Accordo Partenariato criteri aree–progetto ammesse a Strategia Nazionale per Aree Interne

SAIE’ probabile che seguiranno altre prese di posizione a quella, molto forte, assunta dal sindaco di Enna, Paolo Garofalo, sull’esclusione dell’intero territorio della provincia di Enna, che è un’area interna per definizione, dalle 4 aree interne della Sicilia (Terre Sicane, Calatino, Nebrodi e Madonie), alle quali è molto probabile se ne aggiungerà una quinta (Etna-Simeto), che beneficeranno degli interventi della Strategia nazionale per le aree interne. Ma come sia stato possibile aver escluso il territorio dell’Ennese al centro della Sicilia e senza sbocchi al mare, dalla selezione delle aree interne-progetto sulle quali concentrare i fondi comunitari previsti per il ciclo di programmazione 2014-2020? Si possono fare diverse congetture. Ne abbiamo sentite alcune che evocano complotti orditi a danno del ceto politico al momento egemone in provincia di Enna, ma senza prove di evidenza empirica che possano accreditarle. Bisogna partire dall’Accordo di Partenariato 2014 -2020 tra l’Italia e la Commissione Europea per tentare di capire quello che è accaduto. In questo corposo documento di più 300 pagine si parla di una nuova metodologia di impiego dei fondi comunitari che prevede l’utilizzo del nuovo strumento comunitario del “community led local development” (sviluppo locale operato dagli attori locali). Per l’utilizzo dei fondi comunitari volti a promuovere e sostenere processi di sviluppo locale, quest’accordo di partenariato introduce la condizionalità ex ante, volta a garantire che le istituzioni beneficiarie di questi fondi dispongano di risorse normative ed organizzative tali da garantire piena adesione alla strategia dell’Unione Europea ed effettiva realizzabilità degli investimenti sostenuti dai fondi europei. Nell’Accordo di Partenariato sono indicati anche i criteri per l’identificazione delle aree su cui concentrare gli interventi in attuazione della strategia aree interne a livello regionale. Si è articolata in tre stadi la procedura per la selezione delle aree progetto: analisi sui dati di base in collaborazione con la regione interessata e il comitato aree interne; analisi su dati elaborati riguardanti istruzione, salute, mobilità, dotazioni agroalimentari, turistiche, culturali e naturali; incontri partenariali sul territorio di delegazione tecnica di Stato, Regione con i Comuni e il partenariato socio economico. I criteri per la selezione delle aree sono questi: appartenenza ad aree interne; intensità della caduta demografica negli ultimi 40 anni e persistenza nell’ultimo decennio; intensità della riduzione della superficie agricola utilizzata e di dissesto e rischio idrogeologico; esistenza di unioni o associazione di servizi; partecipazione congiunta dei comuni a enti o istituzioni che hanno attuato piani di sviluppo (Gal, Pit, Distretti Produttivi, Patti Territoriali), presentazione da parte dei comuni di idee progetto collettive. Secondo l’Accordo di Partenariato, i comuni che parteciperanno alla SNAI “dovranno provare di essere in grado di guardare oltre i propri confini, attraverso la gestione associata di servizi”. Questo è il pre-requisito istituzionale della gestione associata di funzioni, che è discriminante ai fini dell’ammissibilità delle aree- progetto alla SNAI e quindi alla sottoscrizione dell’Accordo di programma quadro. Questo pre-requisto istituzionale non è soddisfatto dall’esistenza di aggregazioni temporanee (Patti Territoriali, Pit, Pist, Gal). E’ necessario invece realizzare aggregazioni permanenti per la gestione ordinaria di funzioni fondamentali e servizi locali. Un’aggregazione del genere avrebbe potuto essere Enna Sviluppo, l’agenzia di sviluppo locale costituita dai funzionari dei 20 comuni nel 1999, che ha avuto vita breve perché i comuni e la provincia, dopo averla costituita, pensarono ad altre soluzioni per la gestione degli sportelli unici per le attività produttive. Soluzioni rivelatesi fallimentari. Si tratta di capire quale uso si è fatto di questi criteri nella selezione delle 4, o 5, aree interne – progetto della Sicilia, che ha escluso la provincia di Enna.

Silvano Privitera