Turi Zinna priorità per la direttrice ferroviaria Messina – Catania – Enna – Palermo

zinna amata alvanoL’ex assessore provinciali Turi Zinna interviene nel dibattito in corso per l’imminente approvazione del decreto Sblocca-Italia, dove si rischia il finanziamento della linea ferrata Da Messina-Catania-Enna-Palermo. Questa la dichiarazione:
“Nel dibattito in corso per l’imminente approvazione del decreto Sblocca-Italia si moltiplicano le rivendicazioni per la formulazione definitiva della graduatoria all’interno delle liste delle infrastrutture.
E’ alquanto sorprendente la dichiarazione di Franco Müller, delegato alla mobilità’ e trasporti per la Confindustria Veneto, apparsa sul Corriere del Veneto l’8 agosto scorso, in cui, per rafforzare la richiesta per l’inserimento nel decreto della A4 Venezia-Trieste per la TAV, afferma “non voglio scadere nel campanilismo ma certo lascia perplessi questa continua incertezza sulla TAV Veneta, mentre si assegnano finanziamenti certi alla Napoli-Bari, su cui passa un treno al giorno contro i 240 sulla nostra tratta. Siamo sull’orlo del baratro”.
Piuttosto, si potrebbe sottolineare che la grande parte delle opere verrebbe ad interessare il Centro -Nord: l’autostrada tirrenica, il quadrilatera le statale Marche-Umbria,il passante ferroviario Torino, l’alta velocità’ Brescia – Padova, l’asse viario Lecco – Bergamo,la ferrovia Firenze – Pistoia-Lucca. Ma, soprattutto, sarebbe alquanto grave voler rimettere in discussione infrastrutture già individuate all’interno dei Corridoi europei,quale quello Helsinki-laValletta di valenza strategica per l’Area Euro-Mediterranea, in cui è’ inserita la direttrice Messina-Catania-Enna -Palermo per un collegamento di alta velocità’ tra le tre aree metropolitana e le aree interne della Sicilia al fine di ridisegnare l’isola in un’unica megalopoli per poter competere con il suo ruolo strategico di centro del Mediterraneo.
Si deve, inoltre, rilevare con preoccupazione che talune impostazioni, quale quelle sopra richiamate, si pongono in contrasto con la legge sul federalismo (L.42/2009), che per contribuire al riequilibrio patrimoniale, propedeutico a garantire gli obiettivi posti dall’articolo 119, comma 5 della Costituzione, ha introdotto l’innovativo concetto della “perequazione infrastrutturale ” e fissato principi e criteri direttivi per la sua realizzazione. In particolare, l’art.22 ha stabilito che il primo passo da compiere e’ quello di avviare una ricognizione dell’effettiva situazione delle infrastrutture esistenti in ogni singolo territorio e il 26 novembre 2010 il Governo ha emanato uno schema di decreto, pubblicato nella GU n.75 del 1/4/2011 (Disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale, ai sensi dell’articolo 22 della legge 5 maggio 2009,n.42 ), dove vengono indicate le azioni da compiere per adempiere a questa ricognizione. Soprattutto si e’ precisato che non solo “contare” l’esistente, ma valutare in termini relativi in funzione della domanda effettiva e potenziale dei servizi prestati dalle infrastrutture in dotazione e da realizzare, tenendo conto dei contesti economici e sociali e della loro evoluzione prospettica. Facendo cosi riferimento non solo ai numeri che evidenziano la consistenza di quelle in opera (esempio, l’estensione delle reti di trasporto), ma anche ai fattori che ne condizionano l’effettivo utilizzo (es. l’accessibilità’ dei vettori) e ad una loro tipologia e relativa scarsità’ (es. le connessioni intermodali).
In relazione alla rete ferroviaria, l’istituto Nazionale di statistica ha fatto emergere, in un aggiornamento effettuato nel giugno del 2010,che a fronte di una estensione della rete standardizzata rispetto alla superficie territoriale sostanzialmente in linea con la media nazionale, le caratteristiche della stessa risultano assolutamente non comparabili con gran parte del resto del Paese. La rete ferroviaria siciliana e’ per oltre l’80 per cento della sua estensione a singolo binario e di questa poco più’ della metà è elettrificata’ .Sulla base di tali dati emerge con chiarezza un consistente ritardo in termine di up-grade tecnologico della rete siciliana sia rispetto al quadro medio nazionale che, ancor più’, rispetto alle regioni del Centro-Nord.Queste informazioni rendono un quadro abbastanza significativo dello stato della ferroviaria regionale-a prescindere dalle ‘colorite’  dichiarazioni e saccenti riferimenti espressi dal responsabile dei trasporti della Confindustria Veneta – il cui ritardo di sviluppo e di adeguamento tecnologico si ripercuote direttamente sul livello di servizio che la stessa e’ in grado di esprimere sul territorio.
Nel Piano Nazionale per il Sud, approvato il 26 novembre nella sopracitata seduta del consiglio dei ministri, si individua, tra le priorità’ strategiche, la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali a rete, materiali e immateriali destinati principalmente al sistema dei collegamenti dorsali e trasversali, con specifico riferimento al sistema ferroviario Alta Capacità’/Alta Velocità’,alle opere logistiche ed in particolare ai sistemi ferroviari Napoli-Bari-Lecce-Taranto, Salerno-Reggio Calabria e Catania -Palermo.
Sul piano di attuazione si sono avute successivamente la delibera CIPE 62/2011 e per ultimo il Piano d’azione per la Coesione( 2012) e di seguito il 28 febbraio 2013 la sottoscrizione del contratto istituzionale di sviluppo per la direttrice Messina-Catania-Palermo.
L’acutizzarsi della crisi contribuisce ulteriormente ad accentuare l’esigenza di aggredire i nodi della qualificazione e potenziamento delle infrastrutture del Mezzogiorno e della Sicilia per contribuire in termini decisi ad una ripresa innovativa complessiva per tutto il Paese.
Diventa, quindi , indispensabile fare chiarezza nel decreto Sblocca-Italia sull’intero percorso della direttrice Messina -Catania-Palermo in coerenza ai contenuti previsti nel contratto istituzionale di sviluppo con l’individuazione delle intere risorse finanziare da reperire in particolare sulla prima macrofase Fontanarossa/Aeroporto-Enna, dal momento che attualmente le risorse previste riguardano il tratto Bicocca-Catenanuova-Raddusa/Agira, in cui si ha un avanzamento progettuale per un decollo reale per passare alla progettazione definitiva e alla apertura dei cantieri con una tempista a breve”.