Nicosia. Bagni pubblici chiusi causa della mancanza di personale pulizia

nicosia vedutaNicosia. Bagni pubblici chiusi in tutta la città a causa della mancanza di personale che assicura la pulizia. Il problema è scaturito dalla sospensione dei cantieri di servizio, nei quali sono impegnati gli ex fruitori del reddito minimo. Una situazione inaccettabile in una cittadina di quasi 15 mila abitanti, della quale si lamentano molte persone, soprattutto tra gli anziani che trascorrono qualche ora in piazza Garibaldi, al belvedere o alla villa di piazza San Francesco. Tra l’altro la chiusura dei bagni pubblici non si registrava ormai da molti anni e l’ultima risale a circa un decennio fa quando la chiusura scaturì da un pesante razionamento della distribuzione di acqua in tutta la città. Il commissario Rizza lo scorso 31 gennaio ha approvato l’elenco dei beneficiari e il programma relativi ai cantieri di servizio per il 2015. Si tratta di 25 beneficiari ammessi al cantiere per un costo complessivo mensile di 15.625 euro.
L’atto è stato trasmesso all’assessorato regionale Lavoro, ma per avviare il cantiere servono gli atti successivi che, al momento, non sono stati disposti. Rimane irrisolta anche la poco decorosa situazione della totale mancanza di almeno un servizio igienico in viale Magnana dove si svolge il mercato settimanale del giovedì e del sabato. Da sempre i commercianti ambulanti che vi svolgono le vendite lamentano la mancanza di servizi minimi nell’area del mercato, anche in considerazione del fatto che pagano la tassa comunale per l’esercizio della loro attività sul suolo assegnato, e che tale tassa comprende anche i servizi essenziali, quali una toilette. Il mercato della Magnana, che comunque anche a causa della crisi ha perduto molti commercianti che storicamente vendevano in città, è sempre affollato che si snoda su un viale di circa 800 metri sprovvisto di qualunque servizio igienico, ma anche di bar o attività commerciali e quindi i commercianti, che arrivano all’alba e rimangono per diverse ore, sono costretti ad “arrangiarsi”.


GIULIA MARTORANA PER IL QUOTIDIANO LA SICILIA