Piazza Armerina. Nuovo appello alle Istituzioni dai lavoratori Ipab

Piazza Armerina IPABPiazza Armerina. Un nuovo appello alle Istituzioni da parte dei lavoratori socioassistenziali dell’Ipab piazzese. Da alcuni giorni i lavoratori dell’Ipab – Casa di Riposo “San Giuseppe e San Giovanni di Rodi” hanno sospeso il presidio degli uffici amministrativi della struttura assistenziale, pur continuando a condurre la lotta per il riconoscimento degli stipendi arretrati e la stabilizzazione dei posti di lavoro. I circa 50 operatori dell’Ipab (tra cui parecchi precari) non ricevono regolarmente gli stipendi dal lontano 2008. L’Ipab oltre ai debiti nei confronti dei dipendenti, che ammontano a circa 2 milioni di euro, ne ha accumulato altri, circa 600.000 euro, verso i fornitori e per le utenze. Questo stato di cose ha indotto i lavoratori ad occupare gli uffici per oltre 15 giorni. Non è la prima volta che gli operatori protestano ma stavolta sono decisi a non fermarsi. All’occupazione hanno fatto seguito degli incontri a Palermo nella sede dell’assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali e un incontro a Piazza con il ministro D’Alia. Questi incontri pur consentendo una apertura, con l’ottenimento di una anticipazione finanziaria che permetterà di avere circa tre mensilità, non ha prodotto soluzioni definitive. Pertanto il comitato di difesa e lotta dell’Ipab attraverso la portavoce Giovanna Cosenza dice: “I lavoratori sono stanchi di parole, tutte buone e giuste, ma in questa situazione di rischio chiusura ci servono atti di solidarietà concreta, occorre che le istituzioni comunali, dai singoli consiglieri, agli assessori ci aiutino a risvegliare dal letargo gli amministratori regionali sordi al grido di aiuto che proviene dall’unico servizio socio-assistenziale pubblico a Piazza”. “Chiediamo –continua-sostegno concreto anche ai deputati regionali Venturino e Lantieri affinché si attivino per affrontare all’Ars la questione dell’incremento del capitolo di spesa delle Ipab in Sicilia, favorendo un piano di rientro per salvare lo Stato Sociale. La regione più povera d’Italia, non può per una questione di giustizia sociale e di solidarietà vera, affidare i servizi socio-assistenziali esclusivamente al privato sociale, che pure serve. A breve a Piazza Armerina potrà fruire di assistenza solo chi avrà le risorse economiche per pagarsela. Tra i nostri ospiti, solo la metà circa, supera i 500 euro: gli altri cosa faranno? Non sono numeri, ma persone bisognose in carne e ossa. Come loro anche noi operatori abbiamo bisogno della retribuzione. Si attivino gli enti locali siciliani le amministrazioni delle Ipab in difficoltà e noi lavoratori saremo al loro fianco”. Sottolinea infine: “Le amministrazioni Ipab, che ci lasciano senza retribuzione, dovrebbero impegnarsi per trovare soluzioni eliminando l’incostituzionalità in cui versano”.
Marta Furnari