A Nicosia: “Non voto perché per loro non esisto”

130906 tribunale Nicosia (2)«Io non voto perché per loro non esisto». Così il paesino di Nicosia, centro medioevale arroccato sui Nebrodi col numero record di oltre 100 chiese, si mobilita per fare schizzare in alto alle elezioni Europee di domenica l’asticella dell’astensionismo. La scommessa in atto è che l’intero paese – di 14.800 abitanti – diserti le urna. Per protestare contro il Tribunale che non c’è più, il carcere chiuso, l’Agenzia delle entrate quasi cancellata, con la gente costretta a raggiungere, per vie tortuose e un’ora e mezza di strada, Enna per sbrigare ormai ogni tipo di pratica.

L’invito al non voto è lanciato da un nuovo movimento, che sta calamitando l’attenzione anche dei centri vicini. «Ci pesa non votare. Non è a cuor leggero, andando a mare o a una scampagnata, che domani rinunciamo a un nostro diritto. Lo facciamo per dare risonanza all’assenza della politica: qui a Nicosia ci hanno tolto tutto», dice Fabio Bruno, 44 anni, ingegnere elettronico, presidente del movimento per la difesa del territorio, Mdt, attivo già da mesi sul territorio.

Alle Europee del 2010, a Nicosia andò alle urne il 65 per cento di abitanti. La sfida del movimento, che ha riempito la città di manifesti e distribuito magliette con lo slogan “Io non voto”, è di capovolgere quel risultato e di arrivare al 70 per cento di astensione. «Io non voto perché prima rivoglio il mio Tribunale, le mie strade, i miei servizi. Io non voto perché prima rivoglio i miei diritti e il mio futuro. Il 25 maggio “Io non voto” perché me lo chiede il mio paese», è il mantra che ripetono i militanti del gruppo, apartitico, dai 18 ai 75 anni. «Abbiamo bisogno di attenzione. Dai sondaggi porta a porta fatti riteniamo che ci sarà una grandissima assenza ai seggi. Siamo all’esasperazione – valuta Bruno – La nostra non è una campagna perseguibile perché ha le sue motivazioni».
A Nicosia non si sono visti politici: gli unici comizi in piazza li ha tenuti il movimento Cinque Stelle. «Il M5s ha paura di noi, pensano che rubiamo i loro voti. Ma noi non abbiamo un Grillo sopra le spalle: il nostro è un voto di protesta della gente di Nicosia. Quelli tirati per la giacchetta dal politico di turno andranno a votare. Ma la gente è stanca. Dai nostri calcoli andrà alle urne solo il 30 per cento degli aventi diritto», dice Fabio Bruno.

A ottobre il movimento consegnò alla presidenza della Repubblica 2 mila certificati elettorali contro la soppressione dell’ufficio giudiziario. Ma il pacco tornò indietro: i militanti furono poi contattati, e hanno presentato uno progetto per la riapertura della sede. Da 15 giorni il movimento fa la campagna elettorale del non-voto con due sit-in permanenti sotto il Tribunale e sotto il carcere. “Puliamo Nicosia” è l’iniziativa che si organizza una volta al mese, per ripulire qualche zona degradata. «Ci seguano tantissime persone. Perché facciamo cose concrete, non solo protesta. Ci sbracciamo per fare emergere il lavoro del territorio – dice Anna Beritelli, imprenditrice,attivista di Mdt – Io ho vissuto e lavorato a Milano in agenzie di pubblicità. Ora sono qui con la scopa in mano. Nicosia era un gioiellino, piccolo ma funzionante. Ci stanno togliendo tutto». Il movimento ha una pagine su facebook, che si chiama: Nicosia non vota.

ANTONELLA ROMANO per REPUBBLICA