, Michele Cimino, Raffaele Lombardo, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Riccardo Minardo, Fortunato Romano, Giuseppe Sulsenti, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Mario Bonomo, Raimondo Sciascia, Calogero Speziale, Miguel Donegani, Riccardo Savona, Cataldo Fiorenza, Roberto Ammatuna, Giuseppe Apprendi, Giovanni Barbagallo, Mario Bonomo, Roberto De Benedictis, Giacomo Di Benedetto, Giuseppe Digiacomo, Michele Donato Donegani, Davide Faraone, Cataldo Fiorenza, Michele Galvagno, Baldassare Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Vincenzo Marinello, Bruno Marziano, Bernardo Mattarella, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Francesco Rinaldi, Salvino Pantuso, Giuseppe Picciolo, Concetta Raia, Francesco Rinaldi, Calogero Arturo Speziali, Gaspare Vitrano, Salvatore Termine.

Riccardo Lo Verso per livesicilia.it
Nell’avviso a comparire recapitato ad Antonello Cracolici, capogruppo del Pd, ci sono i nomi di mezza classe dirigente del partito in Sicilia. Dal segretario Giuseppe Lupo al componente della segreteria nazionale Davide Faraone. Oltre un milione e mezzo usato per attività che secondo i pm non sono direttamente riconducibili al gruppo. Tutti i deputati avrebbero ricevuto “indebiti anticipi” per un totale di oltre 400 mila euro. Ma dalle casse dell’Ars partivano bonifici anche per esponenti del partito non eletti a Palazzo dei Normanni: da Mirello Crisafulli all’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani. E spuntano anche dei soldi che sarebbero stati pagati “in nero” a due collaboratori. Ma il Pd pagava di tutto, con i soldi del gruppo: dalle cialde per il caffé all’acqua, dai concerti a sostegno del partito ai sondaggi, fino ad arrivare ai regali di nozze (5.990 euro) e agli sms (20.816).
Al Pdl, invece, tra le altre cose si sarebbero fatti rimborsare anche la mancia di un euro in focacceria.
Persino i soldi dei fumetti. Livio Marrocco, ex capogruppo di Futuro e Libertà all’Ars, ha pensato bene di farsi rimborsare gli spiccioli per alimentare la sua passione per Diabolik: 179 euro e 40 centesimi.
Gli onorevoli hanno la passione per il ristorante. La bouvette dell’Ars è la più gettonata. I prezzi sono abbordabili, ma a pagare non sono stati gli onorevoli ma il Gruppo.
Tra le spese sostenute “per finalità non istituzionali” ce ne sono alcune davvero curiose: 1320 euro per l’acquisto di cravatte e carré di seta Hermes attinti dal fondo cassa del Gruppo Misto.