Piazza Armerina. Il Psi plaude al distacco da Enna. Se son rose fioriranno

liberi consorziPiazza Armerina. In una nota il coordinatore della sezione del Psi, Andrea Lombardo, interviene sulla questione dei liberi consorzi, plaudendo, speranzoso, alla prospettiva di un futuro “radioso” e felice per la città che sta per abbandonare Enna, dipinta in po’ come la madre matrigna che ha reso sudditi i Comuni quando era capoluogo. Piazza Armerina, tra i 20 Comuni della ex provincia di Enna, è sempre stata quella “baciata dalla fortuna”, per il grande patrimonio archeologico, per la sua posizione geografica, per le vie di comunicazione che certo nulla hanno a che vedere con il disastro delle strade della zona Nord Ennese. E’ solo colpa di “Enna padrona”, se non è riuscita ad emergere, a sfruttare quella ricchezza che ha per buona sorte, se non è diventata la punta di diamante del territorio, per economia, occupazione, valorizzazione? Dice bene Lombardo quando sottolinea che la città è speranzosa in un futuro “ancora non visibile all’orizzonte” perchè non è essere in un consorzio piuttosto che in un altro a garantire sviluppo, quanto la capacità di lavorare, e lavorare sodo, per quello sviluppo, in termini di progettualità, proposte, capacità di reperire fondi e utilizzarli senza sperequarli.
Riportiamo la nota di Lombardo che stigmatizza anche il comportamento della politica locale in generale, che tuttavia è comunque e sempre espressione dei cittadini che eleggono amministrazioni e rappresentanti politici.
“La questione dei consorzi sta facendo emergere delle serie questioni che forse la politica, finora adottata dai capoluoghi di provincia, ha sottovalutato. Certo è che se un Comune e i suoi abitanti si sentissero tutelati – scrive il coordinatore del Psi – se le infrastrutture fossero efficienti, se gli uffici pubblici fossero ben distribuiti ed efficaci, se non si portasse avanti una politica di accentramento smisurata che giova ai soli pochi, oggi gli esiti della ridistribuzione dei Comuni alla luce della legge sui consorzi , avrebbe avuto scenari diversi. Il caso di Piazza Armerina, che si appresta ad ufficializzare la sua decisione definitiva di abbandonare Enna, o anche il caso di Gela, sono dei segnali forti che la politica non dovrebbe trascurare. Sarebbe il caso di farsi un esame di coscienza e chiedersi: perché? La colpa ovviamente non sta tutta da un lato e recriminazioni sono da imputare, visto le realtà che ci si mostrano d’innanzi, alla politica locale dei Comuni stessi, che non hanno saputo imporsi come si deve e non hanno combattuto per difendere i diritti delle cittadinanze o, una volta presentatasene l’opportunità, si sono facilmente fatti abbindolare da promesse prive di fondamento o da contentini immediati.
Nello specifico Piazza Armerina vive questo momento con fiduciosa speranza nel futuro. Un futuro ancora non visibile all’orizzonte ma che, a parere di molti, sarà il riscatto dopo anni di sudditanza ennese. Una sudditanza mai digerita completamente dato che fu frutto di un’imposizione voluta dall’allora autorità massima. Oggi, se cambiamento sarà, non si tratterà più di un’imposizione ma di una scelta civica, speriamo il più ponderata possibile.

Andrea Lombardo
Coordinatore Sezione Psi di Piazza Armerina

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