Troina, evento per ricordare Frida Kahlo, icona del femminismo, venerdì 7 marzo nell’ex convento del Carmine

Frida KahloTroina. Della pittrice Frida Kahlo (1907 -1954), una figura di grande rilievo della cultura messicana,  della pittura mondiale del ‘900 ed un’anticipatrice del movimento femminista,  si potranno  vedere i quadri più significativi dal 20 marzo al 31 agosto 2014 nella doppia mostra temporanea a Roma nelle Scuderie del Quirinale e dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015 a Genova nel Palazzo Ducale. Si parlerà di Frida venerdì 7 febbraio, alle 20.30, a Troina,  nella sala Paolo VI del convento del Carmine all’evento organizzato dall’ associazione culturale Antonio Gramsci e da Re-esisteza  per celebrare, con un giorno di anticipo, la giornata mondiale della donna, che impropriamente viene chiamata festa della donna. Per conoscere meglio questa straordinaria figura di donna che ha fuso la sua arte e la sua vita, fatta anche di grandi sofferenze vissute con grande dignità, con la storia e lo spirito del suo tempo, la prima metà del Novecento, consiglio di vede il bel film “Frida” di Julie Taymor con Salma Hayek.  Il film, che è un adattamento della biografia di Frida scritta da Hyden Herrera, racconta la vita tormentata della pittrice messicana dalla forte personalità, che, per il suo carattere di ribelle ed anticonformista, è considerata una pioniera del femminismo. Nata con la spina bifida, scambiata per poliomielite, da padre tedesco e madre messicana, Frida manifestò le sue doti artistiche quando ancora era una giovanissima ragazza. Come se non bastasse la spina bifida, fu coinvolta in un grave incidente tra l’autobus su cui viaggiava ed un tram. Per mesi e mesi fu costretta a stare a letto con il busto ingessato. Durante questo riposo forzato, Frida trascorreva le sue giornate leggendo libri sul movimento comunista internazionale e dipingendo autoritratti. Dopo aver tolto il gesso dal busto, Frida riprese a camminare provando forti dolori, che l’accompagneranno per tutto il resto della la sua vita.
Ripresasi dall’incidente, Frida volle far vedere i suoi dipinti a Diego Rivera, che era già un famoso pittore murale. Rivera capì subito di trovarsi di fronte un’artista di grande talento ed introdusse Frida negli ambienti politici ed intellettuali messicani. Aderì al partito comunista messicano nel 1928, diventandone una militante attiva, e nel 1929  sposò Diego Rivera. Il pittore messicano era già sposato due volte e due volte divorziato. La fedeltà coniugale non era una virtù che egli praticava. Frida questo lo sapeva e lo sposò lo stesso.
Nonostante i ripetuti interventi chirurgici subiti e i lunghi periodi di depressione attraversati, Frida non fu da meno del marito in fatto di infedeltà coniugale consumata con amanti di ambo i sessi, tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotskij, assassinato nel 1940 in Messico da agenti di Stalin.
Frida e Diego vissero per qualche tempo, ma non troppo, negli Usa. A Diego erano stati commissionati dei lavori come gli affreschi di un grande muro all’interno del Rockefeller Center di New York e al Fiera internazionale di Chicago. Nell’affresco al Rockefeller ritrasse un operaio con il volto di Lenin. Com’era facilmente prevedibile, gli incarichi gli furono immediatamente revocati.
Durante il loro soggiorno negli Usa, Frida rimase incinta. Per le sue malferme condizioni fisiche, Frida ebbe un aborto spontaneo. Ritornati in Messico, Frida e Diego decisero di vivere in case separate collegate da un ponte. I due divorziarono nel 1939 quando Frida scoprì che Diego la tradiva con sua sorella. Per Frida fu una scoperta sconvolgente, ma nel 1940 si risposò con Diego a San Francisco.
L’imputazione di una gamba nel 1953 costrinse Frida a vivere sulla sedia rotelle. Fu un durissimo colpo per Frida non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico. Non si perse d’animo e non rinunciò al lavoro e all’impegno politico. L’abuso di alcol e droga la condusse alla morte nel 1954 all’età di 47 anni.

Silvano Privitera