Barrafranca: due arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla P.G. per furto cavi rame e alberi di mandorlo

rameI Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piazza Armerina congiuntamente ai colleghi della Stazione di Barrafranca, alle prime luci dell’alba odierna, in ottemperanza dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale, emessa dal Tribunale di Enna – Ufficio G.I.P. – Dr.ssa Mazza, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito cinque provvedimenti restrittivi della libertà tra cui due arresti domiciliari. Sono stati tratti in arresto:
– D.A., 35enne nato a Mazzarino (CL) ma residente a Barrafranca, coniugato, pastore, pregiudicato;
– D. F., 25enne nato ad Enna ma residente a Barrafranca, celibe, pastore, pregiudicato.
I Carabinieri hanno inoltre notificato la misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di tre cittadini barresi.
Attualmente irreperibile anche un giovane cittadino rumeno, già residente e stanziale a Barrafranca, coniugato, con precedenti di polizia, anch’egli destinatario della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G..
I due arrestati, unitamente al cittadino rumeno, sono gravemente indiziati, in concorso fra loro, di aver effettuato diversi furti di cavi di rame sottraendoli anche all’Enel s.p.a., con l’aggravante di aver usato violenza sulle cose e di aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio. I tre dovranno rispondere anche di furto aggravato di ingente numero di alberi di mandorlo sottratti da terreni di privati cittadini.
I tre cittadini barresi che sono stati colpiti dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. sono indagati per ricettazione in quanto, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, acquistavano o comunque ricevevano alberi di mandorlo, proventi di furto.
I reati si sarebbero verificati lo scorso anno tra Barrafranca e Pietraperzia.
L’indagine è stata seguita e coordinata personalmente dal Dr. Francesco Rio, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Enna.
Nello specifico, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia della città dei mosaici, durante l’espletamento di complesse indagini, supportate da mirate intercettazioni telefoniche ed ambientali – analisi dei dati G.P.S., hanno raccolto una serie di elementi che hanno delineato un quadro probatorio che ha consentito alla Magistratura di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sette indagati dell’intera operazione.
Gli atti di indagine compiuti, considerati unitamente ai pregiudizi penali e precedenti di polizia, portano ragionevolmente a presumere che i soggetti colpiti dal provvedimento degli arresti domiciliari, si dedichino professionalmente ed in modo continuativo a reati contro il patrimonio tra cui il furto aggravato di cavi in rame ed arbusti di mandorlo e che vivano, in parte, dei proventi degli illeciti perpetrati da cui traggono il loro sostentamento; il G.I.P. infatti ha osservato che, se lasciati in libertà, sarebbe derivata un’alta probabilità di commettere altri illeciti della stessa specie in quanto personalità poco inclini al rispetto delle regole della civile convivenza.
In capo ai quattro indagati destinatari della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. sono emersi convergenti, concordanti e gravi indizi di reità ma, per il fatto di essere incensurati, non sono stati raggiunti da misure custodiali.
Sono questi i motivi che hanno scaturito l’odierno provvedimento.
Gli arrestati, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, sono stati tradotti presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari a disposizione della competente Autorità Giudiziaria con la prescrizione di non comunicare con persone diverse da quelle con cui coabitano o convivono.
Per doverosa notizia occorre precisare che nell’indagine risulta indagato anche una settima persona, un 77enne barrese in capo al quale sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine all’ipotesi delittuosa di simulazione di reato.
All’esecuzione dei provvedimenti hanno preso parte trenta Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina.