A Troina ci vuole una strategia di sviluppo per la valorizzazione delle risorse locali

Troina. Non si conosce con precisione il numero dei disoccupati, di quelli che il lavoro ce l’avevano ed ora non ce l’hanno più, e degli inoccupati, di quelli che un lavoro non ce l’hanno mai avuto.  Molti, soprattutto giovani trentenni, hanno rinunciato a cercarlo, dopo anni di vana attesa. Che a Troina il fenomeno sia di ragguardevole proporzione lo si intuisce da alcuni segnali. Si vedono di frequente sulle vetrine dei negozi i cartelli con la scritta “vendita straordinaria sotto costo per chiusura attività”.  Le associazioni di volontariato che distribuiscono viveri e pagano bollette di gas e luce dichi non ha soldi per pagarle, ci fanno sapere che non riescono a soddisfare tutte le domane di aiuto che vengono loro rivolte da gente che vive in condizione di grave disagio economico.  Nel tentativo di ridurre il numero dei disoccupati, il comune ha aperto diversi cantieri di lavoro, che assicurano l’occupazione per un paio di mesi ad alcune centinaia di lavoratori. Alla chiamata hanno risposto molti disoccupati, più di quanti ne sono stati assunti. In genere questi cantieri di lavoro, che sono molti utili per migliorare la viabilità delle strade del centro urbano, sono aperti a primavera ed in estate, quando c’è il bel tempo. Al comune ci hanno spiegato che hanno deciso di avviarli subito, in pieno inverno, perché bisognava dare una risposta immediata ai tantissimi disoccupati, molti dei quali hanno serie difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. Per fronteggiare la disoccupazione dilagante, il comune ha pensato di concedere incentivi alle imprese per le assunzioni e di stimolare la ripresa del settore dell’edilizia dando contributi a quanti intendono ristrutturare le proprie case. Fino ad ora al comune sono arrivate 37 domande di concessione di questi contributi.  Secondo una stima fatta dagli amministratori, i lavori di ristrutturazione delle 37 case con il contributo del comune metteranno in circolo nell’economia locale circa 1 milione e 300 mila euro.  Il contributo del comune copre sola un parte del costo complessivo dei lavori di ristrutturazione edilizia. Il resto ce lo mettono i privati.  Sono misure contingenti quelle messe in atto dal comune volte a tamponare una situazione di acuto disagio sociale.  E’ illusorio pensare che gli incentivi alle imprese, i cantieri di lavoro e i contributi alle ristrutturazione delle case possano risolvere una volta per tutte il problema della disoccupazione. Quello che ci vuole è una strategia di sviluppo che punti alla valorizzazione delle risorse locali, promuovendo la realizzazione di beni e servizi collettivi, come suggeriscono Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, che di sviluppo locale se ne intendono.

Silvano Privitera