Pietraperzia. Furto di rame, indagini intensificate

SONY DSCL’avere nascosto i cavi di rame rubati, circa 900 chili, nelle campagne di Pietraperzia, sotto il pilone della statale 640 che porta Gela è un dato molto significativo perché vuol dire che i ladri sono del territorio, conoscono molto bene la zona ed erano nelle condizioni di tornare al più presto per riprendersi “la roba”. Ma le forze dell’ordine, specie i carabinieri, hanno ingaggiato una lotta senza quartiere con i ladri ed hanno deciso di battersi per stroncare questo tipo di furti che vanno a danneggiare in maniera considerevole le azienda agricole, già di per se condizionati dalla crisi economica. Caltanissetta, Gela e l’Agrigentino potrebbero essere le località dei ladri, che, secondo qualche rappresentante autorevole dei carabinieri, hanno vita breve e presto saranno arrestati per cercare di fermare un fenomeno che sta provocando tanti danni. Intanto i controlli continui del territorio, predisposto dal questore, Ferdinando Guarino, su disposizione del Ministero dell’Interno, sta provocando un calo di questo tipo di furti e di furti sul patrimonio. I danni creati all’Enel sono veramente enormi ed anche le aziende agricole ne stanno subendo tantissimi.Le indagini dei carabinieri proseguono con una certa intensità e non si fermano al territorio di Pietraperzia, ma si allargano notevolmente per cercare di individuare gli autori (almeno quattro) di questo ennesimo furto.Anche ieri sono state diverse le pattuglie dei carabinieri che setacciavano parecchie zone della provincia tra Piazza Armerina, Pietraperzia e Barrafranca con qualche “salto” nella zona di Riesi, Mazzarino per cercare di di sapere se qualche agricoltore ha visto il gruppo di ladri passare in zona o persone che hanno lasciato qualche sospetto. Anche i colleghi delle altre province sono stati allertati per cercare di individuare gli autori di questi furti di cavi di rame.

Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia