Enna, impianti sportivi. Nuovo vertice in Prefettura

Enna campo GaetaÈ stato convocato per lunedì prossimo un nuovo vertice in prefettura per affrontare il tema sulla sicurezza degli impianti sportivi ennesi. La necessità di aprire un focus sulle strutture in provincia era nata oltre un mese fa dopo che diversi impianti, da un controllo della questura, risultarono non in perfetta regola con le norme di sicurezza. Della vicenda se ne occupò subito il prefetto di Enna convocando un vertice alla presenza del questore, dei comandanti provinciali dei carabinieri e dei vigili del fuoco, nonché del presidente provinciale del Coni, del delegato Figc e dei sindaci chiamati a fare una panoramica sugli impianti nei rispettivi comuni di appartenenza. Il dato che ne venne fuori non fu per nulla positivo perchè in quasi tutte le realtà mancava sempre qualche requisito affinchè l’impianto rispondesse al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Tra i comuni più vicini alla normalità Enna (al Gaeta con la sola tribuna coperta agibile e parte della gradinata), Leonforte, Calascibetta, Piazza Armerina e Valguarnera. Tra le strutture non agibili, o almeno in parte ma senza la presenza di pubblico, quelle di Aidone, Agira, Assoro, Barrafranca, Centuripe, Cerami, Gagliano, Nissoria, Pietraperzia Regalbuto, Sperlinga e Villarosa.
In quasi tutti i casi è stata registrata l’assenza del certificato di antincendio o di agibilità che non richiede ingenti investimenti da parte dei Comuni che, nella qualità di enti responsabili, sono stati spesso attaccati dalle società sportive che, a causa di queste mancanze, hanno dovuto subite il rinvio della gare ma anche multe. Nel corso dell’incontro dello scorso 20 ottobre il prefetto ritenne opportuno dare ai Comuni un ulteriore mese di tempo affinchè si attivassero per mettere a norma gli impianti. E delle risposte dovranno darle lunedì prossimo anche se pare che non tutti i Comuni siano in grado di portare risposte positive. In tal caso le conseguenze potrebbero essere radicali e preventivare un nuovo stop alla concessione degli impianti da parte della questura non è impossibile. Sarebbe un duro colpo perchè in molti casi a fermarsi sarebbero le attività di centinaia di giovani che hanno nello sport il loro unico modo di impegnare il tempo libero. Rimettere a norma gli impianti, specie laddove non servono spese eccessive ma solo dei certificati, diventa quindi anche un fattore sociale di cui i sindaci devono tenerne conto.

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