Enna. Quartier “U pupuli” scarpe rosse sotto la Croce con Cristo

scarpe rosseEnna. Il femminicidio e la violenza sulle donne accostati al Calvario di Cristo. Un Giovedì Santo che a Enna viene dedicato alla sofferenza delle donne. Un omaggio che nella settimana Santa è stato voluto dalla Confraternita del Sacro Cuore.
Nella stradina, che dalla piazza antistante alla chiesa Santa Maria del Popolo scende verso via Vittorio Emanuele, giovedì sarà posizionata, su un lungo telo bianco, una Croce e ai suoi piedi saranno sistemate le scarpe rosse, simbolo ormai del femminicidio e della violenza sulle donne. Un allestimento di grande suggestione con le opere degli allievi del Liceo artistico Cascio di Enna che raccontano e interpretano la violenza sulle donne, sistemati lungo la scalinata.
«Abbiamo parlato a lungo in classe con gli allievi del dramma del femminicidio e della violenza sulle donne e l’accostamento con il sacrificio di Cristo non ci è sembrato poi tanto lontano. Sono venuti fuori – dice Rosa Caruso, insegnante che guida il laboratorio di grafica pubblicitaria – lavori interessanti che raccontano un dramma silenzioso, purtroppo sempre in crescita. Così la Croce di Cristo si fa carico anche della sofferenza delle donne».
La manifestazione è voluta dal rettore della confraternita del Sacro Cuore, Fabio Garofalo, in collaborazione con l’associazione “Donne Insieme Sandra Crescimanno”, con il liceo artistico Cascio, il quartiere Popolo e il gruppo folcloristico Kore che ha musicato un invocazione al Sacro Cuore facendola diventare un canto della Passione. La musica è stata scritta da Antonella Castagna e Dario Alessandra. «Pur nel rispetto di una tradizione centenaria, che è quella del venerdì Santo, – dice il rettore Garofalo – abbiamo voluto contestualizzare un tema attuale come quello della violenza sulle donne. In questa nostra società non credo ci sia calvario più grande che l’uccisione delle donne».
Enna è la città di Vanessa Scialfa, brutalmente uccisa a soli 20 anni dal fidanzato Francesco Lo Presti. Lo Presti, condannato in primo grado con l’abbreviato a 30 anni, l’aveva soffocata e gettata da un cavalcavia tra le sterpaglie. Un femminicidio quello della sorridente ragazzina di 20 anni che ha sconvolto l’Italia. Pochi giorni prima un altro “fidanzato” era stato condannato a 20 anni. Giuseppe Chiavetta di Leonforte in primo grado è stato condannato per l’omicidio della ex fidanzata Violeta Coroiu, una trentenne romena della quale non è mai stato ritrovato il corpo, che forse è stato fatto a pezzi e sepolto.