White list obbligatorie

White listEntrate in vigore a luglio 2013 per effetto della legge anticorruzione (n.190/2012) le white list prefettizie diventano ora obbligatorie per i settori indicati nella legge.
Il DPCM di aprile 2013 ne aveva sancito le modalità di iscrizione ed ora a poco più di un anno il Governo Renzi con il Dl n. 90 (semplificazioni) nè ha previsto l’obbligaotirtà per tutti i nove settori individuati come a maggior rischio di infiltrazione mafiosa.
Si tratta dei settori
 trasporto di materiali a discarica per conto di terzi;
 trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi;
 estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
 confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; 3
 noli a freddo di macchinari;
 fornitura di ferro lavorato;
 noli a caldo;
 autotrasporti per conto di terzi;
 guardiania dei cantieri.

Sin dal 2003 con la Legge n. 7 la Regione aveva previsto l’individuazione di settori sensibili su cui operare un controllo più capillare nell’ambito dei contratti pubblici, ma solo le pressioni della Confindustria hanno permesso di avere (con la legge n. 190/12) un quadro organico ed operativo del sistema di verifica ex ante dell’assenza di situazioni indicative di un controllo mafioso.

La norma negli anni ha finito per assumere anche un connotato di semplificazione, infatti per le imprese iscirtte negli elenchi prefettizi, per un anno, non sono previste le richieste di comunicazione o informazione antimafia che si assumono già insite nel provvedimento di iscrizione (fatta salva la possibilità di revoca in caso di controlli con esito negativo sull’iscrizione già ottenuta)

Tornando alle novità introdotte dal Governo Renzi con il DL n. 90/14 (convertito con la L. n. 114/2014) le pubbliche amministrazioni dovranno acquisire la documentazione antimafia, sia nella forma della comunicazione che in quella dell’informazione, relativa alle imprese operanti nei settori a più alto rischio di infiltrazione mafiosa, consultando obbligatoriamente le white list.

Ciò vuol dire che l’iscrizione alle white list diventa, per le imprese operanti nei settori più a rischio, obbligatoria per accertare l’assenza di pregiudizi nella materia dell’antimafia, nell’ambito dei rapporti contrattuali, diretti o indiretti, con la pubblica amministrazione.

Inoltre, per tener conto del fatto che alcune ditte iscritte in tali elenchi possono operare in diversi campi di attività, la norma stabilisce che l’iscrizione all’elenco possa essere utilizzata, ai fini della certificazione antimafia, anche per attività diverse da quelle per le quali è stata disposta l’iscrizione.

In sostanza, il legislatore ha riproposto la formulazione già prevista per la ricostruzione post terremoto in Emilia Romagna (art. 5-bis del DL 74/2012) rendendo di fatto obbligatoria per le imprese operanti nei settori a rischio l’iscrizione alle white list per

poter accedere a contratti o subcontratti con la PA.

Anche a seguito dell’intervento delle organizzazioni delle imprese (Ance e Confindustria) la norma è stata modificata per evitare

possibili zone d’ombra con riferimento agli appalti di importo inferiore a 150.000 euro,che sulla base della normativa antimafia vigente, sarebbero stati esclusi dall’obbligo della documentazione antimafia e quindi dall’obbligo di iscrizione alle white list.

A tal proposito, il testo approvato in via definitiva ha previsto l’obbligo di iscrizione alle white list indipendentemente dalle soglie di cui al decreto legislativo n.159 del 6 settembre 2011.

Si auspica che con queste novità le Imprese, specie quelle operanti nei settori sensibili, si decidano a richiedere l’iscrizione. Sono infatti poco più di 800 le iscrizioni nelle White List delle Prefetture siciliane con Catania che segna il numero più alto (207) e Trapani il più basso (appena 26).

Nel dettaglio delle province, Enna si posiziona in una più che decorosa seconda posizione con 129 iscrizioni.
AG 116
CL 114
CT 207
EN 129
ME 90
PA 63
RG 85
SR 37
TP 26

Da sottolineare che i dati si riferiscono al numero complessivo di iscrizioni nei 9 settori sensibili. Il numero delle imprese è inferiore in considerazione che molte imprese risultano iscritte in due o più settori ed è complessivamente stimabile nel 50% delle iscrizioni, quindi in tutta la sicilia sono circa 400 le imprese che hanno deciso di iscriversi all’importante strumento di semplificazione e legalità offerto dalla norma.

a cura di Gildo Matera