Nicosia. La tavola rotonda sui Liberi consorzi, molte ombre ma anche opportunità per le aree interne

consorzi comuni - tavola rotonda Pro locoNicosia. Quella che si è svolta a Nicosia, nella chiesa di San Calogero, è stata una  tavola rotonda di alto livello tecnico che ha sviscerato le problematiche che si profilano con l’istituzione dei liberi consorzi e dalla quale sono emerse indicazioni su come evitare che le aree interne perdano ulteriormente rappresentanza e capacità di interloquire con le istituzioni regionali, statali ed europee. L’incontro organizzato da Italia Nostra, Museo del presente e Pro Loco ha affrontato la complessa tematica della “linea grigia”, tra i Comuni e la Regione che rimane con la soppressione delle province per cercare di comprendere come devono svilupparsi le aggregazioni territoriali e su come si deve lavorare su progetti comuni. Tutti concordi i relatori, sul fatto che la legge regionale è un contenitore al momento vuoto, nell’ambito del quale spetta ai territori decidere il tipo di sviluppo al quale puntare. Cataldo Salerno, presidente dell’Università Kore, ha sottolineato come i territori interni già storicamente penalizzati che hanno una popolazione che numericamente è poco incidente, rischiano sempre più di perdere la  rappresentanza  politica all’interno delle istituzioni e che, nella formazione dei liberi consorzi si deve mirare ad aggregazioni che pensano allo sviluppo basandosi sulle risorse esistenti. Gli interventi coordinati dalla presidente della Pro Loco Annalisa Bonomo, hanno affrontato gli aspetti sociologici delle aggregazioni territoriali, con il preside della facoltà di scienze dell’uomo della Kore Giacomo Mulè, di Leandro Janni, presidente regionale “Italia Nostra” Sicilia e Nino Arrigo, presidente dell’associazione  “Museo del Presente” che hanno sottolineato come nella costituzione dei liberi consorzi si deve tenere conto della salvaguardia delle identità territoriali che sono soprattutto identità culturali, in un contesto nel quale le aree interne devono riuscire a organizzarsi per evitare o meglio per sconfiggere, la loro marginalità storica. Sugli aspetti normativi ed istituzionali della legge che cancella le province sono intervenuti Renato D’Amico, ordinario di Scienza dell’amministrazione dell’Università di Catania e Giuseppe  Martorana, responsabile Pianificazione strategica e marketing territoriale del Centro documentazione organizzazioni complesse ed sistemi locali dell’Università di Catania, che hanno affrontato le problematiche che si profilano con il rischio di una contrapposizione tra città metropolitane ed aree interne, nella quale queste rischiano di “soccombere”, con la necessità di puntare per aree come l’Ennese, il Nisseno i Comuni “marginali” del messinese e palermitano a realizzare, oltre ai liberi consorzi una sorta di “micro – regione” interna. Il sindaco di Enna Paolo Garofalo ha illustrato il progetto di libero consorzio con “sbocco sul mare” al quale sta lavorando che punta a far diventare la legge di abolizione delle province una occasione di rilancio e riscatto, aree da sempre “marginalizzate”. Il sindaco di Enna nel suo intervento ha voluto “togliersi un sassolino dalla scarpa”, ed ha colto l’occasione di una tavola rotonda a Nicosia per sgomberare il campo dalle voci ed illazioni secondo le quali la chiusura del tribunale di Nicosia sarebbe stata “caldeggiata” da Enna. “Nulla di più falso – ha detto Garofalo – considerato che la chiusura è addebitabile solo agli errori commessi da chi avrebbe dovuto, a suo tempo, lavorare per ottenere la proroga che era l’unica possibilità concreta di mantenere il presidio giudiziario”. Intervenuto anche Edoardo Leanza, ex deputato regionale di Fi, poi Pdl, che ha sostenuto l’ipotesi di un consorzio con Enna e che abbracci anche i Comuni Messinesi, perchè in questo modo Nicosia manterrà il ruolo di centralità geografica e di riferimento territoriale. In conclusione il professore Renato D’Amico ha voluto sottolineare che pur tra le tante problematiche e quella “linea grigia” della quale si è discusso, bisogna essere positivi perchè la legge può essere “una costituente”, dando l’opportunità ai territori marginali e marginalizzati, di organizzare un nuovo assetto con una occasione forse unica di rilancio e sviluppo economico.

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