Ospedale Enna. Ingerisce liquido antigelo: salvato anziano 89enne

Enna bassa Ospedale Enna. Questa volta un caso di buona sanità considerato che, grazie alla perizia, alla preparazione, al tempestivo intervento dei medici del reparto di rianimazione è stato salvato un anziano di 89 anni, che aveva ingerito accidentalmente una bottiglietta che conteneva antigelo. Giovedì scorso giungeva intorno alle 12,30 all’osservazione dei medici del Pronto Soccorso il paziente M.G. di anni 89, il quale dichiarava, che mentre stava eseguendo dei lavori in casa, avendo sete aveva ingerito accidentalmente, intorno alle 11,30 circa una bottiglietta di circa 500 cc , contenente liquido antigelo, con immediata intossicazione e potenzialmente in grado di provocare la morte trattandosi di un noto agente tossico quale è il glicole etilenico, che viene utilizzato come antigelo nell’industria automobilistica, per eliminare il giaccio dalle ali degli aerei, piste di aeroporti, serrature e finestrini d’auto. Tali prodotti sono spesso travasati e conservati in bottiglie per bevande, con conseguenti scambi e ingestioni dovute ad inavvertenza come si è verificato nel caso M.G. Immediatamente i medici anestesisti, Michele Politi, Paolo Bonasera e Linda Scarpello hanno contattato il centro antiveleni di Roma, che ne consigliava il ricovero in rianimazione. “Intorno alle 14 M.G. veniva ricoverato in rianimazione – dichiara il dottor Michele Politi – ed immediatamente veniva avviata una procedura emodialitica e sempre, su indicazione del centro antiveleni, veniva consigliata terapia antidotica con Fomepizole. Tale antidoto era reperibile solo nel centro antiveleni più vicino, quello di Roma e tramite l’impegno della Prefettura, per interessamento del capo di gabinetto dott. Grasso, veniva avviata una staffetta che in poco meno di sei ore consentiva di far arrivare all’Ospedale Umberto I l’antidoto disponibile per somministrazione. Il glicole etilenico esercita dapprima un’azione stimolante poi narcotica, seguita da disturbi cardiocircolatori e alterazioni del metabolismo, ma soprattutto da compromissione renale fino a insufficienza renale”. Nell’uomo la tossicità è data dai suoi prodotti di decomposizione nell’organismo. Nel periodo 2005-2011 lo Stiz ha registrato 6 casi gravi (5 adulti e 1 bambino). In un bambino di 5 anni due sorsi sono bastati per causare un grave avvelenamento. Nei cinque adulti, tutti uomini, la quantità minima ingerita di glicole etilenico era costituita da un solo sorso. Tutti e sei i casi di avvelenamento hanno presentato lo stesso decorso con acidosi metabolica e insufficienza renale. Il trattamento mediante emodialisi e somministrazione dell’antidoto fomepizol ha avuto immediato successo e si sono registrati immediatamente i primi miglioramenti da parte dell’anziano. I medici seguono ancora il decorso dell’avvelenamento, ma ormai si può dire che il paziente è fuori pericolo, senza complicanze o danni residui.