Distacco di Termini Imerese da Città Metropolitana di Palermo

Termini ImereseTermini Imerese con un’ampia maggioranza di ben 15 consiglieri comunali ha rotto gli indugi ed è uscita dalla Città Metropolitana di Palermo e vuole adoperarsi per dar vita ad un nuovo raggruppamento di 180 mila abitanti come prevede la legge varata dal Parlamento siciliano.
A seguito della soppressione delle Province Regionali da parte del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, con legge regionale n. 8/2014, sono stati istituiti i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane di Catania, Messina e Palermo. Termini Imerese, secondo un vecchio provvedimento del 1995, è stata inclusa per legge nel raggruppamento che fa capo a Palermo.
Già nei mesi scorsi, l’Amministrazione comunale guidata da Totò Burrafato aveva approvato un atto di indirizzo per avviare il distacco di Termini Imerese dalla Città Metropolitana di Palermo e per promuovere la costituzione di un nuovo libero consorzio.
“L’appartenenza alla Città Metropolitana infatti – secondo Burrafato – non coincide con gli interessi della comunità imerese da diversi punti di vista a partire da quello storico-culturale a quello di identità territoriale e socio economica legato maggiormente al territorio della Città a Rete Termini-Madonie”.
E comunque, il percorso avviato già nel 2009 dall’attuale Amministrazione comunale è stato indirizzato responsabilmente verso un’altra direzione: la costituzione della Città a rete policentrica e diffusa unitamente ai territori dell’Imerese-Bassa Valle del Torto e delle alte e basse Madonie che ha già portato ad un raggruppamento di altri 27 Comuni per un bacino complessivo di circa 130 mila abitanti.
A questa aggregazione potrebbero aggiungersi ulteriori Municipi, che abbiano contiguità territoriale e affinità storico-culturali con l’area di riferimento, per raggiungere la soglia minima prevista dalla legge di 180 mila abitanti. Termini Imerese con grande responsabilità vuole assumere un ruolo di regia nel territorio, al centro della Sicilia settentrionale ed un ruolo di protagonista verso un nuovo metodo di lavoro in tema di programmazione partecipata con il pieno coinvolgimento di altre municipalità.
“Apprezzo molto il senso di responsabilità di tutti i consiglieri e del M5S – ha concluso il sindaco Totò Burrafato – che hanno approvato la scelta di uscire dalla Città Metropolitana di Palermo per proseguire con convinzione il percorso di cooperazione con le Madonie. La larga condivisione politica di questa scelta ben accompagna la nostra perseveranza nel rimarcare sempre più la vocazione della Città di Termini Imerese ad assumere iniziative importanti per costruire un nuovo libero consorzio”.


E’ INDISPENSABILE CHE LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA SULLE FUNZIONI DEI NUOVI ORGANISMI
Oggi dibattito promosso dal Formez , con la partecipazione dell’Assessore Regionale Autonomie locali Patrizia Valenti e il Sindaco di Palermo, Presidente Anci Leoluca Orlando su Città metropolitane e Liberi consorzi comunali.
Il Presidente Orlando ha richiamato il documento programmatico di riforma dell’intero complesso delle autonomie locali approvato da Assemblea Anci Sicilia il 5 maggio 2014.
“Anci Sicilia torna a ribadire la esigenza di una chiara indicazione politica e culturale come premessa per la individuazione delle funzioni di Città metropolitane e liberi consorzi; l’Anci ritiene, infatti, che liberi consorzi e città metropolitane non debbano avere soltanto le funzioni delle attuali provincie, ma anche funzioni in materia di trasporto pubblico, sistema idrico, Rifiuti, Distretti turistici , sovrintendenza beni culturali, genio civile….e anche interlocuzione da organismo intermedio in diretto collegamento con istituzioni europee.”
” La mancanza di indicazione culturale e politica su tale necessario complessivo riposizionamento sul territorio anche di funzioni in atto regionali e la mancanza conseguente di individuazione di funzioni sta trascinando stancamente il processo riformatore, mettendo in ginocchio attuali Province e i servizi ai cittadini”.
“Se dovesse ulteriormente protrarsi tale condizione di “proroghe di proroghe” di gestioni commissariali delle provincie, credo bisognerà interrompere l’attuale circuito vizioso recependo in modo semplice e rapido la normativa nazionale (Riforma Delrio ) di identica materia, in stato avanzato di attuazione”.
“La Regione, che ha anticipato l’intervento nazionale in materia , rischia paradossalmente di restare senza riforma a causa di confusione culturale e contrasti politici “.