Sempre più vicino il dissesto finanziario del comune di Piazza Armerina

dissesto finanziarioPiazza Armerina. Il Comune di Piazza Armerina rischia il dissesto finanziario. Le preoccupazioni sul possibile tracollo economico sono state segnalate con un provvedimento dal ragioniere capo Alfonso Catalano, tra le altre istituzioni, al sindaco Filippo Miroddi, all’organo di revisione del Comune e alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Già nel luglio 2013 la Corte dei Contiaveva formulato un lungo elenco di osservazioni al Comune di Piazza Armerina sul rendiconto degli esercizi finanziari per gli anni precedenti, che aveva provocato dubbi al Collegio dei Revisori dei Conti circa il possibile sforamento del Patto di Stabilità da parte del Comune. Il documento della Corte dei Conti conteneva un elenco con 13 rilievi, emersi a seguito dell’esame della documentazione da parte della stesso organo. Rilievi che troverebbero adesso conferma nella determinazione n. 80006 firmata di recentedal ragioniere capo Alfonso Catalano. Tra i rilievi della Corte dei Conti emergeva la tardiva approvazione dei rendiconti ed il consistente ammontare dei debiti fuori bilancio da riconoscere al termine dei vari esercizi, la verifica del rispetto degli equilibri di bilancio a seguito della diffida al pagamento dall’AtoEnnauno di 4.391.528 euro. Con l’attuale documento di circa trenta pagine Catalano ha segnalato gli squilibri strutturali di bilancio rilevati in sede di verifica degli equilibri finanziari del Comune anche ai responsabili dei vari settori della macchina burocratica comunale raccomando maggiore prudenza nella gestione delle spese, limitandole solo a quelle previste per legge o derivanti dai contratti in corso. Nel documento si legge: «L’avanzo di parte corrente dell’anno 2013 è stato di appena 1.121.048 euro rispetto a quello di 1.635.116 euro registrato nel 2012, con una evidente netta contrazione della capacità potenziale dell’ente di generare liquidità per far fronte ai mancati incassi della tariffa rifiuti. Considerato che le leve dell’entrata sono esaurite per avere aumentato le imposte al massimo possibile rimane solamente la via della riduzione delle spese per ricondurre il bilancio in equilibrio».
Marta Furnari