Dopo quarantadue anni dal primo intervento di restauro la chiesa madre viene restituita ai gaglianesi

gagliano chiesa madre (2)Gagliano. Dopo quarantadue anni dal primo intervento di restauro, avvenuto nel 1972, la chiesa madre dedicata a San Cataldo viene restituita ai gaglianesi nel suo antico splendore. Numerosi gli interventi di recupero che hanno riportato alla luce questo gioiello del 1304. La matrice è stata sottoposta a ben cinque fasi di restauro, che negli anni ne hanno fatto aprire e chiudere le porte ai fedeli innumerevoli volte. Con l’ultimo restauro la chiesa è rimasta inaccessibile per quattro anni. Dal 7 gennaio 2010, infatti, i lavori sono proceduti senza interruzioni. Nel tempo sono stati rinvenuti tesori artistici dal valore inestimabile, come dipinti murari, volte decorate, reperti prima d’ora sconosciuti. Domenica scorsa la prima apertura del portone ligneo ai cittadini, nell’anniversario del ritrovamento del busto reliquiario di San Cataldo, dopo il trafugamento del 1985. Il 3 agosto di quell’anno il busto d’argento contenente le reliquie del santo fu ritrovato al tramonto. Una telefonata ai carabinieri informava del suo rinvenimento in luogo segreto. Fu così che polizia municipale e carabinieri prelevarono la statuetta del santo restituendola alla comunità locale. Il passaparola fu veloce tra i gaglianesi e, tra pianti di gioia e commozione, riebbero quello che comunemente viene chiamato “San Cataldo piccolo”, portato in processione due volte l’anno, l’8 marzo e il 30 agosto. Per ricordare questo evento storico, si è deciso di aprire, per la prima volta dopo il restauro, le porte della chiesa madre, gremita all’inverosimile, per celebrare la prima messa. gagliano chiesa madreUna processione, con associazioni e confraternite, ha preceduto la celebrazione, con partenza dall’edicola votiva dove giunsero le reliquie di San Cataldo nel 1652 per concessione dell’arcivescovo di Taranto, grazie alla mediazione del vescovo di Messina, della cui diocesi faceva parte Gagliano. Ciò dimostra come il culto del santo sia precedente all’arrivo delle reliquie. Esso fu portato, infatti, a Gagliano dai longobardi. Prima di iniziare la celebrazione, l’arciprete don Pietro Antonio Ruggiero ha consegnato al vicesindaco Vito Vicino una delle due chiavi che permettono l’accesso alla cappella del santo, dove sono custodite le due statue e l’urna contenente le reliquie. La statua d’argento ha attraversato la navata centrale sorretta da quattro giovani, seguita dall’urna lignea portata a spalla dai superiori delle quattro confraternite. “Oggi è finito l’esilio – ha detto don Ruggiero – si è tornati finalmente a casa, anche se la nostra vera casa non sono queste mura affrescate, ma il cuore di Gesù”. Anche l’arciprete emerito mons. Vito Vasta, che ha seguito i lavori di restauro sin dal primo giorno, ha detto commosso: “Oggi si ha la gioia e l’esultanza di poter entrare in questa chiesa che risplende di luce nuova. Ci appartiene, è la chiesa di tutti noi”. Giorno 10 avverrà la consacrazione della matrice da parte del vescovo Salvatore Muratore. La sera del 9 agosto l’arcivescovo metropolita emerito di Catania, mons. Luigi Bommarito, celebrerà la solenne messa di vigilia.

Valentina La Ferrera





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