Gagliano: ha riaperto al culto dopo 42anni la Chiesa Madre

gagliano chiesa madreGagliano. Dopo quarantadue anni di restauri, il suono delle campane ad ogni ora ha annunziato l’evento storico della riapertura della chiesa madre. Sono trascorsi quattro anni dall’inizio dell’ultimo cantiere, avvenuto il 7 gennaio 2010 con fondi europei, per un importo di 3.930.000 euro. I lavori sono stati eseguiti dalla Cooperativa Archeologica Restauro, sotto la direzione della sovrintendenza ai beni culturali di Enna e la guida dell’architetto Liborio Calascibetta, il quale commenta: “Ci abbiamo messo l’anima. Le difficoltà si superano solo se si fa gioco di squadra”. Consolidamento strutturale, interventi di riconfigurazione dei dipinti scoperti, restauro dell’apparato decorativo, consolidamento e restauro del cassonato ligneo, pavimentazione, restauro del coro ligneo, impianti tecnologici. Questi gli interventi che hanno fatto riemergere affreschi e antichi “gioielli” di notevole valore storico-artistico. Dal 1972 ad oggi, infatti, sono state numerose le fasi di restauro e consolidamento che hanno riportato la chiesa madre al suo antico splendore. “Gioisce oggi questa chiesa – ha detto l’arciprete don Pietro Antonio Ruggiero all’inizio del solenne rito di dedicazione e consacrazione dell’altare – perché finisce l’esilio per questo popolo e per questa comunità. I meriti sono distribuiti in una sinergia di forze: da mons. Vasta all’architetto Calascibetta, fino alle maestranze tutte. La responsabilità di custodire questo tempio non è più in mano agli ingegneri e ai responsabili della sicurezza, ma in quelle di tutti noi”. Il rito di dedicazione è stato presieduto dal vescovo della diocesi di Nicosia, mons. Salvatore Muratore, con la partecipazione delle autorità civili e militari e con la rappresentanza delle confraternite. “Sono contento ed emozionato – ha detto il vescovo – di poter rientrare in questo tempio riportato alla sua bellezza e al suo splendore. Oggi è un giorno di festa per Gagliano per la dedicazione di questo altare a San Cataldo. Sentiamo la gratitudine verso tutti coloro che nei secoli hanno lavorato per la bellezza di questo tempio. Un particolare grazie ai due sacerdoti Vasta e Ruggiero per aver messo il cuore fino all’ultimo”. E’ stata poi prelevata una reliquia del santo dall’urna lignea e posta in una teca sotto l’altare. Subito dopo il rito della benedizione e dedicazione a San Cataldo. Con il crisma sono stati unti l’altare, l’ambone e le croci nei muri portanti. Infine l’accensione delle luci e la lettura dell’atto di avvenuta dedicazione con firma di tre testimoni. Una delle tre copie è stata conservata e sigillata a futura memoria nella teca sottostante l’altare insieme alle reliquie di San Cataldo. Le altre due copie verranno conservate presso l’archivio della curia vescovile e nell’archivio della matrice. L’arciprete emerito, mons. Vito Vasta, che ha seguito tutti i lavori di restauro e consolidamento sin dalla prima ora, vede finalmente ultimata questa opera. “Oggi non riconosco più questa chiesa – dice – I muri erano sporchi e oscuri, nonostante un restauro degli anni ’50, mentre oggi sono splendenti. Il pavimento che prima era in scaglie, oggi è in marmo pregiato. Tutti gli affreschi finora nascosti sono rinvenuti. Nella prima volta a destra sono emersi i padri della Chiesa, santi: Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. La cripta, scoperta negli anni ’80 dall’architetto Alberti, era stata utilizzata come deposito ed ora è fruibile. Sono emersi anche i muri dell’abside del 1300. La prima inaugurazione di questa chiesa avvenne infatti nel mese di aprile del 1304”. Anche il sindaco Salvatore Zappulla esprime commozione per l’apertura della più bella di chiesa di Gagliano al culto.

Valentina La Ferrera



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