Troina, film documentario “Lu principiu di li fiesti”

calabrese arona rapisardaUn viaggio nel viaggio, attraverso le immagini, i suoni e le emozioni, di chi ogni anno parte alla volta dei boschi dei Nebrodi, per raccogliere l’alloro di San Silvestro Monaco, nella speranza di ricevere una grazia.

Racconta questo il film documentario realizzato da Giuseppe Calabrese sul Festino di San Silvestro Monaco, dal titolo “Lu principiu di li fiesti”. Il film, che segue alla realizzazione dell’omonimo libro, sarà presentato il prossimo 3 maggio, all’auditorium “Nuccio Sciacchitano” di Troina, alle 17.00. Prenderanno parte all’evento, oltre all’autore e alla troupe che ha realizzato il film, Ignazio Buttitta, professore presso l’Università degli studi di Palermo, e Gaetano Zito, vicario per la cultura dell’Arcidiocesi di Catania e preside dell’Istituto Teologico di Catania.

Da tempo indefinito, i troinesi sono devoti a San Silvestro Monaco, l’umile Santo vissuto intorno al XI-XII sec., ma solo negli ultimi anni la devozione ha fatto sì che si rimettesse in moto la macchina organizzativa e che si riprendesse in mano la tradizionale festa a lui dedicata.

Nel film-documentario, viene ripercorso l’intero Festino, lasciando spazio ai veri protagonisti, i fedeli, che in dialetto troinese, raccontano l’esperienza del viaggio, talvolta lasciando la parola all’emozione, che pienamente esprime l’essenza di tutto il pellegrinaggio.

Il Festino di San Silvestro Monaco si svolge tra maggio e giugno. Tre le tappe fondamentali: i “rami”, a “ddarata” e a “Vara”, con i preparativi che coinvolgono ogni anno oltre 700 persone.
Si inizia i festeggiamenti la penultima settimana di maggio con i “Rami”, quando un gruppo di uomini parte a piedi alla volta dei boschi dei Nebrodi, 80 km di percorso, per raccogliere i rami di alloro con cui far ritorno in paese e onorare la memoria di San Silvestro Monaco, deponendolo sulla sua tomba all’interno dell’omonima chiesa, “consegna il voto del proprio pellegrinaggio”. Il viaggio, di rito, ha la sua partenza il giovedi antecedente la penultima domenica di maggio. I Ramara tornano sabato e sfilano per la vie del paese domenica.

L’ultima settimana di maggio è la volta della “Ddarata”, lo stesso percorso viene compiuto a cavallo, ma si parte il venerdi antecedente l’ultima domenica di maggio e si rientra sabato sera, per poi sfilare in corteo domenica e “consegnare il proprio voto” come i “Ramara”, sulla tomba di San Silvestro Monaco.

Infine, la prima domenica di giugno si svolge la “Discesa della Vara”, una processione con centinaia di fedeli in corteo che accompagnano la statua di San Silvestro Monaco lungo le vie paese, fino alla chiesa a lui dedicata.

Sandra La Fico


Non è mai facile per un troinese parlare del festino di San Silvestro.
Ancor più se non si è uomini.
C’è della magia nell’aria di Troina in quel periodo e come si potrebbe spiegare la magia?
Si è spesso raccontato di viaggiatori devoti, di pellegrini e fedeli in cammino verso un bosco che lascia senza parole quanti lo raggiungono nelle notti di maggio, per raccogliervi il “sacro” alloro da donare poi al Patrono, la cui tomba è sita nell’omonima Chiesa.
Racconti a mezza bocca più che altro: forse per pudore o forse ancor più, per preservarne il ricordo da possibili critiche, si sa ben poco di come davvero si svolga “Lu Principiu di li Fiesti”.
Devota e appassionata come i miei concittadini, impossibilitata a partecipare al pellegrinaggio insieme a tutti i fedeli, ho da sempre fantasticato sul viaggio al bosco.
Ma oggi, con il film di Giuseppe Calabrese, cultore del bello e delle arti fotografiche, mi accorgo di non aver saputo immaginare abbastanza la profonda commozione degli “uomini di San Silvestro”.
Ho avuto l’onore di vederlo in una proiezione privata e voglio perciò ringraziare l’autore per avermi invitata, perché per la prima volta, e grazie ad uno speciale contributo del Comune di Troina, vivo il festino nella mia testa, nel cuore e nella carne, osservando ogni sguardo, ogni gesto, ogni bocca che urla in dialetto l’invocazione al proprio Santo.
“Viva Dio e San Silvestro”, recitano tutti, quasi pregando, supplicando intercessione per i propri malati, per le proprie pene, per le tante speranze.
“Tinghite e Tanghite in tutti i campanari, cu potta ‘nu ramo e cu ‘na sciura…” Così i devoti acclamano il loro patrono.
Uno straordinario documento, quello di Giuseppe: un film che racconta la fede e la devozione, semplicemente attraverso i luoghi, le voci e i volti di chi nel tempo ha vissuto molti mesi di Maggio e con essi altrettanti festini di San Silvestro.
L’opera tutta consiste proprio nel far parlare i luoghi, nel risuscitarli attraverso le voci, e tramite le parole in dialetto del timido massaro, o del buon padre cappuccino, nell’esprimere l’indicibile attraverso gli sguardi, i gesti semplici e appunto, i magnifici boschi dei Nebrodi.
Una delle immagini più belle è per me quella che racconta l’arrivo nel luogo dove cresce l’alloro. Alcuni firmano un registro, altri piangono, molti, quasi tutti, pregano in silenzio.
E poi… gli sguardi.
Essi raccontano, senza parlare.
E per la maggior parte del film, dicono tutti la stessa cosa.
Credono in questo viaggio. Credono in San Silvestro e in Dio.
Un’appassionante viaggio, raccontato da quanti l’hanno vissuto e lo vivono ancora.
San Silvestro e questo progetto si pongono totalmente al disopra di ogni gruppo e ideologia, narrando semplicemente i tre momenti del Festino, “i Rami” , “a ‘Darata” e “la Processione della Vara”: è il racconto mistico della fede dei Troinesi per il proprio Santo Patrono.
La fine del film è per me mirabile. Una chicca da non perdere perché è la serena con-fusione fra presente e passato. L’uno anticipa l’altro aggiungendovi nuova luce, nuove prospettive che esaltano il tempo che fu e proiettano verso quello che sarà.
Perché questo è solo… Lu Principiu di li Fiesti. Una festa che vive e si rinnova ogni anno a Troina.