Assistenza domiciliare anziani: Comune Enna e intero distretto sociosanitario hano fatto ciò che non si poteva fare

 

Assistenza domiciliareEnna. “Spiace constatare che sull’assistenza domiciliare agli anziani, non ci siamo assolutamente” questo l’inizio di una lettera/denuncia dei segretari provinciali dei sindacati, Sigfrido Fadda, Enzo Canu e Filippo Manuella, ai Sindaci, Assessori alle Politiche sociali dei comuni di Enna, Villarosa, Calascibetta, Valguarnera e Centuripe del distretto 022. “Infatti nell’informativa che ci è stata fornita il 4.7.2014 dall’assessore al ramo Angela Marco era stato assicurato che l’ assistenza domiciliare sarebbe ripresa immediatamente e che, fino al 31 dicembre del corrente anno, non ci sarebbe stato alcun problema circa la sua continuità – continuano i segretari sindacali – Non solo ma l’Assessore aveva assicurato che entro il lunedi 7 o il martedì 8 luglio sarebbe stato pubblicato il relativo bando.
La nostra sorpresa, la profonda contrarietà e il disappunto nasce dal fatto che quello pubblicato non è altro che il bando, per l’intero distretto sociosanitario (quindi Enna, Villarosa, Calascibetta, Valguarnera e Centuripe), riguardante l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti con più di 65 anni, finanziata dai fondi del P.A.C. dell’Unione Europea.
In pratica il Comune di Enna e l’intero distretto sociosanitario hanno fatto ciò che non poteva fare: ha messo in campo. attraverso i suddetti fondi PAC un intervento sostitutivo e non aggiuntivo rispetto a quello esistente come invece espressamente previsto dalle regole sulla utilizzazione dei fondi Europei, ha peggiorato e non migliorato, come avrebbe dovuto, il servizio esistente ed ha, inoltre, inserito una soglia economica di sbarramento (i 9.000 euro) anche essa non prevista dalle disposizioni sull’uso dei fondi P.A.C.
Ma l’amministrazione di Enna sta prendendo in giro se stessa, vuole prendere in giro i cittadini di Enna e gli anziani in particolare e vuole prendere in giro anche noi?.
Possibile che non senta l’obbligo non solo di informare ma di confrontarsi con i legittimi partners della contrattazione sociale e rappresentanti degli anziani che tanto contribuiscono all’economia della città di Enna? Possibile che voglia complicare ulteriormente la già complicata vita degli anziani e dei pensionati?
E gli anziani sotto i 65 anni ma non autosufficienti e gli anziani autosufficienti ma soli, che fine hanno fatto o faranno?
Possibile che l’Amministrazione di Enna non comprenda che ha scatenato il panico fra gli anziani, soppresso un servizio indispensabile e cancellato, di colpo, posti di lavoro di persone che da vent’anni prestano la loro attività nel settore?
Possibile che non comprenda che, di fatto, ha soppresso l’assistenza domiciliare agli anziani?
Per il grande ruolo che gli anziani svolgono, e non vogliamo qui ripeterlo, non meritano questa insensibilità e questo atteggiamento.
L’ Amministrazione esca allo scoperto e dica chiaramente alla città che non intende fare l’assistenza domiciliare agli anziani.
Nel merito chiediamo:
1) di fornirci il dato relativo allo stanziamento in bilancio per l’assistenza domiciliare per l’anno 2014 nonché la previsione di stanziamento per il 2015;
2) di distinguere l’assistenza domiciliare integrata (ADI) da quella domiciliare semplice (SAD);
3) di modificare subito l’infernale meccanismo amministrativo che sorregge il bando scadente il 14 agosto venturo. Si riscontrano infatti veri e propri attentati alla riservatezza di dati che il relativo garante sanzionerebbe subito, nonché il coinvolgimento dei medici di famiglia che mostrano ritrosia a compilare il relativo modello. Che bisogno c’è di coinvolgerli quando la decisione sarà determinata dal giudizio dell’UVM? Senza parlare poi dell’atteggiamento inquisitorio e del tono quasi minaccioso che permeano l’intera istanza.
4) Di mettere in essere, accanto a quella prevista dal bando sulla utilizzazione dei fondi PAC, anche la normale assistenza domiciliare poiché, così facendo, tutti i comuni del distretto socio sanitario e non solo il comune capoluogo, corrono il rischio di vedersi tagliati i finanziamenti previsti per il triennio 2014/2017
5) Di salvaguardare, in ogni modo, gli attuali livelli occupazionali poiché non esiste alcuna condizione diversa dagli anni precedenti.
6) Di eliminare la soglia di ingresso dei 9.000 euro.
Questi Sindacati sono sempre disponibili al confronto con i destinatari della presente, sono convinti che l’Amministrazione Comunale troverà le soluzioni rispetto ai problemi appena evidenziati. Diversamente saremo costretti a mettere in essere azioni incisive per fare cambiare l’atteggiamento ed il comportamento dell’Amministrazione Comunale”.