Barrafranca. Sull’omicidio di Totò Saitta, confermato l’ergastolo a Pietro Pernagallo

giustizia - scrannoBarrafranca. Confermato l’ergastolo nel processo d’appello bis, a carico di Pietro Pernagallo, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Saitta, uomo di primo piano della famiglia di Cosa Nostra di Barrafranca, ucciso a colpi di pistola, mentre stava uscendo dall’ufficio della sua impresa, il 25 giugno del 1992. Pietro Pernagallo di Grammichele ha commesso l’omicidio su precisa richiesta della famiglia di Cosa Nostra catanese, a cui si erano rivolti componenti della famiglia di Pietraperzia. Pietro Pernagallo ha seguito il processo da libero, in quanto la Cassazione ha annullato la prima condanna all’ergastolo che gli era stata inflitta. Nell’ultima udienza il Pg aveva ritenuto inattendibili le dichiarazioni del boss nisseno Angelo Palermo, che aveva dichiarato false le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, teste chiave, il quale aveva dichiarato di avere appreso dal pentito Ciro Vara che l’omicidio fu commesso da Pernagallo. La Cassazione, a questo riguardo si era espressa chiaramente, dicendo che, se un pentito racconta circostanze che gli hanno riferito altri, allora va sentita la sua “fonte”, per questo motivo la sentenza di appello con la condanna all’ergastolo era stata annullata. L’omicidio di Saitta era stato commissionato a Pernagallo dagli amici di Borino Miccichè, boss di Pietraperzia, ucciso pochi giorni prima, nella piazza principale di Pietraperzia, mentre si stavano svolgendo operazioni che riguardavano la campagna elettorale per le regionali in cui Miccichè era impegnato in prima persona. Un omicidio, dunque, che era una risposta a quello che era successo a Pietraperzia, e che probabilmente tra i mandanti poteva esserci stato Salvatore Saitta. Ora è arrivata la riconferma dell’ergastolo per Pernagallo.






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