Enna. Avrebbe avuto approcci sessuali con disabili l’esperto in psicomotricità nel centro di riabilitazione, interrogato nega addebiti

bambino_maltrattatiEnna. “Per noi era la persona più dolce di questo mondo, uno che con i ragazzi ci sapeva fare. Ancora oggi stento a crederci che possa avere fatto queste cose”. A dichiararlo una ragazza che opera nel Centro di Riabilitazione dove si è verificato la vicenda che ha visto protagonista l’esperto in psicomotricità, residente in provincia di Caltanissetta, ed alcuni ragazzi del Centro di riabilitazione. Per il magistrato, che si sta interessando di questa brutta storia, l’esperto avrebbe approfittato di alcuni ragazzi disabili, affidati a lui per avere approcci sessuali di vario tipo. La vicenda è partita dalla denuncia di alcuni genitori che portano i figli a frequentare il Centro perché si sono accorti che i ragazzi avevano atteggiamenti strani con tanta irrequietezza e tanta malavoglia di frequentare il Centro. L’esperto in pisicomotricità, arrestato dagli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della Polizia che operano in Procura si è difeso di fronte al Gip Luisa Maria Bruno per l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Maria Giambra del foro di Caltanissetta, l’imputato ha risposto punto per punto negando gli addebiti, dichiarando di essere innocente. Probabile che l’avvocato Giambra possa presentare tra venerdì e lunedì ricorso al Tribunale del Riesame di Caltanissetta per chiedere di annullare l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. E’ stato il sostituto procuratore Fiammetta Modica a chiedere l’arresto del docente in psicomotricità sulla base dell’indagine effettuata dai poliziotti della Procura. A coordinare l’indagine è stato il procuratore Calogero Ferrotti, che sulla difesa dei bimbi disabili non transige e tra l’altro può contare su una sezione di Pg della Polizia che, da qualche anno, attraverso l’alta formazione professionale raggiunta, operano non solo nella fase repressiva ma anche nella fase di prevenzione. In questo campo c’è la collaborazione con le strutture sanitarie e sociali del capoluogo e della provincia con il coinvolgimento totale dell’Azienda sanitaria del Dipartimento di Salute Mentale e del Servizio di Neuropsichiatria Infantile, coinvolgendo tutte le strutture dove si trovano bambini disabili.




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