Processo a commerciante di Nicosia accusato di violenza sessuale sulla figlia della convivente

violenza-minoriNicosia. Si è aperto ieri il processo in Corte d’appello al commerciante nicosiano di 33 anni accusato di violenza sessuale sulla figlioletta. Il procuratore generale Giovanni Di Leo ha chiesto per l’uomo la condanna a 9 anni di reclusione. A carico di A. B., è già passata in giudicato la sentenza di condanna a 6 anni. In secondo grado era stato condannato per le presunte violenze sulla figlioletta ma assolto dall’accusa di avere abusato anche di un’altra bambina, figlia della donna con la quale aveva allacciato una relazione sentimentale. La procura generale aveva impugnato l’assoluzione per la seconda ipotesi di abusi e la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, con rinvio in appello. Il secondo processo d’appello, quindi, si celebra solo sul capo di imputazione per il quale il commerciante era stato assolto. A. B. in primo grado era stato condannato dal tribunale di Nicosia a 9 anni di reclusione, dopo che il collegio penale lo aveva riconosciuto colpevole di avere abusato sessualmente della figlia avuta dal matrimonio e della figlia della sua convivente. La Corte d’appello di Caltanissetta aveva però assolto il commerciante dal capo di imputazione relativo agli abusi sulla figlia della convivente, sulla base di una lunga serie di elementi a discolpa prodotti dalla difesa sostenuta dall’avvocato Ettore Grippaldi e ridotto la pena a 6 anni. In questo secondo processo d’appello il commerciante è difeso oltre che dall’avvocato Grippaldi anche da Rossana Giachino, che ieri mattina hanno discusso per oltre un’ora le tesi difensive, ripercorrendo tutte le tappe della vicenda, iniziata da una segnalazione fatta dagli operatori della casa famiglia dove erano ospiti l figlia della convivente e la sorellina.




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