L’on. Alloro, diventa esperto in discariche, presenta interrogazione all’ARS

alloro crocettaSulle discariche in Sicilia si sta giocando una partita senza esclusione di colpi. In ballo un affare milionario, in un terra che segna percentuali minimi di differenziata. In campo ci sono i gestori degli impianti, in gran parte privati, che hanno in mano autorizzazioni per abbancamenti che valgono un miliardo di euro. Dall’altra la Regione, che sta investendo 100 milioni per realizzare nuovi siti a Enna, Messina e Gela.
Una scelta, quella della Regione, che ha provocato interrogazioni della Lega al Senato e del Pd all’Ars con tanto di segnalazioni di presunte “irregolarità” nelle procedure sulle nuove discariche pubbliche. Alle quali risponde con frasi al vetriolo l’assessore Nicolò Marino, che dietro queste interrogazioni vede un disegno di chi ha interessi a difendere certe rendite di posizione. E lo scontro coinvolge adesso anche l’assessorato all’Ambiente dove, proprio per le tensioni su procedure autorizzative sulla nuova discarica di Gela, è venuta fuori un’indagine interna con tanto di denuncia alla procura, firmata dall’assessore Mariella Lo Bello, su un giro di mazzette che coinvolgerebbe funzionari del dipartimento.
Sulle discariche in Sicilia si sta giocando una partita senza esclusione di colpi. In ballo un affare milionario, in un terra che segna percentuali minimi di differenziata. In campo ci sono i gestori degli impianti, in gran parte privati, che hanno in mano autorizzazioni per abbancamenti che valgono un miliardo di euro. Dall’altra la Regione, che sta investendo 100 milioni per realizzare nuovi siti a Enna, Messina e Gela.
Così l’Energia chiede l’Autorizzazione integrata (Aia) al dipartimento Ambiente. Ma l’iter si blocca il 19 dicembre scorso, quando il dirigente dell’Ambiente Gaetano Gullo firma una richiesta di parere legale che, nell’attesa, “sospende la procedura autorizzativa”. Marino chiede chiarimenti a Gullo, che si dice “esterrefatto”. Sostenendo di non aver firmato alcun documento che sospende la procedura. Il 20 dicembre arriva una seconda nota che sblocca l’iter della nuova discarica gelese, ma Gullo va anche dall’assessore Lo Bello per riferire quanto accaduto. “Qualcuno voleva ritardare questo iter autorizzativo, così abbiamo avviato un’indagine interna”, dice la Lo Bello, che in prima battuta scopre come alcuni dei 160 dipendenti trasferiti nelle rotazioni sono tornati all’ovile.
Ma c’è di più. Nel mirino finisce un funzionario, non solo per il caso della discarica di Gela ma anche per altre procedure autorizzative rilasciate in passato. In particolare per la convocazione, nel settembre 2008, di una conferenza dei servizi, da lui presieduta, che ha rilasciato l’Aia per l’ampliamento di una discarica nella Sicilia orientale, omettendo la vicinanza a un centro abitato. Il Tar ha poi annullato questa autorizzazione ma, guarda caso, nell’ottobre del 2008 il funzionario ha acquistato un’Audi A6 in Lombardia, in una concessionaria che faceva riferimento a un ammini-stratore della discarica in questione. “Abbiamo così trasferito il funzionario e presentato una denuncia sospettando un giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le sue lentezze e le improvvise accelerazioni”, dice Mariella Lo Bello.
Presunte mazzette, pressioni che arrivano dall’esterno e uno scontro che adesso si sposta in Parlamento e all’Ars. Dove fioccano interrogazioni che sottolineano come, finita l’emergenza, il piano rifiuti varato nel luglio 2012 non abbia ancora ricevuto alcuna Aia. “Si stanno realizzando nuove discariche senza che il piano rifiuti abbia i certificati ambientali, il tutto utilizzando fondi comunitari con il rischio di procedure d’infrazione”, dice il deputato democratico Alloro (nella foto con il Presidente Crocetta) che nell’interrogazione cita anche la nota del 19 dicembre dell’Ambiente che bloccava l’impianto di Gela. “Singolare che tutti citino questa nota riservata e non quella del 20 dicembre che invece autorizza l’impianto – ribatte Marino – i bandi per le nuove discariche sono stati avviati senza alcuna deroga alle norme sugli appalti: in pochi mesi abbiamo fatto quello che i commissari per l’emergenza non avevano fatto in dieci anni”.
Marino annuncia indagini sulle autorizzazioni di tutte le discariche, pubbliche e private: “Abbiamo già avviato la procedura di revoca dei certificati alla Oikos (società della famiglia Proto che gestisce l’impianto di Motta Sant’Anastasia, ndr) per irregolarità nel vecchio e nel nuovo impianto”. Se dall’Oikos non risponderanno alle contestazioni, la discarica rischia di chiudere. Lo scontro continua.
da repubblica.it

“Che il settore dei rifiuti sia al centro di interessi illeciti e di corruzione non è una novità. Del resto in questi anni si è fatto ben poco per riportarlo alla normalità e alla trasparenza. Anche in questo anno di governo Crocetta non si sono registrate sostanziali novità, è stato anzi chiesto lo stato di emergenza per l’impiantistica, contraddicendo le dichiarazioni di principio fatte”: lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia. Pagliaro rileva che “proprio le continue dichiarazioni di stato di emergenza hanno prodotto attraverso deroghe continue alla normativa sugli appalti e alle normative ambientali, malaffare, clientelismo corruzione consentendo alle organizzazioni mafiose di continuare a sviluppare le proprie attività illegittime nel settore”. Il segretario della Cgil ricorda che “dopo l’incendio di Bellolampo, la Cgil aveva chiesto alle autorità competenti un controllo a tappeto su tutte le discariche, per conoscere quantità e tipologia dei rifiuti conferiti, il livello di inquinamento delle falde, di produzione di percolato, lo stato dei sistemi di impermeabilizzazione e per potere intervenire sulla formazione delle tariffe. Non mi pare però- rileva- che questi controlli a tappeto siano stati”. Questo mentre “restano irrisolte le questioni della nascita delle Srr e degli Aro e di un piano rifiuti pienamente legittimo, visto che l’attuale è stato approvato dal ministero dell’ambiente ai tempi del governo Lombardo e non è stato sottoposto alla valutazione ambientale strategica (Vas)”. Pagliaro sottolinea che “il settore va riformato in via ordinaria approvando un “Piano regionale” nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali e attuando le riforme. Solo così- conclude- si puo’ arginare il malaffare”.