La “fuga in Egitto” ad Assoro

fuga in egittoAssoro. Quest’anno, in coincidenza con l’arrivo della primavera, si reciterà nell’antica piazza S.Croce, il dramma sacro “Fuga in Egitto”. La cittadinanza come in passato, è coinvolta nella preparazione dello storico evento, che si ripete da diversi secoli con immutato interesse e partecipazione. Il dramma, il cui autore è ignoto viene rappresentato, ogni sette anni, nel testo tramandato dall’Abate don Pietro Vitale, Preposto e Vicario della chiesa assorina alla fine del ‘600. Lo scritto si riallaccia al filone sacro-popolare medievale, sicuramente scritto in volgare, per diffondere il testo presso il popolo. In esso si racconta infatti la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia, per sfuggire alla persecuzione di Erode, il cui editto imponeva la soppressione dei primogeniti maschi delle famiglie ebree. Succede che la Sacra Famiglia nel viaggio compiuto dorso d’sino, scortata dagli angeli, si imbatte in un agguato teso da una feroce banda del deserto. Nasce un a colluttazione tra banditi e angeli, si scontrano le forze tradizionali del bene e del male, ma qui, diversamente da quanto succede spesso nella vita reale, trionfa il bene. Infatti, la vista del divino fanciullo, intenerisce il cuore dei briganti che si convertono e scortano la Sacra Famiglia in Egitto. Tra legenda e realtà i confini, spesso sono esigui, ma non sempre coincidono con l’avvento del bene. Ancora oggi l’umanità è impegnata in uno scontro, sociale e politico per arginare il male costituito dal sottosviluppo ,dalla droga, dalla mafia e dalla volontà eterna di prevaricazione. Rivive quindi la metafora in una cornice di folla, attrice e spettatrice, con uno spettacolo che si sviluppa nel dedalo di viuzze medievali del centro storico e che si conclude nella antica piazza della Signoria, tra il palazzo dei Valguarnera e la Basilica Leonina, tra canti spari di mortaretti e sfilata a cavallo degli attori, tutti bravi, della compagnia teatrale locale “ Le Maschere”. Una giornata diversa quella del 23 marzo prossimo, da trascorrere in una cittadina ricca di storia e monumenti, addobbata a festa, per ricevere, con la tradizionale cordialità e simpatia tipica degli assorini, quanti vorranno venire.