Villarosa. Transenna, un’arma che non spara ma uccide

villarosa manifestazione ponte 5 archi foto iannuso (4)L’ennesima comunicazione dell’ANAS, potrebbe essere chiuso lo svincolo di Ponte Cinque Archi sulla A19. Detto così, nulla da eccepirsi, l’ANAS ha le sue modalità di gestione e noi stiamo lì a guardare e sperare che le chiusure siano brevi e che tutto ritorni alla normalità.
Ma così non è, vi ricordate l’anonima di Steinbeck? Ebbene sembrerebbe essere rinata. Quella uccideva i contadini del Middle West senza neanche mostrare il viso, questa uccide con un’arma stranissima, statica, inamovibile… la transenna.
Il territorio di Enna ha avuto nei secoli la caratteristica di essere il nodo per eccellenza di tutte le vie di comunicazione siciliane, sia che le stesse passassero lungo le valli fluviali, come quando percorrevano le più aspre montagne. Da qui passava la consolare romana Catania Termini Imerese, da qui si dipartivano le vie annonarie che “in un sol giorno” (così ci narra Cicerone), consentivano al frumento della Sicilia centrale di raggiungere i porti sulle coste, Halaesa (Tusa) a Nord, Finziade (Licata) a Sud, Catania ad Est.
Questa caratteristica non solo fece grande Enna ma motivò, soprattutto dalla fine del medioevo, la nascita di fiorenti cittadine, legate al grano, allo zolfo, all’artigianato, e poste proprio lungo le direttrici delle stesse strade, Santa Caterina dei Grimaldi, Villarosa dei Notarbartolo, Cacchiamo dei Bongiorno…
Stanno ancora lì, disegnate da menti illuministe ed illuminate, con le trame ippodamee, con le strade che si incrociano a definire luoghi e funzioni del viver civile, ordinato, feudale ma moderno in un ossimoro che si fece realtà e che condizionò la vita di questi paesi sino alla metà buona del XX secolo.
Il boom economico trasformò il disegno delle strade e dalla lenta percorrenza della 121 “catanese” verso Palermo ad Ovest, si passò alla veloce e quasi disattenta A19, capace di cancellare nelle più giovani generazioni l’esistenza di decine di luoghi, nomi, paesi e genti.
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Oggi quell’incredibile balzo in avanti della velocizzazione, che tra le vittime contò pure la ferrovia, relegata si e no al ricordo nostalgico del treno, cozza di colpo con la indisponibilità di fondi.
Certo indisponibilità fittizia, e qui non ho tema di smentita, indisponibilità dovuta all’incapacità assoluta di un Governo Nazionale, in tutte le sue diverse forme, dalle berlusconiane con salsina leghista, alle montiane rigorose e fredde, alle piddiine dimentiche dell’interno. villarosa manifestazione ponte 5 archi foto iannuso (2)Nessuno degli ultimi governi nazionali ha immaginato di dover trovare danari che potessero servire al mantenimento delle opere viarie essenziali, nessuno degli ultimi governi regionali, ha lavorato seriamente alla composizione di un quadro programmatorio per la viabilità interna.
La Giunta Monaco, della quale fui parte, fece uno sforzo immane per mantenere quel minimo di finanziamenti racimolati in decine di viaggi di questua a Roma ed a Palermo, come se il diritto alla mobilità fosse un diritto del passato. Si riuscì si e no a mettere su i cantieri minimi, quelli che oggi, finalmente vanno verso la ultimazione materiale. Così i nuovi tratti dell’Agira Nicosia, così la SP4, finalmente consegnata, così la SP 28, la panoramica, tragicamente misconosciuta da tutti laddove la stessa è la vera strada di accesso ad Enna Alta.
Nel frattempo, l’anonima, pardon, l’ANAS, ha visto chiudere la 121 per mesi e mesi sotto Enna, e solo con l’impegno di sindaci e cittadini l’ha riaperta come fosse una concessione di bontà e non un obbligo del gestore, ha visto franare le rocce di Gaspa sulla Calascibetta Alimena Petralia, e ha definitivamente chiuso il tratto lasciando per mesi isolata Villapriolo e riducendo infine, con una pericolosissima e provvisoriamente eterna bretella, una delle più importanti arterie per la provincia ad una mulattiera con tratti di incredibile pendenza e con larghezze tali da creare problemi alle auto un poco più grandi.
villarosa manifestazione ponte 5 archi foto iannuso (3)Dopo qualche mese è stato chiuso il tratto del Ponte di Cinque Archi, impedendo al traffico sulla direttrice Nicosia Palermo, di trovare utile sbocco in autostrada.
Più a Nord la 120 è un susseguirsi di frane, buche, cantieri, deviazioni.
Tutto questo mentre ci vengono a dire, gli stessi governi, che bisogna chiudere gli ospedali, i centri nascite, gli uffici, i tribunali, le caserme, i comandi, tutto ciò che porta una bandiera sull’uscio e che può rappresentare un riferimento per la gente. Torneremo a veder nascere bimbi in casa, direbbe qualcuno, io direi che vedremo sfiorire i paesi, già ridotti al lumicino.
Provate a parlare con chi abita a Villarosa e magari lavora ad Enna, provate a chiedere ai ragazzi che dai paesi per giungere a scuola si alzano alle 5 del mattino, provate a chiedere ai gestori dei bar di Villapriolo, Villadoro, Cacchiamo, prima usati dai viaggiatori ed oggi rimasti lì, per la birra serale dei pochi contadini.
Sentirete solo l’indignazione, lo sconforto, la certezza di essere oramai non cittadini di serie B (c’eravamo abituati) ma l’ombra di cittadini, cittadini ad un senso. Ci si dice che bisogna stringere la cinghia per riportare l’Italia sui binari, qui, l’Italia è andata via, i binari pure e rimane l’ANAS, questa illustre sconosciuta…
Oggi i cittadini di Villarosa sono in sit in lungo la statale, chiedono che almeno non venga chiuso lo svincolo di ponte Cinque Archi. Chiedono che non si giunga alla infamante prigionia del paese.
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A quel sit in dovremmo partecipare tutti, ricordando che se a loro tocca oggi, statene certi, a noi toccherà domani. Cataldo Salerno, giustamente, sostiene che la fortuna del Crocetta sta nel non avere la stessa gioventù che oggi manifesta a Hong Kong. Non poteva essere così vero, non c’è quella gioventù, non c’è più cittadinanza, non c’è più voglia di democrazia. Ci stiamo facendo accerchiare, stiamo costringendo ad un futuro lontano tutti i nostri figli ed ad una pessima vecchiaia noi stessi, al massimo c’è chi, abituato alle discussioni calcistiche, da bar, accetta il verbo oclocratico e populista di chi spera che tutto vada in malora per poter poi… ?

Giuseppe Maria Amato
Consulente Ambientale
Presidente CEA Sicilia


Si ringrazia Giuseppe Innuso per le foto