Ergastolo chiesto per Pietro Gargallo per il delitto Saitta, imprenditore di Barrafranca

La legge è uguale per tuttiLa Procura Generale di Catania ha chiesto l’ergastolo per Pietro Gargallo, ritenuto essere l’assassino di Totò Saitta, l’imprenditore edile di Barrafranca, ritenuto il capo della famiglia di Cosa Nostra di Barrafranca, ucciso mentre stava uscendo dal suo ufficio nel 1992. Le dichiarazioni del nisseno Angelo Palermo, che ha smentito un collaboratore di giustizia, non hanno convinto nessuno dei giudici. Dopo l’annullamento del processo da parte della Cassazione al Tribunale di Catania si sta svolgendo il processo di appello bis e il Pg Maria Grazia Letta ha chiesto l’ergastolo per Gargallo e nel contempo ha dichiarato inattendibili le dichiarazioni di Palermo. Già in primo grado i giudici del tribunale di Caltanissetta avevano condannato all’ergastolo Gargallo, difeso dall’avvocato Antonio Impellizzeri, la cui arringa è prevista per il prossimo 20 ottobre, ma anche in questo giorno potrebbe arrivare la sentenza da parte della Corte, presieduta dal giudice Luigi Russo. Palermo non viene creduto e il pentito Ciro Vara ha dichiarato che è stato Palermo a raccontargli che ad uccidere Saitta era stato Pernagallo. Il delitto Saitta nasce per i contrasti che esistevano tra la famiglia di Barrafranca e quella di Pietraperzia ed a organizzare l’uccisione di Saitta era stato Borino Miccichè, capo della famiglia di Pietraperzia, che voleva eliminare il suo rivale, ed aveva chiesto l’aiuto della famiglia catanese. La missione fu eseguita ma poi anche Miccichè fu ucciso nella piazza centrale di Pietraperzia alla vigilia delle elezioni regionali. La sentenza era stata annullata dalla Cassazione perché se se un pentito racconta cose che hanno detto altri, bisogna anche che venga sentita la sua versione. Sulla base di queste considerazioni la sentenza di appello è stata annullata e quindi c’è stata la scarcerazione per decorrenza dei termini.




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