Rifiuti Enna. Assoconsumatori: Astensione o elusione?

ato rifiuti“La seduta dell’assemblea dell’ATO, svoltasi in data 29 settembre, si è conclusa con l’autorizzazione ai commissari liquidatori a denunziare alla Corte dei Conti ed alla Procura i fatti accertati in merito al passaggio dei dipendenti di Sicilia Ambiente all’ATO” questa la presa d’atto di Assoconsumatori di Enna. “Su questa tematica – continua Pippo Bruno, rappresentante provinciale di Assoconsumatori – la cui remissione alla Corte dei Conti e alla Procura è un atto obbligatorio da parte di un funzionario nel momento che si paventa una ipotesi di danno erariale per 15 milioni, si sono astenuti alcuni sindaci tra i quali: Enna, Assoro, Aidone, da semplice cittadino di una di queste realtà mi viene da chiedere: la motivazione che li ha spinti ad astenersi da una votazione su un atto, fra l’altro, dovuto? E’ compito, infatti, di ogni cittadino che viene a conoscenza di notizia di reato segnalarlo alle autorità competenti, nel caso la Procura”. Forte il richiamo di Assoconsumatori che ammonisce: “Se è compito di un semplice cittadino agire in sintonia con la legge a maggior ragione lo è per un primo cittadino che sul territorio è un pubblico ufficiale. Se ciò è da qualcuno disconosciuto allora siamo in balia di nessuno. Oppure vi è, forse, l’estremo tentativo di nascondere chi sa cosa? Noi pensiamo ad una semplice distrazione, perché rifuggiamo dall’idea che non abbiano capito la gravità dei fatti che hanno comportato per i cittadini sempre maggiori spese per i rifiuti”. Il dubbio: “Siamo coscienti che gli amministratori che ci governano facciano gli interessi delle collettività e non di pochi”. L’Associazione si dice grata ai commissari liquidatori ed a quei sindaci che in questo frangente stanno cercando di riportare ordine e legalità, da sempre auspicata, “in un settore dove di legittimità non c’è ne stata e lo dimostrano i 5.000 ricorsi intentati dai contribuenti contro l’ATO di fronte ai giudici della Commissione Tributaria Provinciale che ha visto vittoriosi i cittadini e soccombente l’ATO con una condanna alle spese che certamente si aggira attorno a 500.000 euro”. Conclude Pippo Bruno: “Ma quei soldi non escono dalle tasche di chi ha governato l’ATO ma dalla collettività, quindi, oltre al danno anche la beffa. Auspichiamo un sereno ed inflessibile operato della magistratura ordinaria e contabile che deve dipanare questa matassa e rendere chiaro ciò che a nostro parere chiaro non è”.