Territorio dell’ex provincia di Enna non rientra in nessuna delle quattro aree interne fondi Po Fesr

SAITroina. Nella bozza di Programma operativo Fondo europeo di sviluppo regionale (Po Fesr) Sicilia 2014-2020, predisposta dal Dipartimento programmazione della Regione Siciliana, sono individuate 4 aree interne preselezionate per la candidature alla Strategia nazionale per le aree interne (Snai). Il territorio dell’Ennese con i suoi 20 comuni non rientra in nessuna di questa quattro aree interne: “Terre Sicane” (Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Burgio, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Lucca Sicula, Montallegro, Ribera, Villafranca Sicula), “Calatino” (Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea, Mineo, Mirabella Imbaccari, san Cono, San Michele di Ganzaria, Vizzini), “Nebrodi” (Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Santo Stefano di Camastra, Tusa, Alcara li Fusi, Caronia, Castell’Umberto, Frazzanò, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mirto, Naso, San Fratello, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia, Sant’Agata di Militello, Tortorici), “Madonie” (Castelbuono, Collesano, Gratteri, Isnello, Pollina, San Mauro Castelverde, Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Aliminusa, Caccamo, Caltavuturo, Montemaggiore Belsito, Scillato, Sclafani Bagni). Nella bozza del Po Fesr è prevista una quinta area interna, quella del Simeto-Etna, in cui sono in corso delle verifiche per valutarne il carattere sperimentale, ma non sono indicati i comuni che ne fanno parte. E’ realistico prevedere che all’interno del perimetro di questa quinta area interna “Simeto-Etna”, non ancora delimitato, potranno ricadere alcuni comuni dell’Ennese, come Centuripe ad esempio. Quando hanno letto questa bozza di Po Fesr Sicilia, qui a Troina non l’hanno presa bene questa individuazione delle quattro aree interne che non comprende Troina, che riassume in sommo grado le caratteristiche sociali ed economiche tipiche delle interne. Già si pensa a predisporre un documento di protesta da fare approvare dal consiglio comunale. C’è da pensare che non ne saranno contenti neppure gli altri 19 comuni dell’Ennese per un motivo facilmente comprensibile. In queste aree interne così individuate si sperimenteranno, con i fondi europei 2014-2020, politiche di sviluppo pensate per contesti territoriali fragili in quanto caratterizzati da svantaggi fisici e marginalità territoriale. Quanto a fragilità e marginalità, sotto diversi aspetti fisici, economici e sociali, il territorio dell’Ennese vanta un primato non invidiabile. Nel 1978 fu pubblicato il libro “Le cinque Sicilie. Disgregazione territoriale e degradazione del lavoro in un’economia assistita”, che conteneva una raccolta di saggi scritti da economisti e sociologi curata dal prof. Raimondo Catanzaro. Una di queste cinque Sicilie era la provincia di Enna, definita area interna. Nel capitolo scritto da Sara Musumeci, dedicato alla provincia di Enna sono elencate le caratteristiche delle zone interne: “In una drammatica sintesi posiamo dire che sono le seguenti caratteristiche a definire le aree interne del Mezzogiorno, il cosiddetto osso: nessun investimento industriale, fortissimo esodo che ha comportato la diminuzione secca della popolazione presente, nonché gravi modifiche della popolazione nella composizione per sesso e per età, tendenti ad accentuare i fenomeni di femminilizzazione e senilizzazione; riduzione del tasso di attività, determinato dalle caratteristiche assunte dall’esodo, nonché le modifiche intervenute nei settori produttivi”. Da allora ad oggi non ci sono stati mutamenti così significativi da far pensare che la provincia di Enna non sia più un’area interna Sicilia.

Silvano Privitera