Enna. Richiesto risarcimento di 200 mila euro dai legali della ragazzina nel processo “Pandemia”

prostituzione minorileEnna. Non c’è stata sentenza al processo Pandemia, che vede come imputati una presunta zia, L.B., che avrebbe avviato alla prostituzione una ragazzina di quindici anni e quattro clienti che avrebbero avuto rapporti sessuali con la ragazza. L’avvocato di parte civile che difende la ragazza ha chiesto un risarcimento di 200 mila euro. La vicenda è venuta fuori, grazie alle accurate indagini degli agenti della squadra Mobile, seguendo proprio la ragazza minorenne, accompagnata dalla presunta zia nelle sue frequentazioni sessuali. Ovviamente la maggior parte dei soldi finiva nelle tasche della zia, che così aveva la possibilità di fare una vita agiata, mentre alla ragazza spettavano solo pochi spiccioli. La ragazza attualmente si trova ricoverata in un centro accoglienza fuori provincia. In questo processo c’è anche la richiesta di una provvisionale. Dinanzi al Gup David Salvucci, ieri si è svolta l’arringa della parte civile, assistita da un avvocato del foro di Catania, quindi ci sono state le arringhe dei difensori dei clienti che sono gli avvocati Mario Costa, Francesco Costantino, Giovanni Palermo, Giuliana Conte, Gabriele Cantaro e Salvatore Ganci. Alla prossima udienza del 4 novembre sarà l’avvocato Puzzo, difensore della zia, a parlare per ultimo, alla prossima udienza.



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