Presentato alla Pro Loco di Agira il libro “U latru ri ficupali”

Lorenzo GenoveseE’ stato presentato ad Agira il libro “U latru ri ficupali”, prima opera letteraria di Lorenzo Genovese, il ragazzo natio di Buscemi (SR) afflitto da distrofia muscolare che sta conquistando, metà in Italiano, metà in Siciliano, le attenzioni dei lettori siculi e non solo.
L’evento si è svolto all’interno della sala principale del circolo sociale “Argyrium” grazie soprattutto alla figure del presidente, Orazio Mauceri, e del segretario, Filippo Marrano, sempre ben disposti verso eventi che promuovono la cultura in tutti i molteplici campi che essa può ricoprire, e alla sezione locale della Pro Loco, presenziata dal presidente Filippo Sgroi e da una rappresentate del Consiglio Direttivo, Francesca Millauro, quest’ultimi entrambi molto attivi nel pubblicizzare e muoversi affinché l’evento si svolgesse con successo e partecipazione. In rappresentanza del Comune di Agira, era presente invece l’assessore alla Pubblica Istruzione Nicola Valguarnera, che, dopo un breve saluto da parte del Mauceri e del Marrano, ha preso per primo la parola e introdotto l’evento, sottolineandone l’importanza culturale e sociale.
La presentazione si è poi svolta in diverse fasi. In un primo momento, dopo una breve presentazione della Millauro, il microfono è passato alla professoressa Lucia Vaccaro, che ha curato la versione Italiana del libro. L’insegnante d’Inglese del liceo classico “T. Gargallo” di Siracusa ha prima parlato del Genovese, raccontandolo come un ragazzo da sempre ben voluto da tutti; e non tanto per una mera questione di diversa abilità motoria – come facilmente si potrebbe pensare – quanto per la persona amabile, sempre sorridente e propensa alla vita quale egli è. Nonostante tutto. Poi, scherzandoci anche un po’ sopra, ha raccontato ai presenti di come sia stato difficile per lei affrontare la traduzione del testo perché interamente realizzato dall’autore in dialetto e per di più in un Buscemese antico, in buona parte ormai in disuso. Bellissimo, infine, lo sprone che la Vaccaro indirizza verso i giovani presenti, lasciando loro una riflessione sull’importanza della famiglia come strumento affettivo utile al nostro divenire e su quali possano essere i veri problemi di un’esistenza ancora fresca come la loro di fronte ad un esempio di tenacia e dedizione come quello rappresentato proprio da Lorenzo Genovese, che, dice l’insegnante, “impossibilitato ad usare le mani per via della disabilità che lo affligge, ha scritto per sette anni usando uno strumento che gli permetteva di individuare le lettere con il solo muoversi del mento”. Oggi Lorenzo ha 28 anni.
Lorenzo Genovese (2)Mentre un applauso accompagna il sedersi della professoressa Vaccaro, poco dopo un altro accoglie il professore Giovanni Senfett, figura di grande apporto culturale.
Quello di Senfett è un cammino tra le immagini che le parole del libro hanno disegnato nei suoi occhi dopo averlo letto per ben tre volte. Egli ne racconta la trama, ne spiega l’enfasi, ne strappa fuori qualche protagonista e poi lascia ai presenti – in maggioranza anziani – il piacere e il dovere di perdersi dentro quei disegni che raccontano una Sicilia di un tempo precedente alla Prima Guerra Mondiale. Il professore, insomma, rivive a fa rivivere in prima persona quanto scritto dal Genovese, spiegando poi l’importanza del saper fare immergere il lettore in ciò che si scrive, regalando lui persino gli occhi stessi dei personaggi, se necessario.
Alla fine della meravigliosa camminata in sella al pennello fatto di Storia e Cultura del professore Senfett, questi introduce la lettura di alcuni estratti dell’opera, recitati ad intervalli di paragrafo dalla professoressa Vaccaro e da sua sorella Maria Teresa, intervenuta per l’occasione. Le due, con la loro interpretazione in siculo del testo, divertono e si divertono, regalando alcuni momenti di brillante comicità, strumento tra l’altro usatissimo all’interno dell’opera dallo stesso Lorenzo Genovese.
L’evento termina con i dovuti ringraziamenti da parte di Francesca Millauro e del presidente del circolo Orazio Mauceri a tutti coloro che ne hanno permesso lo svolgersi e soprattutto verso chi vi ha preso parte con interesse. Perché, come benissimo ha lasciato intendere il professore Senfett durante il suo intervento, c’è molta differenza tra guardare le cose da fuori o parteciparvi direttamente, tra l’essere culturalmente e socialmente attivi o passivi.

by Francesco Pettinato