Enna. Processo Ato Rifiuti, per ex CdA onorevoli prescrizione, chieste condanne per altri imputati

Rifiuti spazzaturaEnna. Entrato nel vivo, questa mattina, l’atto con cui il P.M. Francesco Rio ha riassunto e precisato i capi d’accusa a carico degli imputati per la presunta truffa ed i falsi in bilancio all’Ato EnnaEeuno. Contro gli imputati per la gestione dell’Ato Rifiuti si sono costituti parte civile i Comuni di Nicosia, Enna, quello di Troina e Centuripe e l’assessorato regionale Enti locali, che saranno ascoltati dalla Corte. Presidente dr. Grasso, il 23 marzo, a seguire i difensori, è probabile che la sentenza sia emessa il 23 aprile.
Francesco Rio, alla fine della requisitoria, durata oltre 30 minuti, ha chiesto alla Corte “un atto di coraggio”.

Questa le richieste finali del PM, per quanto riguarda i singoli imputati:
– per Catania sentenza di assoluzione dal capo A per non aver commesso il fatto (soggetto tenuto al versamento delle ritenute certificate era Ragonese, presidente C.d.A., Amministratore delegato e soggetto con poteri di rappresentanza dell’ente) e la condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H, p.b. anni uno e mesi sei di reclusione, aumentata per l’aggravante contestata ad anni due di reclusione;
– per Crisafulli sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per i capi E ed F;
– per Grimaldi sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per i capi E ed F;
– per Galvagno sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per i capi E ed F;
– per Tumino sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per i capi E ed F;
– per Costanza sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F ed assoluzione per non aver commesso il fatto per il capo H (si è dimesso il 19.10.2007 ed il bilancio è stato approvato il 27.06.2008);
– per Marchì sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F e condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due), con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche;
– per Scornavacche sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F e condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due) con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche;
– per Assennato sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F e condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due) con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche;
– per Castrogiovanni sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F e condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due) con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche;
– per Rabito sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato conseguente a prescrizione per il capo F e condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due) con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche;
– per Prestifilippo condanna ad anni due di reclusione per il reato di cui al capo H (p.b. anni uno e mesi sei aumentata per l’aggravante ad anni due) con interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche.

rio francesco ennaLa relazione del sostituto procuratore di Enna Francesco Rio
Imputati

Catania
A. Per il delitto previsto di cui all’art. 10bis d. lgs. n. 74/2000, perché, in concorso con Ragonese quale Presidente pro-tempore del Consiglio di Amministrazione ed Amministratore Delegato pro-tempore della Enna Euno s.p.a., il Catania quale consigliere di amministrazione pro-tempore della Enna Euno s.p.a., ometteva di versare ritenute certificate per un ammontare pari ad € 203.601,00.
Commesso ad Enna il 10 luglio 2008

Responsabilità Ente
B. Per il delitto di cui all’art. 2622 c.c., il Cocuzza quale Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enna Euno s.p.a. ed Amministratore delegato, il Cammarata quale consigliere di amministrazione ed amministratore delegato, il Cravotta quale vice presidente del Consiglio di Amministrazione, il Vitale, il Santangelo, il Capizzi, il Tambè quali consiglieri, il Centonze quale redattore della relazione sull’attività di accertamento evasione/elusione T.I.A. esercizio 2005 -nella quale venivano falsamente indicati crediti da evasione/elusione T.I.A. dell’Enna Euno s.p.a. nei confronti degli utenti- redigevano una bozza di bilancio d’esercizio al 31.12.2005 nella quale iscrivevano nel conto economico dei ricavi inesistenti per l’attività di accertamento dell’evasione ed elusione della T.I.A. per gli anni 2004 e 2005 dell’importo di € 4.170.000,00 e nell’attivo dello stato patrimoniale degli inesistenti crediti verso i clienti dell’importo di € 4.170.000,00.
Inoltre, il Crisafulli quale Presidente del Consiglio di Amministrazione, il Grimaldi quale vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, il Galvagno quale consigliere ed amministratore delegato, il Tumino quale consigliere, il Termine quale partecipante alla riunione del c.d.a. in data 31 luglio 2006 in cui veniva approvato il verbale della riunione del 07 luglio 2006- approvavano il progetto di bilancio innanzi descritto.
In tal modo esponevano nel bilancio d’esercizio della società innanzi detta al 31.12.2005 fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società cagionando un danno patrimoniale alla Provincia ed ai comuni soci della stessa (i quali, a seguito della condotta di truffa per l’accesso al fondo di rotazione, vedevano ridotte le somme loro spettanti del fondo per le autonomie locali, ed al fine di conseguire per sé un ingiusto profitto, consistito nel dissimulare le pesanti perdite di esercizio accumulate dalla società e nell’evitarne la messa in liquidazione.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio di raccolta rifiuti.
Commesso ad Enna il 07.07.2006 (data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione di Enna Euno s.p.a.)

O comunque, in via alternativa:
C. Per il reato di cui all’art. 2621 c.c.

D. Per il delitto di cui agli artt. 110 c.p., 2632 c.c., 61 n. 9 c.p., perché, il Crisafulli, il Grimaldi, il Galvagno ed il Tumino nelle qualità già descritte, il Termine quale membro del Consiglio di Amministrazione di Enna Euno s.p.a. dal 10.07.2006, avvalendosi di utili inesistenti in quanto emergenti dal falso bilancio di esercizio, e conseguenti ad una rilevante sopravvalutazione dei crediti per evasione/elusione della T.I.A., proponevano all’assemblea straordinaria dei soci di Enna Euno s.p.a. la delibera con cui veniva aumentato fittiziamente il capitale sociale della Enna Euno s.p.a. da € 100.001 ad € 1.050.000, attribuendo gratuitamente nuove azioni ai Comuni-soci in proporzione alle azioni possedute, delibera successivamente adottata in data 21.07.2006.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio di raccolta rifiuti.
Commesso ad Enna il 07.07.2006

Crisafulli, Grimaldi, Galvagno, Tumino – Prescritto 31.07.2014

E. Per il delitto previsto dagli artt. 110, 81 cpv., 640bis, 61 n. 7 e 9 c.p., perché, con artifizi e raggiri –consistiti nel commettere il delitto di false comunicazioni sociali descritto e nell’aumentare fittiziamente il capitale sociale della Enna Euno s.p.a. allo scopo di raggiungere la soglia minima di capitale sociale prevista per accedere al cd. fondo di rotazione di cui alla l.r. n. 19/2005, e nel fare richiesta di accesso al fondo di rotazione stesso-, inducendo la Regione Siciliana in errore in ordine alla situazione patrimoniale e finanziaria di Enna Euno s.p.a., ottenevano dalla Regione Sicilia il finanziamento pubblico di € 8.915.010,08, destinato a garantire la copertura delle spese inerenti la gestione integrata dei rifiuti nei casi di temporanee difficoltà finanziarie delle società degli ambiti territoriali ottimali.
Con le aggravanti di avere causato alla Regione Sicilia ed ai comuni soci di Enna Euno s.p.a. un danno patrimoniale di rilevante entità, e di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio di raccolta rifiuti.
Commesso in Enna, 4 agosto – 15 novembre 2006.

Crisafulli, Grimaldi, Galvagno, Tumino, Costanza, Marchì, Scornavacche, Assennato, Castrogiovanni e Rabbito- Prescritto 14.02.2015

F. Per il reato previsto dall’art. 2622 c.c., 61 n. 9 c.p., il Crisafulli, il Grimaldi, il Galvagno, il Tumino ed il Termine nelle qualità sopra descritte ed il Rabbito quale amministratore di fatto della Enna Euno s.p.a. dal 27.12.2006 al 27.06.2008 (giusta procura conferitagli dal Consiglio di Amministrazione della Enna Euno s.p.a. in data 27.12.2006), il Costanza quale Presidente del Consiglio di Amministrazione, il Marchì quale vice-presidente, lo Scornavacche, l’assennato ed il Castrogiovanni quali membri del consiglio di amministrazione di Enna Euno s.p.a. al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, consistito nel dissimulare le pesanti perdite di esercizio accumulate dalla società e nell’evitarne la messa in liquidazione, nel bilancio d’esercizio al 31.12.2006 e nel bilancio consolidato al 31.12.2006 esponevano fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società e del gruppo al quale essa apparteneva, cagionando un danno patrimoniale alla Provincia di Enna ed ai comuni soci della stessa (i quali vedevano ridotte le somme loro spettanti del fondo per le autonomie locali di cui all’art. 23, comma 1, l.r. n. 21 del 29.12.2003), mediante:
– l’imputazione nel conto economico di ricavi totalmente fittizi ed inesistenti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anno 2006 per l’importo complessivo di € 2.000.000,00;
– l’iscrizione nell’attivo dello stato patrimoniale di crediti altrettanto fittizi ed inesistenti verso clienti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo complessivo di € 6.170.000,00;
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio di raccolta rifiuti
Commesso ad Enna il 29 maggio 2007

O comunque, in via alternativa:
G. Per il reato previsto dall’art. 2621 c.c.,

Costanza, Marchì, Scornavacche, Assennato, Castrogiovanni, Prestifilippo, Catania, Rabbito
H. Per il delitto previsto dall’art. 2622 c.c., il Costanza, il Marchì, lo Scornavacche, l’assennato, il Castrogiovanni nelle qualità sopra descritte, il Ragonese quale Presidente del Consiglio di Amministrazione e amministratore delegato, il Prestifilippo quale vice-presidente del consiglio di amministrazione, il Catania quale membro del consiglio di amministrazione, nel bilancio d’esercizio al 31.12.2007 e nel bilancio consolidato al 31.12.2007 esponevano fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società e del gruppo al quale essa apparteneva, cagionando un danno patrimoniale alla Provincia di Enna ed ai comuni soci della stessa (i quali vedevano ridotte le somme loro spettanti del fondo per le autonomie locali di cui all’art. 23, comma 1, l.r. n. 21 del 29.12.2003) mediante l’iscrizione nell’attivo dello stato patrimoniale di crediti totalmente fittizi ed inesistenti verso clienti per attività di accertamento evasione ed elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo complessivo di € 6.170.000.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio di raccolta rifiuti
Commesso ad Enna il 27.06.2008

O comunque, in via alternativa:
I. Per il delitto previsto dall’art. 2621 c.c.,

Enna Euno s.p.a., in persona del rappresentante legale pro-tempore
J. Responsabile ex art. 24 e 25ter d. lgs. n. 231/2001 degli illeciti amministrativi derivanti dai reati descritti nei capi B, C, D, E, F, G, H, I, reati tutti commessi nel suo interesse ed a suo vantaggio da persone che rivestivano funzioni di amministrazione della Enna Euno s.p.a.

Capo A – omesso versamento di ritenute certificate (art. 10-bis d.lgs. 74/2000)

Con riferimento all’anno d’imposta 2007, dagli accertamenti eseguiti sul modello 770/2008 presentato in data 09.10.2008 (quindi, oltre il termine di scadenza previsto per il 10.07.2008), si rilevava che non erano state versate, entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto d’imposta (10.07.2008), ritenute certificate per un ammontare di € 203.601,00.
In tale periodo il Consiglio di Amministrazione della Enna Euno s.p.a. era composto dal geom. Salvatore Ragonese, quale presidente e amministratore delegato, e dal dott. Antonino Catania, consigliere.

False comunicazioni sociali ed aumento fittizio del capitale

Anche al fine di distinguere le singole condotte, occorre dare conto dei vari componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale che si sono succeduti dalla costituzione della Enna Euno s.p.a..
La società Enna Euno S.p.a. dalla sua costituzione (avvenuta il 31 dicembre 2002) fino al 26 giugno 2006 ha avuto un’amministrazione tecnica con il C.d.A. composto dal dott. Serafino Cocuzza, presidente e amministratore delegato, dal geom. Antonio Cammarata, consigliere ed amministratore delegato, e dai consiglieri dott. Giovanni Vitale, dott. Francesco Santangelo, avv. Piero Capizzi (cooptato l’8 settembre 2005), avv. Giuseppe Tambè (anch’egli cooptato l’8 settembre 2005) e ing. Claudio Cravotta (nominato l’1 ottobre 2003), vice presidente.
Nel medesimo periodo il collegio sindacale era composto dal dott. Rosario Laudani, presidente, e dai sindaci effettivi dott. Francesco Mazzaglia e rag. Paolo Vallone.

Il giorno 26 giugno 2006 è subentrata un’amministrazione di carattere politico con il C.d.A. composto dall’On. Vladimiro Crisafulli, quale presidente, dall’On. Michele Galvagno, quale consigliere ed amministratore delegato, e dai consiglieri On. Carmelo Tumino, On. Salvatore Termine (il quale ha accettato la carica il successivo 10 luglio 2006) e On. Grimaldi Ugo Maria, quale vice presidente, i quali hanno la società a titolo gratuito fino al giorno 19 gennaio 2007, data di presentazione delle dimissioni.
Nello stesso giorno si è insediato il collegio sindacale composto dal dott. Nicolò Cantale, presidente, e dai sindaci effettivi dott. Giuseppe Maccarrone e dott. Salvatore Rizzo, organo che ha continuato ad operare nonostante i suoi componenti avessero presentato formali dimissioni in data 22 novembre 2007, atteso che l’assemblea dei soci non provvedeva alla loro sostituzione.

Dal 12 marzo 2007 all’8 settembre 2008 si sono avvicendate altre due amministrazioni di carattere politico.

Il primo C.d.A. ha amministrato la società dal 12 marzo al 19 ottobre 2007 (data in cui ha presentato formali dimissioni) ed era composto dal dott. Francesco Costanza, quale presidente, dall’avv. Giuseppe Salvatore Marchì, quale vice presidente, e dai consiglieri dott. Giuseppe Nunzio Scornavacche, geom. Giuseppe Assennato e geom. Giuseppe Castrogiovanni.

Il secondo C.d.A. ha amministrato la società dal 19 ottobre 2007 all’8 settembre 2008 (data in cui è decaduto per le dimissioni di due amministratori su tre) ed era composto dal geom. Salvatore Ragonese, quale presidente e amministratore delegato, dal dott. Maurizio Prestifilippo, vice presidente (il quale ha rassegnato le dimissioni già in data 3 marzo 2008), e dal dott. Antonino Catania, consigliere (il quale ha rassegnato le dimissioni in data 8 settembre 2008).

Nel periodo dall’8 settembre al 12 dicembre 2008 i componenti il collegio sindacale in carica (dott. Nicolò Cantale, presidente, dott. Giuseppe Maccarrone e dott. Salvatore Rizzo, sindaci effettivi), anche se da tempo dimissionari, sono divenuti amministratori in via sostitutiva e provvisoria, occupandosi dell’ordinaria amministrazione della società, così come previsto dallo statuto societario in caso di assenza dell’organo amministrativo.

In data 11 novembre 2008 l’assemblea dei soci ha nominato un nuovo C.d.A. composto dal geom. Salvatore Ragonese, presidente e amministratore delegato, dall’avv. Giuseppe Elio Girlando, vice presidente, e dal dott. Michele D’amico, consigliere. Tali amministratori hanno accettato formalmente l’incarico in data 12 dicembre 2008 ed hanno operato con pieni poteri fino al giorno 16 gennaio 2009, data in cui l’assemblea straordinaria dei soci di Enna Euno Spa ha messo in liquidazione la società stessa, ha nominato il collegio dei liquidatori nelle stesse persone del geom. Salvatore Ragonese, legale rappresentante ed amministratore delegato, dell’avv. Giuseppe Elio Girlando e del dott. Michele D’Amico ed ha autorizzato l’esercizio provvisorio dell’attività sociale fino al 30 giugno 2009.

La disamina dei singoli bilanci.

A) Bilancio d’esercizio al 31.12.2005
Il bilancio d’esercizio al 31.12.2005 evidenziava un utile d’esercizio di € 1.074.036,00, circostanza che subito destava sospetti, sia per le notorie difficoltà finanziarie della società Enna Euno s.p.a., sin dalla sua costituzione, sia poiché gli altri bilanci sociali erano stati chiusi in sostanziale pareggio ovvero con rilevanti perdite d’esercizio (bilanci 2006 e 2007).
Dall’esame del bilancio d’esercizio emergeva la contabilizzazione di ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione della Tariffa Integrata Rifiuti (TIA) relativamente agli anni 2004-2005 per l’importo di € 4.170.000,00 e di crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-2005 per lo stesso importo;

Le indicazioni fornite nella nota integrativa del 31.12.2005, erano scarne e lacunose, non essendo possibile stabilire a quale annualità si riferiscono i Ricavi TIA elusione/evasione per l’importo di € 2.170.000,00 (dalle registrazioni in contabilità generale si deduce che i citati ricavi si riferivano all’accertamento elusione/evasione della TIA per l’anno 2004), né essendo stato indicato alcunché in ordine alle modalità di accertamento e quantificazione sia dell’evasione/elusione della T.I.A., che del conseguente ricavo presunto.

B) – Bilancio d’esercizio al 31.12.2006
Il bilancio d’esercizio al 31.12.2006 evidenziava una perdita d’esercizio di € 1.036.270,00.
Dall’esame del citato bilancio d’esercizio emergeva:
1. la contabilizzazione di ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anno 2006 per l’importo di € 2.000.000,00 e di crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo di € 6.170.000,00;
2. la contabilizzazione di debiti verso la Regione Siciliana per l’accesso al fondo di rotazione per l’importo di € 8.915.010,08;
3. l’acquisizione di azioni del capitale sociale di Sicilia Ambiente S.p.a. per l’importo di € 484.020,00.

1. Accertamento evasione/elusione T.I.A.

Nel Valore della produzione del Conto Economico, sono stati contabilizzati, tra gli altri, Ricavi TIA elusione/evasione per € 2.000.000,00.
La contropartita è rappresentata dalle Fatture da emettere di pari importo iscritte nell’Attivo Circolante dello Stato Patrimoniale, alla voce Crediti verso clienti.
Dalla lettura della nota integrativa al bilancio di esercizio predetto si rileva che il credito verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004, 2005 e 2006 ammontava complessivamente ad € 6.170.000,00, ma non veniva indicato alcunché con riferimento all’attività di accertamento posta in essere dalla società d’ambito per la scoperta di evasori ed elusori della TIA per gli anni 2004, 2005 e 2006.
Gli amministratori pro-tempore della società quindi iscrivevano nel bilancio al 31.12.2006 un ulteriore (rispetto al bilancio di esercizio al 31.12.2005) ricavo presunto di € 2.000.000,00 nel Conto Economico ed un credito verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA 2004-05-06 dell’importo di € 6.170.000,00 nell’Attivo dello Stato Patrimoniale.

2. Fondo di Rotazione art. 21, co 17, L.R. 19/2005

Tra i Debiti iscritti nel Passivo dello Stato Patrimoniale, alla voce D.14) Altri debiti, è stato contabilizzato, tra l’altro, l’importo di € 8.915.010,00.
Dalla lettura della nota integrativa 31.12.2006, pagine 1 e 2, si rileva quanto segue: “Tale problematica (la difficoltà finanziaria) è stata solo in parte lenita con il ricorso al fondo di rotazione costituito dalla legge regionale n. 19 articoli 21 comma 17, essendo questo in gran parte utilizzato per rientrare dalla esposizione bancaria nei confronti di Banca Nuova S.p.A.
“Con delibera dell’assemblea dei soci del 21/07/2006 la società ha destinato l’utile d’esercizio del 2005 all’aumento gratuito del capitale sociale da € 100.001,00 ad € 1.050.000,00. Tale incremento del capitale si è reso necessario in quanto requisito essenziale per poter accedere al Fondo di Rotazione di cui all’art. 21, comma 17, della legge regionale n. 19/2005.”
Gli amministratori pro-tempore della società hanno, di conseguenza, iscritto nel bilancio al 31.12.2006, nel Passivo dello Stato Patrimoniale, un debito verso la Regione Siciliana di € 8.915.010,08 per l’accesso al fondo di rotazione.

3. Acquisizione azioni Sicilia Ambiente S.p.a.
Tra le Immobilizzazioni finanziarie iscritte nell’Attivo dello Stato Patrimoniale è stato contabilizzato l’importo di € 484.020,08.
Dalla lettura della nota integrativa 31.12.2006, pagine 1 e 10, si rileva quanto segue: “Altro elemento che in premessa si ritiene doveroso evidenziare è la funzione di controllo della società Sicilia Ambiente S.p.A. di cui si è acquisito il 51% del capitale sociale nel corso dell’esercizio ed a cui sarà affidato il servizio di raccolta dei rifiuti, nonché la fatturazione e la riscossione a decorrere dal 2007.”
“L’incremento di € 484.020 è dovuto all’acquisto della partecipazione nella società Sicilia Ambiente S.p.A. pari al 51% del capitale sociale, acquisto rispettivamente per il 45% dalla società COSIAM scarl e per il 6% dalla Provincia Regionale di Enna.”
Gli amministratori pro-tempore della società hanno, di conseguenza, iscritto nel bilancio al 31.12.2006, nell’Attivo dello Stato Patrimoniale una partecipazione azionaria di € 484.020,00 per l’acquisizione del 51% del capitale sociale di Sicilia Ambiente S.p.a.

Bilancio consolidato al 31.12.2006
Il bilancio consolidato al 31.12.2006 ha messo in evidenza una perdita di gruppo di € 1.009.689,00.
Il citato bilancio consolidato include i dati dei bilanci della società d’ambito Enna Euno S.p.a. (società capogruppo) e della Sicilia Ambiente S.p.a. (società partecipata al 51%).
Il bilancio consolidato predetto registra il seguente dato derivante dalla società capogruppo:
1. la contabilizzazione di ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anno 2006 per l’importo di € 2.000.000,00 e di crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo di € 6.170.000,00.
Gli amministratori pro-tempore della società hanno iscritto nel bilancio consolidato al 31.12.2006 un ricavo presunto di € 2.000.000,00 nel Conto Economico ed un credito verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA 2004-05-06 dell’importo di € 6.170.000,00 nell’Attivo dello Stato Patrimoniale.

Bilancio di esercizio al 31.12.2007
Il bilancio d’esercizio al 31.12.2007 metteva in evidenza un’altra perdita d’esercizio di € 1.658.424,00.
Nel citato bilancio d’esercizio sono stati contabilizzati crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo di € 6.170.000,00, ma dalla lettura della nota integrativa 31.12.2007, non è possibile rilevare alcunché con riferimento all’attività di accertamento posta in essere dalla società d’ambito per l’individuazione di evasori ed elusori della TIA per i citati anni 2004, 2005 e 2006.

Bilancio consolidato al 31.12.2007
Il bilancio consolidato al 31.12.2007 denunciava un’altra perdita di gruppo di € 1.677.199,00.
Nel bilancio consolidato in trattazione vengono contabilizzati crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo di € 6.170.000,00.

La quantificazione della T.I.A. elusa o evasa
Dall’esame congiunto della documentazione esibita dalla società, dei bilanci d’esercizio e consolidati, del libro dei verbali del consiglio d’amministrazione, del libro dei verbali delle assemblee dei soci e del libro dei verbali del collegio sindacale è emerso che:
In data 14 novembre 2005 (vds. Verbale del C.d.A. del 14/11/2005), il presidente del C.d.A., dott. Serafino Cocuzza, informa il consiglio che “… l’Ufficio TIA ha predisposto la relazione sull’attività di elusione ed evasione, al fine di stabilire se attraverso il recupero dell’evasione ed elusione sia possibile, nei Comuni ove sia stata superata abbondantemente la soglia del 30% del saldo TIA 2004, fare pagare agli utenti solo il 30% della TIA. Da tale relazione si evince che dalle suddette attività è possibile procedere ad un recupero sulla TIA pari ad € 2.000.000,00.
……omissis……
Prende la parola l’Amministratore Delegato, geom. Cammarata, il quale chiede al Collegio Sindacale, se la proposta esposta dal Presidente sia percorribile sul piano della legittimità. Il Collegio Sindacale, nella persona del dott. Laudani, sottolinea che la proposta del Presidente così come è strutturata, può comportare delle perdite di esercizio poiché allo stato attuale non si ha contezza se le somme non riscosse possano essere recuperate con le attività di accertamento di elusione e/o evasione.

Il documento a cui si riferisce il dott. Serafino Cocuzza è la “Relazione attività accertamento esercizio 2005”, priva di data, predisposta dal responsabile pro-tempore dell’Ufficio TIA della società, dott. Calogero Centonze, e diretta al Consigliere d’Amministrazione Avv. Piero Capizzi.
Nella citata relazione, il dott. Calogero Centonze espone le attività svolte nel campo della lotta all’evasione/elusione della tariffa dall’ufficio da lui diretto e dalla Montepaschi Serit – Inpa e stima con metodi induttivi ed approssimativi in € 2.025.000,00 l’importo da fatturare per recupero dell’evasione TIA.
In effetti, già in data 29 aprile 2005 tra le società EnnaEuno Spa e Montepaschi Se.Ri.T. Servizio Riscossione Tributi Spa di Palermo era stata stipulata la “Convenzione per l’affidamento delle attività di recupero evasione della Tariffa d’Igiene Ambientale per la società d’ambito EnnaEuno Spa”. Con tale convenzione la società d’ambito aveva affidato fino al 31/12/2007 al concessionario Montepaschi Se.Ri.T. Spa (ora Serit Sicilia Spa) l’attività d’accertamento e riscossione dell’elusione/evasione TIA relativa agli anni 2004 e 2005.
Tale convenzione precedeva un accordo stipulato in data 6 aprile 2006 tra le società EnnaEuno Spa e Inpa S.p.a. di Roma, filiale di Palermo (altra società del gruppo Montepaschi), avente ad oggetto: “Convenzione per l’affidamento delle attività di recupero degli importi dovuti a titolo di Tariffa d’Igiene Ambientale per la società d’ambito EnnaEuno Spa”. Con quest’altra convenzione la società d’ambito ha affidato fino al 31/12/2007 ad Inpa Spa l’attività di recupero dei crediti TIA insoluti relativi agli anni 2004 e 2005.
Del carattere assolutamente fittizio dei ricavi indicati nei bilanci sopra indicati fornisce una significativa prova il fatto che la Enna Euno s.p.a. in data 20.08.2009 pubblicava nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea 159 un bando di gara a procedura aperta, per l’affidamento delle attività di accertamento e di recupero dell’evasione ed elusione della T.I.A. degli anni 2004, 2005 e 2006; la pubblicazione di tale bando è decisamente indicativa del fatto che gli importi indicati come ricavi presunti nei bilanci predetti sono stati individuati in base a criteri del tutto imperscrutabili.

L’istituzione del cd. fondo di rotazione e l’accesso allo stesso da parte di Enna Euno s.p.a.
In data 12 dicembre 2005 (vds. Verbale del C.d.A. del 12/12/2005), il presidente del C.d.A., dott. Serafino Cocuzza, informava il consiglio che “… presso l’Assemblea Regionale è in fase di approvazione una variazione al bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2005, che prevede importanti novità anche per le società d’ambito. Tale novità disciplina l’istituzione presso l’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali di un fondo di rotazione, destinato a garantire la copertura delle spese inerenti la gestione integrata dei rifiuti nei casi di temporanea difficoltà finanziaria. Per poter accedere al fondo tuttavia la società d’ambito deve avere un capitale sociale di almeno un milione di euro interamente versato; inoltre la richiesta della società, perché possa essere soddisfatta, deve pervenire dopo aver utilizzato fondi alternativi quali quelli dei Comuni, che hanno l’obbligo di intervenire istituendo nel bilancio di previsione un apposito capitolo di spesa con adeguata dotazione , e le banche. Per tale motivo una volta approvata in via definitiva la legge è necessario indire una assemblea straordinaria per aumentare il capitale sociale sino ad un milione di euro.”.

In data 21 dicembre 2005 (vds. Verbale assemblea ordinaria dei soci del 21/12/2005), il presidente del C.d.A., dott. Serafino Cocuzza, “… relazione brevemente sull’attività espletata dal C.d.A., finalizzata alla lotta evasione e/o elusione della tariffa d’igiene ambientale e sui risultati conseguiti, che consentono di procedere ad un recupero della TIA pari ad € 2.000.000,00.
……omissis……
Informa l’Assemblea che relativamente ai problemi di liquidità sta intervenendo la Regione con un’apposita norma che prevede l’anticipo degli stipendi ai dipendenti richiedendo però che l’ATO elevi il capitale sociale ad un milione di euro, e che i Comuni provvederanno a stanziare nei propri bilanci le somme necessarie per il servizio di igiene ambientale. …”.
In data 28 dicembre 2005 (vds. Verbale del C.d.A. del 28/12/2005), al terzo punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Convocazione assemblea straordinaria – “Il consiglio prende atto che, la legge regionale 22 dicembre 2005 n. 19 ha istituito un fondo di rotazione a favore delle società d’ambito, al quale è possibile accedere qualora la società stessa abbia un capitale sociale, interamente versato, di almeno 1.000.000,00 di euro. Su tale punto, si chiede al Consiglio, di dare mandato al Presidente ed Amministratore Delegato di porre in essere gli atti propedeutici alla convocazione dell’assemblea straordinaria, e fissarla per il 15 febbraio 2006 in prima convocazione ed il 16 febbraio 2006 in seconda convocazione.”.

L’auspicato aumento a pagamento del capitale sociale, in realtà, non viene deliberato dell’assemblea dei soci, tanto che in data 31 maggio 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 31/05/2006), all’undicesimo punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Richiesta chiarimenti in ordine alle verifiche in corso – si rileva che “…… Di tale situazione (n.d.r. i notevoli problemi finanziari) una enorme responsabilità va addebitata ai soci i quali non hanno tenuto nella debita considerazione l’aumento del capitale sociale che avrebbe consentito alla società di accedere al fondo di rotazione posto in essere dalla regione Sicilia, consentendo alla società di disporre di una maggiore liquidità di cassa e quindi di potere effettuare i pagamenti nei termini stabiliti. Inoltre prosegue l’Amministratore Delegato che il consiglio è in scadenza e propone quindi di svolgere solo l’ordinaria amministrazione. Il consiglio approva. ……”.

Il C.d.A. presieduto dal dott. Serafino Cocuzza, pertanto, nella seduta del 14 giugno 2006 prende atto dell’impossibilità di procedere alla chiusura del bilancio d’esercizio al 31.12.2005 per la mancanza di alcuni dati provenienti dai Comuni di Barrafranca, Valguarnera e Centuripe e, in considerazione del fatto che l’assemblea dei soci nella seduta del 26 giugno dovrà rinnovare le cariche sociali (consiglio di amministrazione e collegio sindacale), decide di lasciare agli atti della società un’analisi della situazione economica-patrimoniale al 31.12.2005.

Nella successiva ed ultima seduta del C.d.A. presieduto dal dott. Serafino Cocuzza in data 21 giugno 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 21/06/2006), al quinto punto all’ordine del giorno – Analisi della situazione economica patrimoniale al 31/12/05. Determinazioni conseguenti – “Il consiglio prende atto che è stata predisposta l’analisi della situazione economica patrimoniale al 31/12/05. Tale analisi consente, non potendo procedere all’approvazione del bilancio per mancanza di alcuni dati, di lasciare comunque agli atti della società quella che è in linea di massima la situazione finanziaria della società alla data del 31 dicembre 2005.”. Pertanto, viene deliberato all’unanimità di approvare l’analisi della situazione economica patrimoniale al 31/12/05, allegando al verbale il Bilancio provvisorio al 31/12/2005 predisposto dal consiglio di amministrazione uscente.

Tale bilancio provvisorio, rispetto a quello approvato dall’assemblea dei soci in data 21 luglio 2006 (quando è in carica il C.d.A. presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli), è stato chiuso in sostanziale pareggio. In particolare, dallo stesso si rileva:
– la contabilizzazione di ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05 per l’importo di € 4.170.000,00 e di crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05 per lo stesso importo;

Nel frattempo, in data 26 giugno 2006, l’assemblea dei soci nominava il nuovo C.d.A. presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli ed il nuovo collegio sindacale presieduto dal dott. Nicolò Cantale, i quali avevano da subito l’onere, rispettivamente, di approvare il progetto di bilancio al 31/12/2005 e di redigere la Relazione del collegio sindacale al bilancio d’esercizio al 31/12/2005.

In data 30 giugno 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 30/06/2006), nella prima seduta d’insediamento, “Il consiglio prende atto che al fine di arginare i problemi di liquidità della società è necessario agire su più fronti. Una prima strada da seguire è quella di accedere al fondo di rotazione istituito dalla legge regionale 22 dicembre 2005 n. 19. Tuttavia per poter accedere al fondo è necessario procedere all’aumento capitale sociale, in quanto ai sensi dell’art. 21 comma 17 della legge regionale 22 dicembre 2005 n. 19 la società d’ambito deve avere un capitale sociale non inferiore ad € 1.000.000,00. Considerata la situazione economica dei Comuni si giudica opportuno procedere ad un aumento gratuito del capitale sociale imputando a capitale la parte disponibile delle riserve iscritte in bilancio. Tra le riserve sono state individuate i Centri Comunali di Raccolta e le isole ecologiche. Tali beni difatti, sono di proprietà della società in quanto la circolare commissariale n. 14278 del 1° luglio 2004 recita che .
Pertanto, il consiglio d’amministrazione deliberava, all’unanimità, di:
– predisporre gli atti per procedere all’aumento del capitale sociale ai fine di accedere al fondo di rotazione;
– convocare il consiglio per giorno 07/07/2006 al fine di approvare il bilancio;
– dare mandato all’ufficio tecnico affinché predisponga una relazione sul valore dei Centri Comunali di Raccolta e delle isole ecologiche.

La relazione richiesta all’ufficio tecnico alla quale si fa riferimento è quella avente ad oggetto: “Valutazioni immobilizzazioni materiali” predisposta dai dirigenti dell’ufficio tecnico e dell’ufficio TIA della società EnnaEuno Spa, rispettivamente ing. Salvatore Rindone e dott. Calogero Centonze, i quali hanno stimato in € 2.624.541,85 il valore complessivo dei C.C.R. e delle isole ecologiche presenti nel territorio della provincia da iscrivere nel patrimonio immobilizzato della società d’ambito territoriale.

In data 7 luglio 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 07/07/2006), il C.d.A. presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli deliberava all’unanimità di approvare il bilancio d’esercizio chiuso al 31/12/2005 e di convocare per giorno 21.07.2006 l’assemblea ordinaria dei soci per l’approvazione del bilancio e l’assemblea straordinaria per alcune modifiche dello statuto ed, in particolare, per l’aumento del capitale sociale finalizzato all’accesso al fondo di rotazione.

Il citato bilancio d’esercizio al 31/12/2005 approntato dal C.d.A. della c.d. “deputazione ennese” evidenziava un utile d’esercizio di € 1.074.036,00 scaturito, in particolare, dalla contabilizzazione di:
– ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05 per l’importo di € 4.170.000,00 (e correlati crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05 dello stesso importo);
– sopravvenienze attive derivanti dalla patrimonializzazione dei Centri Comunali di Raccolta e delle Isole Ecologiche per l’importo di € 2.624.541,85 (e correlate immobilizzazioni materiali dello stesso importo).

Il bilancio d’esercizio al 31/12/2005 predisposto dal C.d.A. presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli è stato, quindi, approvato dall’assemblea dei soci in data 21 luglio 2006, la quale ha deliberato di destinare l’utile d’esercizio di € 1.074.036,00 come proposto dal consiglio d’amministrazione:
– riserva legale (5%) € 53.702
– riserva futuro aumento capitale sociale € 949.999
– riserva facoltativa disponibile € 70.335
Il collegio sindacale presieduto dal dott. Nicolò Cantale, nella Relazione al bilancio d’esercizio al 31/12/2005 predisposta in data 19 luglio 2006, con particolare riferimento ai C.C.R. ed alle Isole Ecologiche evidenziava quanto segue: “…… Il notevole incremento delle immobilizzazioni materiali è quasi totalmente determinato dalla iscrizione nell’attivo dei cosiddetti Centri Comunali di Raccolta e delle isole ecologiche che sono stati valutati in complessivi euro 2.624.541,85.

Secondo il principio contabile n. 16 OIC le immobilizzazioni materiali ricevute in proprietà a titolo gratuito originano un provento straordinario da imputare alla voce E20 del conto economico: tale sopravvenienza ha determinato un utile di bilancio. In mancanza il bilancio in approvazione avrebbe evidenziato una notevole perdita, che avrebbe potuto compromettere la stessa continuità aziendale.”.
……omissis……
“OSSERVAZIONI E PROPOSTE
3) Il collegio prende atto che l’operazione di patrimonializzazione dei Centri Comunali di Raccolta (CCR) è finalizzata all’aumento gratuito del capitale sociale, condizione indispensabile per l’accesso al fondo di rotazione di cui alla legge regionale n. 19/2005, ex articolo 21 comma 17 nonché ad altre fonti di finanziamento. A tal fine si invita il Consiglio di Amministrazione a provvedere con tempestività alla trascrizione nei registri immobiliari dei beni acquisiti.”.

Il collegio sindacale ha espresso analoghe osservazioni nella Relazione al bilancio d’esercizio al 31/12/2006 predisposta in data 11 giugno 2007 e nel verbale del 23 febbraio 2007. Lo stesso collegio ha più volte invitato e diffidato il consiglio d’amministrazione a provvedere con tempestività alla trascrizione nei registri immobiliari dei beni acquisiti.

La patrimonializzazione dei Centri Comunali di Raccolta e delle Isole Ecologiche
L’iscrizione di detti beni tra le immobilizzazioni trae origine dai seguenti atti del dell’Ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti e per la tutela delle acque in Sicilia:
– Ordinanza Commissariale n. 1166 del 18.12.2002 che ha adottato il “Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia”, il cui capitolo 7, paragrafo 5.2.2 espressamente prevede: “… nel momento in cui si costituisce la Società di ambito tutti i CCR già realizzati o comunque finanziati con fondi pubblici non comunali dovranno confluire nel patrimonio della Società, come contributo della parte pubblica, al fine di ottenere una gestione dei rifiuti efficiente, efficace ed economica”;
– Ordinanza Commissariale n. 14278 A2 del 01.07.2004 recante “Gestione dei rifiuti – avvio operativo delle società d’ambito. Adempimenti” (cfr. documento nr. 2 in Allegato 21), il cui terzo punto espressamente prevede che: “la proprietà e la gestione dei CCR e delle isole ecologiche dovrà essere immediatamente trasferita alle Società d’ambito, così come previsto nel Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia, …”.

Il collegio sindacale, in più occasioni, ha invitato il consiglio d’amministrazione a provvedere con tempestività alla trascrizione nei registri immobiliari dei beni oggetto di trasferimento, ciò in considerazione del fatto che i citati beni immobili all’atto dell’approvazione del bilancio al 31.12.2005 ed al 31.12.2006 non risultavano essere ancora di proprietà della società d’ambito territoriale ottimale.

Tale situazione è facilmente rilevabile dalle comunicazioni e dalle relazioni sullo stato di accatastamento e frazionamento dei CCR e delle isole ecologiche esistenti nella provincia di Enna predisposte dall’ufficio tecnico della società d’ambito nel corso dell’anno 2007 nonché dalle visure ordinarie e storiche del Catasto Terreni e Fabbricati, per immobile e per soggetto, dei beni oggetto di patrimonializzazione.

Dalle stesse si rileva, addirittura, che l’ubicazione di alcuni CCR e isole ecologiche ricade oltre che su territorio di proprietà comunale anche su suolo trazzerale di proprietà dell’Ufficio per le Regie Trazzere di Palermo e/o su suolo di proprietà privata. Da qui la necessità per i Comuni di provvedere alle operazioni di esproprio ovvero di cambio di destinazione d’uso per poi la società d’ambito procedere al frazionamento ed al successivo accatastamento nei pubblici registri immobiliari.

Notevoli dubbi, inoltre, sorgono circa l’idoneità di una circolare commissariale dell’Ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti e per la tutela delle acque in Sicilia a produrre effetti traslativi della proprietà su un bene immobile (nel caso di specie, dal Comune alla società d’ambito territoriale).
Alla luce delle considerazioni appena esposte, l’iscrizione nell’attivo immobilizzato dei CCR e delle isole ecologiche e la connessa rilevazione nel conto economico di una sopravvenienza attiva di € 2.624.541,85 è stata operata in spregio al principio contabile n. 16 “Le immobilizzazioni materiali” elaborato O.I.C. (Organismo Italiano di Contabilità).

Tali iscrizioni in bilancio, pertanto, hanno dato origine ad una rappresentazione non chiara, veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società.

L’aumento del capitale sociale
In data 21 luglio 2006, come detto, l’assemblea ordinaria dei soci ha deliberato l’approvazione del bilancio d’esercizio al 31/12/2005, mentre in seduta straordinaria delibera alcune modifiche dello statuto e, soprattutto, l’aumento del capitale sociale finalizzato all’accesso al fondo di rotazione.

In effetti, l’assemblea straordinaria dei soci con atto pubblico (rep. n. 28442 – racc.ta n. 11106) redatto il 21 luglio 2006 dal notaio Grazia Fiorenza di Enna ha deliberato, tra l’altro:
– di aumentare il capitale sociale da € 100.000,01 ad € 1.050.000,00 mediante utilizzo per il corrispondente importo della riserva iscritta in bilancio alla voce “Patrimonio netto VII – Altre riserve”;
– di effettuare tale aumento mediante l’emissione di n. 949.999 azioni da nominale euro uno cadauna da assegnare gratuitamente agli azionisti in proporzione alle azioni possedute;
– di autorizzare il presidente del C.d.A. a chiedere l’accesso al fondo di rotazione di cui alla legge regionale 19/2005.

L’accesso al fondo di rotazione
In data 31 luglio 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 31/07/2006), al secondo punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Approvazione della relazione illustrativa della società sull’andamento della gestione con evidenza degli atti posti in essere per il ricorso alle fonti di finanziamento previste dall’art. 21 della legge regionale 22 dicembre 2005 n. 19 – “Il consiglio prende atto che per poter accedere al fondo di rotazione bisogna procedere all’approvazione della relazione illustrativa della società sull’andamento della gestione con i relativi allegati, così come stabilito dal regolamento concernente le modalità di gestione del fondo di cui al comma 17 dell’art. 21 della legge regionale 22 dicembre 2005 n. 19. Inoltre, si ritiene necessaria una relazione del Collegio Sindacale sulla situazione finanziaria della società. Si richiede, pertanto, al Presidente di sottoscrivere la richiesta di anticipazione a valere sul fondo di rotazione prevista dalla normativa regionale. Il Presidente del Collegio Sindacale si dichiara disponibile a sottoscrivere la richiesta di anticipazione evidenziando che il Collegio ha depositato in data 27 luglio 06, presso la società, la relazione di propria competenza.”. Pertanto, il consiglio d’amministrazione delibera, all’unanimità, di approvare la relazione illustrativa della società sull’andamento della gestione con i relativi allegati.

Alla luce della suddetta delibera, pertanto, il collegio sindacale in data 27 luglio 2006 ha redatto la “Relazione illustrativa della situazione finanziaria della società Enna Euno Spa” (vds. Verbale del Collegio Sindacale del 27/07/2006), mentre il presidente del C.d.A. On. Vladimiro Crisafulli ha predisposto la relazione “Attivazione del fondo di rotazione ex legge regionale n. 19/2005” e la ”Richiesta anticipazione sul fondo di rotazione ex art. 21, comma 17, della legge n. 19/2005”, che sono state inoltrate con prot. di uscita nr. 5833/06/S del 4 agosto 2006 all’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali di Palermo ed all’Agenzia per i rifiuti e le acque di Palermo.

Con l’istanza in argomento la società d’ambito ha chiesto un’anticipazione di € 8.975.010,81 a valere sul fondo di rotazione ex art. 21, comma 17, della legge regionale n. 19/2005.

Con nota prot. 7243 del 28 agosto 2006 trasmessa dall’Agenzia per i rifiuti e le acque di Palermo all’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali di Palermo e, per conoscenza, alla società d’ambito Enna Euno S.p.a. (prot. di entrata nr. 5833/06/R del 29.08.2006), avente ad oggetto: ”Rapporto istruttorio per la richiesta di accesso al fondo di rotazione ex L.R. 19/2005 da parte dell’ATO EnnaEuno Spa”, la citata Agenzia ha ritenuto la richiesta al fondo di rotazione ammissibile per l’importo di € 8.975.010,81.

In data 29 settembre 2006 il consiglio d’amministrazione deliberava, all’unanimità, di:
– perfezionare con Banca Nuova Spa di Palermo, subordinatamente alla concessione del fondo di rotazione da parte del competente Assessorato regionale, la cessione del credito per l’importo di € 8.915.010,81 derivante dal suddetto finanziamento a garanzia di una linea di credito;
– acquisire l’intera partecipazione di Sicilia Ambiente Spa in possesso del socio privato Co.Si.Am. Scarl, pari a n. 45.000 azioni, corrispondenti al 45% del capitale sociale, per un valore nominale di € 232.650,00, al prezzo di € 453.000,00;
– acquisire l’intera partecipazione di Sicilia Ambiente Spa in possesso della Provincia Regionale di Enna, pari a n. 6.000 azioni, corrispondenti al 6% del capitale sociale, per un valore nominale di € 31.020,00, al prezzo di € 31.020,00;
Alla luce della suddetta delibera:
– in data 25 ottobre 2006, l’amministratore delegato di EnnaEuno Spa, On. Michele Galvagno, invia alla filiale di Enna di Banca Nuova Spa (prot. di uscita nr. 8134/06/S del 25.10.2006), una nota avente ad oggetto: ”Richiesta fido”, con la quale richiede di attivare un fido di 8 milioni di euro sottoforma di anticipazione, a valere sui crediti vantati nei confronti della Regione Siciliana di cui al fondo di rotazione ex art. 21, comma 17, della legge regionale n. 19/2005 (cfr. documento nr. 9). Tale anticipazione di 8 milioni di euro è stata concessa da Banca Nuova Spa in data 8 novembre 2006.
– in data 6 novembre 2006 il presidente di EnnaEuno Spa, On. Vladimiro Crisafulli, sottoscrive una scrittura privata, né autenticata e né registrata, con il legale rappresentante della Co.Si.Am. Scarl, con la quale le parti s’impegnano reciprocamente per il trasferimento di n. 45.000 azioni del capitale sociale di Sicilia Ambiente Spa al prezzo convenuto di € 453.000,00. Le citate partecipazioni sono state pagate dalla Enna Euno s.p.a. in data 28/12/2006 e in data 14/02/2007;
– in data 13 novembre 2006 l’amministratore delegato di EnnaEuno Spa, On. Michele Galvagno, sottoscrive una scrittura privata, autenticata e registrata, con un dirigente della Provincia Regionale di Enna appositamente delegato, con la quale le parti s’impegnano reciprocamente per il trasferimento di n. 6.000 azioni del capitale sociale di Sicilia Ambiente Spa al prezzo convenuto di € 31.020,00. Le citate partecipazioni sono state saldate in data 09/11/2006.
Nel frattempo, con decreto assessoriale n. 3311 Serv. 9 Finanza Locale del 24 ottobre 2006, l’Assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali ha concesso alla società d’ambito EnnaEuno Spa l’anticipazione di € 8.915.010,81 a valere sul fondo di rotazione di cui al comma 17, dell’articolo 21 della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19.

L’anticipazione di € 8.915.010,08 è stata incassata dalla società d’ambito in data 15 novembre 2006.

Intanto, nel corso dell’anno 2006 è stato istituito presso l’Ufficio TIA di Leonforte, diretto dalla sig.ra Marina Gaglianese, l’Ufficio accertamento evasione ed elusione finalizzato all’identificazione dei soggetti evasori nel territorio provinciale ed alla verifica della corretta attuazione della tariffa in termini di mq reali e mq dichiarati per unità immobiliare.

In data 27 dicembre 2006 (vds. Verbale del C.d.A. del 27/12/2006), al terzo punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Conferimento delega – “Il consiglio prende atto che dalle ricerche effettuate e dall’incrocio dei dati sono stati rintracciati nei Comuni della Provincia numerosi evasori totali. A tali soggetti saranno inviati degli avvisi di accertamento con la quale vengono invitati a regolarizzare la loro posizione. La società che ha effettuato gli accertamenti è la Montepaschi Serit – INPA Spa, la quale, ha richiesto che gli avvisi di accertamento siano siglati dal rappresentante legale o soggetto da lui delegato; per tale motivo si ritiene di delegare la dott.ssa La Malfa, nella qualità di direttore amministrativo a firmare gli avvisi di accertamento la cui bozza è stata già visionata ed approvata.”. Pertanto, il consiglio d’amministrazione delibera, all’unanimità, di delegare la dott.ssa Lara La Malfa a firmare tali avvisi di accertamento.

Orbene, occorre sottolineare che i citati avvisi di accertamento attinenti alla lotta all’evasione/elusione TIA degli anni 2004-05-06 altro non sono che degli “avvisi bonari” a regolarizzare la propria posizione ai fini del pagamento della tariffa d’igiene ambientale e non delle vere e proprie “iscrizione a ruolo”. Inoltre, dai documenti e da quanto dichiarato dalla stessa d.ssa Lara La Malfa, gli avvisi in argomento non sono stati nemmeno recapitati ai legittimi destinatari.

Si sottolinea, inoltre, che la società d’ambito non è stata in grado di esibire agli ufficiali di p.g. operanti i citati avvisi di accertamento anche ai fini di un’eventuale riscontro dell’importo quantificato a titolo di evasione/elusione della TIA per gli anni 2004-05-06.

Nella stessa seduta del 27 dicembre 2006, al quarto punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Varie ed eventuali. Nomina Procuratore – “Il consiglio prende atto che, stante la diversa funzione che assume la società dal prossimo anno, difatti dal 01 gennaio 07 svolgerà una funzione di controllo sull’attività svolta da Sicilia Ambiente Spa gestore unico per il servizio di igiene ambientale, vi è la necessità di definire nei tempi brevi la situazione finanziaria della società al 31/12/06 e trovare una soluzione, previo accertamento delle posizioni debitorie e creditorie, per i relativi incassi e pagamenti. A tal fine si propone di individuare un professionista a cui affidare l’incarico di definire e portare a soluzione la situazione finanziaria della società fino alla data del 31/12/06, al fine di snellire la gestione dell’anno 2007, viste le mutate finalità della società. Il citato professionista, nella persona del prof. Gaetano Rabbito, dovrà provvedere ad accertare tutte le passività maturate ed esistenti, nonché tutti i crediti di qualsiasi natura maturati ed esistenti, ivi compreso quelli relativi alla tariffa elusa ed evasa, nonché curare i relativi incassi e pagamenti. Per i pagamenti sarà necessaria la sua firma unitamente a quella di un consigliere appositamente delegato; per l’accensione di linee di credito ed operazioni similari sarà necessaria apposita delibera del C.d.A.
L’incarico comprenderà il potere di contrattare e definire pratiche con Enti pubblici e privati, istituti di credito e tutti i soggetti comunque interessati a questioni finanziarie della società per gli anni oggetto dell’incarico. Nell’espletamento del suo incarico il prof. Rabbito potrà richiedere alla società una o più procure speciali per determinati atti e potrà avvalersi del personale della società nonché farsi assistere e nominare collaboratori esterni che dovranno essere retribuiti con le somme stabilite per il compenso al professionista. Quale compenso per l’attività oggetto dell’incarico al professionista spetta l’1% delle somme incassate, anche per compensazione di debiti e delle linee di credito comunque instaurate sia con enti ed istituti pubblici e privati. L’incarico si esaurisce al raggiungimento degli obbiettivi.”. Pertanto, il consiglio d’amministrazione delibera, all’unanimità, di incaricare il prof. Gaetano Rabbito per la definizione della situazione finanziaria della società d’ambito fino al 31/12/2006.
Gli ampi e molteplici poteri accordati con la procura hanno reso il prof. Rabbito, come già anticipato, “amministratore di fatto” della società d’ambito territoriale, tanto che lo stesso ha partecipato ad alcune sedute del consiglio d’amministrazione della stessa nelle quali si è discusso, tra l’altro, dell’approvazione del progetto di bilancio al 31/12/2006.

Nel frattempo, in data 19 gennaio 2007, i componenti il C.d.A. presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli rassegnano le dimissioni per aver raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati (il risanamento finanziario della società d’ambito territoriale). Pertanto, il successivo 12 marzo 2007 l’assemblea dei soci nomina il nuovo C.d.A. “dei sindaci” presieduto dal dott. Francesco Costanza, il quale ha l’onere di predisporre i progetti di bilancio d’esercizio e consolidato al 31/12/2006 e le relative relazioni sulla gestione entro i termini massimi stabiliti dall’art. 2364 c.c. (180 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale).

In data 4 giugno 2007 (vds. Verbale del C.d.A. del 04/06/2007), il C.d.A. presieduto dal dott. Francesco Costanza delibera all’unanimità di approvare il bilancio d’esercizio al 31/12/2006 e di convocare per il 29.06.2007, in prima convocazione, e per il 20.07.2007, in seconda convocazione, l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio.

Il citato bilancio d’esercizio al 31/12/2006 ha evidenziato una perdita d’esercizio di € 1.036.270,00, malgrado la contabilizzazione di ricavi presunti per attività di accertamento evasione/elusione TIA anno 2006 per l’importo di € 2.000.000 (e correlati crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 dell’importo complessivo di € 6.170.000).

Il bilancio d’esercizio al 31/12/2006 predisposto dal C.d.A. presieduto dal dott. Francesco Costanza è stato, quindi, approvato dall’assemblea dei soci in data 27 luglio 2007, la quale nulla ha deliberato in merito al ripianamento della perdita d’esercizio.

Intanto, in data 17 ottobre 2007 (vds. Verbale del C.d.A. del 17/10/2007), al terzo punto all’ordine del giorno del C.d.A. – Varie ed eventuali – “Il presidente informa il consiglio d’amministrazione che da un maggiore approfondimento del credito pregresso risultano non ancora emesse fatture a titolo di TIA per l’anno 2005. Comunica altresì che si rende necessario attivarsi, con maggiore incisività, per il recupero del non riscosso degli anni pregressi e l’accertamento dell’evasione ed elusione dando corso alla richiesta effettuata con nota n. 7000/07/S del 28/08/2007 a Sicilia Ambiente.”.
Pertanto, il consiglio d’amministrazione deliberava, all’unanimità, di dare mandato alla d.ssa Lara La Malfa di attivarsi per svolgere tutte le procedure propedeutiche e necessarie a:
– emettere fatture non ancora emesse a titolo di TIA per l’anno 2005 che risultino potersi porre a carico degli utenti;
– dare corso al recupero del non riscosso degli anni pregressi ed all’accertamento dell’evasione ed elusione;
– di avvalersi, per lo svolgimento di tali attività, previa acquisizione della disponibilità di Sicilia Ambiente Spa, del supporto tecnico-operativo della stessa.

Atteso che EnnaEuno Spa con decorrenza 01.01.2007 ha affidato a Sicilia Ambiente Spa il servizio di gestione integrata dei rifiuti dell’Ambito Territoriale Ottimale EN1 ivi compreso il servizio di riscossione della TIA, considerato che in virtù di tale affidamento la maggior parte del personale di EnnaEuno Spa è stato trasferito alla società controllata tra cui il personale addetto alla gestione della TIA, con la citata nota il dott. Francesco Costanza ha ulteriormente affidato alla controllata Sicilia Ambiente Spa la gestione della riscossione della TIA per gli anni 2004, 2005 e 2006, anche derivante dall’attività di accertamento dell’evasione/elusione. La nota in argomento è stata controfirmata per accettazione dal rappresentante legale di Sicilia Ambiente Spa.
Nel frattempo, in data 19 ottobre 2007, i componenti il C.d.A. presieduto dal dott. Francesco Costanza rassegnano le dimissioni dall’incarico. Pertanto, l’assemblea dei soci nella stessa seduta del 19 ottobre nomina un nuovo C.d.A. “dei sindaci” presieduto dal geom. Salvatore Ragonese e composto dal dott. Maurizio Prestifilippo e dal dott. Antonino Catania.
Alla luce della precedente delibera del C.d.A. del 17 ottobre 2007, nei giorni successivi la responsabile dell’ufficio TIA di Leonforte, sig.ra Marina Gaglianese, invia al presidente del C.d.A., geom. Salvatore Ragonese, una nota con prot. di uscita nr. 270/07/ACC/S del 9 novembre 2007 avente ad oggetto: “Attività di accertamento e recupero dell’evasione. Trasmissione relazione”. Con la citata nota è stata trasmessa la “Relazione sull’attività di accertamento e recupero dell’evasione” e sette prospetti allegati.

Nella citata relazione, la sig.ra Marina Gaglianese (Assegnata all’ufficio TIA a far data dal 15.03.2006) espone le attività svolte nel campo della lotta all’evasione/elusione della tariffa dall’ufficio TIA e dalla Montepaschi Serit – Inpa, specificando, tra l’altro, che nel mese di febbraio 2007 è stata testata l’attività d’accertamento su due comuni pilota (Assoro – Regalbuto) e che l’importo complessivamente riscosso dall’attività di recupero dell’evasione della tariffa nei due comuni testati è stato pari ad € 4.094,01.

Dagli atti e dalle dichiarazioni dalla d.ssa Lara La Malfa e della sig.ra Marina Gaglianese, in particolare, è emerso che:
§ le convenzioni stipulate con Montepaschi Serit Spa ed Inpa Spa hanno avuto naturale scadenza il 31.12.2007 e non sono state rinnovate da EnnaEuno Spa;
§ gli avvisi di accertamento attinenti alla lotta all’evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 non sono stati nemmeno recapitati da EnnaEuno Spa ai legittimi destinatari per mancanza di fondi;
§ l’attività di accertamento e riscossione dell’evasione/elusione della tariffa operata dall’ufficio TIA e dalla Montepaschi Serit – Inpa, nel febbraio 2007 è stata testata unicamente su due comuni pilota della provincia (Assoro e Regalbuto) con scarsi risultati;
§ l’importo complessivamente riscosso da EnnaEuno Spa con l’attività di accertamento e riscossione dell’evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 è stato pari a 4 mila euro a fronte dei 6,17 milioni di euro contabilizzati nei bilanci 2005 e 2006;
§ l’attività di accertamento e di riscossione dell’evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 affidata dal 28 agosto 2007 alla controllata Sicilia Ambiente Spa non ha generato alcun introito nelle casse di EnnaEuno Spa.

È doveroso, a questo punto della trattazione, esprimere alcune considerazioni in merito all’iscrizione in bilancio di ricavi per attività di accertamento dell’evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 per l’importo complessivo di € 6.170.000,00 e di correlati crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA per lo stesso importo.

In effetti, la loro iscrizione in bilancio è stata operata dagli amministratori sulla base di mere congetture, nella speranza di recuperare dalla lotta all’evasione/elusione della tariffa integrata rifiuti per gli anni 2004-05-06 l’importo complessivo di € 6.170.000,00. La stessa, quindi, non si poggia su dati certi e oggettivamente determinabili ma su una relazione interna predisposta dal responsabile pro-tempore dell’ufficio TIA, dott. Calogero Centonze, con la quale è stato stimato, in maniera generica ed superficiale, in € 2.025.000,00 l’importo da fatturare per recupero dell’evasione TIA. Partendo dal principio, altrettanto discutibile, che l’evasore dell’anno 2004 è anche evasore degli anni 2005 e 2006, ecco originato l’importo approssimativo di € 6.170.000,00.
È vero che una qualche attività volta al recupero dell’evasione della tariffa è stata operata da EnnaEuno Spa, ma la stessa non giustifica l’iscrizione, a priori, in bilancio di ricavi e crediti “presunti” per l’importo di € 6.170.000,00.

Tale importo altro non rappresenta che un profitto sperato, non ancora realizzato, la cui iscrizione in bilancio è stata operata in spregio al principio di prudenza sancito dal primo comma dell’art. 2324-bis c.c. ed esplicitato dal documento n. 11 “Bilancio d’esercizio: finalità e postulati” elaborato O.I.C. (Organismo Italiano di Contabilità), secondo cui i profitto non realizzati non devono essere contabilizzati. Il documento 19 enuncia invece che attività ed utili potenziali, anche se probabili, non vanno rilevati in bilancio per il rispetto del principio di prudenza.

Alla luce anche dell’esito dell’attività di accertamento (riscossione di 4 mila euro a fronte dei 6,17 milioni di euro contabilizzati nei bilanci 2005 e 2006) si può senza dubbio affermare che i citati ricavi e crediti legati alla lotta dell’evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 sono “totalmente fittizi ed inesistenti” e la loro iscrizione in bilancio ha dato origine ad una rappresentazione non chiara, veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società.

Si arriva, quindi, alla seduta del 27 giugno 2008 (vds. Verbale del C.d.A. del 27/06/2008), durante la quale, tra l’altro, il primo C.d.A. presieduto dal geom. Salvatore Ragonese delibera all’unanimità di approvare i progetti di bilancio d’esercizio e di bilancio consolidato al 31/12/2007 e di convocare l’assemblea dei soci per le deliberazioni inerenti e conseguenti.

Il citato bilancio d’esercizio al 31/12/2007 ha evidenziato una perdita d’esercizio di € 1.658.424,00. Inoltre, nell’attivo dello Stato Patrimoniale sono stati iscritti, tra gli altri, crediti verso clienti per fatture da emettere per accertamento evasione/elusione TIA anni 2004-05-06 dell’importo complessivo di € 6.170.000,00.

Il C.d.A. ha, pertanto, proposto all’assemblea dei soci di ripianare le perdite degli esercizi 2006 e 2007, ammontanti complessivamente ad € 2.694.694,00, mediante utilizzo della riserva legale (per € 54.198), della riserva facoltativa (per € 72.658), la riduzione del capitale sociale al minimo legale e la ricapitalizzazione per la differenza, anche attraverso la remissione dei debiti vantati dai comuni-soci.

L’art. 2423 c.c. dispone che “Gli amministratori devono redigere il bilancio d’esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa.
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio” (Principio di rappresentazione veritiera e corretta).

Il successivo art. 2423-bis elenca i principi che devono essere osservati nella redazione del bilancio, che si riportano testualmente:
1. “la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività, nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato;
2. si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data della chiusura dell’esercizio;
3. si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento;
4. si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo;
5. gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente;
6. i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro”.

Come è noto, ai fini di una corretta redazione del bilancio d’esercizio, i principi contabili elaborati dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.) rappresentano un imprescindibile punto di riferimento. Nella valutazione delle singole voci che compongono il bilancio, l’organo di amministrazione dovrà necessariamente fare riferimento ai Principi Contabili italiani statuiti dall’O.I.C.. Tale concetto è ben espresso dalla seguente definizione contenuta nel Principio Contabile nr. 11: “I principi contabili, intesi come regole tecnico-ragionieristiche, sono la matrice del bilancio da cui il legislatore ricava alcuni criteri che ritiene fondamentali e che introduce nella legge. La legge può solamente statuire i principi basilari, per cui deve essere integrata e interpretata sulla base di quei principi da cui ha preso origine”. Nello stesso documento, più avanti, si ritrova la seguente affermazione: “In sostanza la funzione dei principi contabili è duplice. La prima è quella di interpretare in chiave tecnica le norme di legge in materia di bilancio. La legge fissa alcuni principi generali sulla formazione del bilancio e rinvia implicitamente a regole tecniche, cioè ai corretti principi contabili, per specificazioni ed interpretazioni di tipo applicativo. La seconda funzione è integrativa laddove le norme di legge risultano insufficienti”.

Il principio della prudenza è stato previsto nel nostro ordinamento dall’art. 2423-bis del codice civile. “Il principio della prudenza si estrinseca essenzialmente nella regola secondo la quale i profitti non realizzati non devono essere contabilizzati, mentre tutte le perdite anche se non definitivamente realizzate devono essere riflesse in bilancio. Il principio della prudenza così definito rappresenta uno degli elementi fondamentali del processo formativo del bilancio. I suoi eccessi devono essere evitati perché sono pregiudizievoli per gli interessi degli azionisti e rendono il bilancio inattendibile e non corretto” (passo ripreso dal Documento nr. 11 dell’O.I.C.).

La prudenza risponde all’esigenza di non ledere l’integrità del capitale sociale, il quale risulterebbe annacquato in caso di sopravvalutazioni dell’attivo, anche perché, con riferimento alle società dotate di personalità giuridica, costituisce l’unica certa salvaguardia per i terzi interessati.
Questo aspetto è stato oggetto di analisi dell’O.I.C. anche nel Documento nr. 19 nella parte in cui tratta “I fondi per rischi ed oneri: definizione degli stessi ed enunciazione dei principi contabili per la loro valutazione e rappresentazione in bilancio”, che così recita:
“C.VI.h) Attività ed utili potenziali.
Attività ed utili potenziali, anche se probabili, non vanno rilevati in bilancio per il rispetto del principio della prudenza in quanto essi non possono risultare dal riconoscimento di utili che non verranno mai realizzati.

L’acquisizione a titolo gratuito dei beni immobili (nel caso di specie, il trasferimento dei CCR e delle isole ecologiche dai Comuni alla società d’ambito territoriale ottimale), è stato invece oggetto di analisi dell’O.I.C. nel Documento nr. 16 “Le immobilizzazioni materiali”, che testualmente recita:
“D.II.d) Immobilizzazioni materiali acquisite a titolo gratuito.
Le immobilizzazioni materiali acquisite in tutto o in parte a titolo gratuito (ad esempio, tramite donazioni) debbono essere iscritte all’attivo patrimoniale al momento in cui il titolo di proprietà delle stesse si trasferisce all’impresa. Se alla data di bilancio il titolo di proprietà non è stato ancora legalmente trasferito all’impresa, le immobilizzazioni ricevute a titolo gratuito vengono iscritte tra i conti d’ordine.

Falsa rappresentazione è stata commessa dal primo consiglio d’amministrazione presieduto dal dott. Serafino Cocuzza nella bozza di bilancio d’esercizio al 31.12.2005, mediante l’iscrizione nel conto economico di ricavi inesistenti per attività di accertamento evasione/elusione della TIA relativa agli anni 2004-05 dell’importo di € 4.170.000 e nell’attivo dello stato patrimoniale di crediti verso clienti altrettanto inesistenti del medesimo importo di € 4.170.000.

Il secondo consiglio d’amministrazione presieduto dall’On. Vladimiro Crisafulli, oltre ad avallare i dati falsi dei precedenti amministratori, ha ulteriormente minato la veridicità del bilancio al 31.12.2005 con l’iscrizione nel conto economico di sopravvenienze attive dell’importo di € 2.624.542 e nell’attivo dello stato patrimoniale di immobilizzazione materiali di pari importo derivanti dalla patrimonializzazione dei Centri Comunali di Raccolta e delle Isole Ecologiche, che in realtà erano di proprietà dei Comuni-soci di EnnaEuno Spa.

La medesima condotta illecita è stata attuata dal terzo consiglio d’amministrazione presieduto dal dott. Francesco Costanza nel bilancio d’esercizio al 31.12.2006 mediante l’iscrizione nel conto economico di ricavi “inesistenti” per attività di accertamento evasione/elusione della TIA per l’anno 2006 dell’importo di € 2.000.000 e nell’attivo dello stato patrimoniale di crediti verso clienti altrettanto “inesistenti” dell’importo di € 6.170.000.

In tal modo gli amministratori della Enna Euno s.p.a. hanno, soltanto contabilmente, arginato le rilevanti perdite registrate nel bilancio 2006 ed hanno chiuso il bilancio 2005 con un utile d’esercizio, del tutto fasullo, di € 1.036.270.
Tale utile di esercizio è stato in seguito destinato all’aumento gratuito del capitale sociale della società d’ambito EnnaEuno S.p.a. fino ad 1 milione di Euro, requisito indispensabile per poter accedere al fondo di rotazione ex legge regionale 19/2005 istituito dalla Regione Siciliana a favore delle società degli ambiti territoriali ottimali a garanzia della copertura delle spese inerenti la gestione integrata dei rifiuti nei casi di temporanee difficoltà finanziarie, ottenendo un’erogazione pubblica di € 8.915.010.
In tal modo gli amministratori pro-tempore di Enna Euno s.p.a. hanno cagionato un danno patrimoniale ai Comuni soci di Enna Euno S.p.a. quantificabile in € 8.915.010.

Accanto alla condotta di base consistente nell’esposizione nel bilancio d’esercizio di fatti materiali non corrispondenti al vero sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società d’ambito territoriale, è stata rilevata:
· la c.d. decettività della condotta, ovvero la sua oggettiva idoneità ad indurre in errore i destinatari delle informazioni non veritiere,
· un’alterazione rilevante della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società d’ambito territoriale e, comunque, il superamento delle soglie di punibilità fissate dalla norma stessa (variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, superiore al 5% o una variazione del patrimonio netto superiore all’1%).
·
Il fine perseguito dagli amministratori è stato quello di:
– evitare che la società d’ambito chiudesse con una rilevante perdita d’esercizio che di fatto avrebbe annullato il patrimonio netto, pregiudicato l’equilibrio economico-finanziario e messo seriamente a rischio l’esistenza della stessa società.
In effetti, se gli amministratori non avessero imputato ricavi fittizi per € 4.170.000 e sopravvenienze attive per € 2.624.542, il bilancio d’esercizio al 31.12.2005 avrebbe originato una perdita d’esercizio effettiva di vari milioni di euro;
– creare un utile d’esercizio 2005 fittizio di € 1.036.270,00 da destinare a futuro aumento gratuito del capitale sociale di EnnaEuno Spa, unico requisito indispensabile per poter accedere al fondo di rotazione ex legge regionale 19/2005 istituito dalla Regione Siciliana a favore delle società degli ambiti territoriali ottimali;
– ottenere un’erogazione pubblica dell’importo di € 8.915.010,08 mediante l’accesso al citato fondo di rotazione della Regione Siciliana destinato a garantire la copertura delle spese inerenti la gestione integrata dei rifiuti nei casi di temporanee difficoltà finanziarie.

Altri elementi emersi nella istruttoria dibattimentale sono:
Dal controesame del M.llo Gallo:
La patrimonializzazione dei Centri Comunali di Raccolta è avvenuta senza l’acquisizione al patrimonio (proprietà) dell’ATO, sicchè anche per questa via non risultava esserci corrispondenza tra il capitale sociale aumentato e gli elementi attivi (patrimonializzati) che non erano di proprietà dell’ATO.
L’iscrizione di 2 milioni di euro all’anno non ha portato ad atti concreti di recupero (neppure con le convenzioni MONTEPASCHI e INPA).
Inoltre è stato chiarito che la stima di 2 milioni di euro annui, è la stima di un profitto sperato derivante da una relazione di Centonze, non la valutazione estimativa di un cespite esistente.

Dall’audizione del teste Cantale, presidente del collegio sindacale:
la presenza nell’ATO di un organico sovradimensionato e di un caos amministrativo incontenibile, oltre ad un indebitamento per la mancata riscossione delle fatture.

Dall’escussione del teste La Malfa:
il ruolo di controllo continuo svolto da RABITO, il quale veniva concretamente in ufficio a svolgere le funzioni affidategli dal CDA, ad esempio stilando liste di creditori da pagare.

Dall’esame del teste Dalcontres:
2 milioni di euro annui per evasione TIA è stima sottodimensionata, tanto è vero che le appostazioni in bilancio nel 2007, pari a 6 milioni, sono multipli. Ma omette di riferire che i 2 milioni del 2005 non sono sottodimensionati perché la stima giusta sarebbe di 6 milioni annui: si arriva a 6 milioni nel 2007 perché si appostano sempre 2 milioni l’anno.
Inoltre la responsabilità degli amministratori esecutivi (GRIMALDI nella specie) andrebbe esclusa per il fatto che gli stessi, secondo l’art. 2381 c.c., non possono accedere alle informazioni aziendali. Ciò comporterebbe, imperscrutabilmente, una “limitazione di responsabilità che non può non valere anche in sede penale”.
Altra informazione fuorviante fornita è quella per cui il patrimonio netto dell’ente era di 8,8 milioni di euro; sottraendo 4,17 milioni (il recupero evasione TIA) sarebbero rimasti 4, 8 milioni di attivo, che mai avrebbero potuto portare alla liquidazione della società.
A prescindere dal fatto che i conti non tornano (8,8 meno 4, 17 non fa 4,8), nessuno può revocare in dubbio che la società sia poi andata in liquidazione per il dissesto finanziario.
Ed è singolare l’affermazione per cui non si porrebbe alcun legame tra l’appostazione in bilancio del credito per fatture evasione TIA e l’aumento del capitale, ai cui fini sono stati invece computati detti crediti inesistenti.
Allora, conclude il professore, anche in assenza della appostazione in bilancio dei ricavi per evasione TIA, la società avrebbe avuto tutti i requisiti per accedere al Fondo di Rotazione.
Ma allora, se è così, che bisogno vi sarebbe stato di effettuare l’imputazione a riserve di detti ricavi inesistenti? Assiomi, contraddizioni, risposte evasive!
Altra affermazione non corretta: per l’aumento del capitale sociale sono state utilizzate riserve presenti nel patrimonio della società: ma i Centri Comunali di Raccolta non ne facevano parte.
Nella relazione di Dalcontres si leggono proposizioni atte ad ingenerare confusioni, quale quella per cui l’ATO ben poteva iscrivere nel bilancio “il diritto di riscuotere le somme versate dagli utenti”.
Peccato che nei bilanci vanno iscritti non “diritti”, bensì somme, e qui ricavi, invero fittizi, che determinano la totale falsità contabile.

Dall’audizione del teste della difesa La Ferla, che sarebbe stato incaricato di redigere il bilancio preventivo 2007, su domanda, incredibilmente, risponde, che significa bilancio preventivo? A voi le conclusioni

Oltretutto si rileva che ai due testi La Ferla e La Malfa è stato chiesto dalla difesa se gli fosse stato chiesto dagli indagati di inserire poste fittizie. Tolto il fatto che la dr.ssa La Malfa era un semplice dirigente amministrativo, che quindi non poteva redigere il bilancio, non credo che si possa pensare che un qualunque teste avesse potuto rispondere: sì, mi è stato chiesto ed ho inserito poste fittizie. Ci si sarebbe trovati di fronte a samurai della autoincriminazione.

Catania, parente di uno degli indagati, ha invece affermato che per quanto concerne le appostazioni di ai ricavi in bilancio…”di solito ci possono essere dei ricavi per cassa o per competenza”. Come se non si fosse accertato che, nella realtà, non si è avuto alcun ricavo!.

Addirittura il teste Maggio ha dichiarato che l’accesso al fondo di rotazione è stato un vero “toccasana”, dimenticando però di precisare che dette erogazioni vanno restituite dai Comuni, e comunque precludono e comunque diminuiscono le erogazioni ottenibili dal Fondo per le autonomie locali. Non solo, a domanda del PM, non sapeva indicare quali erano le riserve utilizzate per l’aumento di capitale di cui ai capi di imputazione.
La relazione di detto CTP si presenta del tutto apodittica, e priva di riferimenti normativi, giurisprudenziali e contabili. Una personale interpretazione, insomma.
Tanto più che vi si dice che l’appostazione in bilancio derivava dalla approvazione della Tariffa Ambientale, annullata perché illegittima dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, con decisione n. 48/2009.

Brevi notazioni sul concetto di falsità in bilancio

Per decidere cosa sia un fatto non rispondente al vero bisogna necessariamente partire dalla funzione informativa del bilancio, e, fatte salve le valutazioni estimative di beni esistenti (ad es. ammortamento) i dati meramente numerici, come quelli in questione, per loro natura sono veri o falsi senza possibilità di opinabilità.
Quindi, per tali dati, trova applicazione il criterio del “vero legale”, che identifica la falsità penalmente rilevante nell’alterazione della realtà obiettiva, che si risolve nella difformità dai criteri fissati dalla legge per la redazione del bilancio.
Non per nulla Cass. Pen. n. 3397 del 16.11.2012 ha ritenuto configurabile il reato in relazione all’annotazione in bilancio, sotto voci non corrispondenti alla reale natura delle operazioni, di flussi di denaro riconducibili all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Pertanto, di fronte a valori quantitativi certi ed oggettivi, che vengono arbitrariamente modificati, o di sana pianta inventati, per approdare ad una cosmesi del bilancio di esercizio in grado di nascondere la reale congiuntura che sta vivendo un’impresa, non sembra possano sussistere dubbi, o difficoltà interpretative, circa la sussistenza del reato.
Difatti il principio di prudenza impedisce, in linea generale e fatte salve le deroghe previste in casi eccezionali (art. 2423 c.c. che prevede congrua motivazione della deroga nella nota integrativa, di cui qui non vi è traccia) l’iscrizione in bilancio di utili non ancora realizzati.
Questo è proprio quello che è successo nel nostro caso.

La responsabilità di Enna Euno s.p.a..
La Enna Euno s.p.a., è soggetta alle disposizioni di cui al d.lgs. n. 231/2001, essendo una società per azioni costituita tra la Provincia di Enna ed i Comuni dell’Ambito Territoriale Ottimale (cd. A.T.O.) EN1, avente ad oggetto la gestione dei rifiuti in forma imprenditoriale, non rientrando tra gli enti previsti dall’art. 1, comma 3, d.lgs. n. 231/2001 ed esclusi dall’ambito di applicabilità del d.lgs. innanzi detto.
Dall’istruttoria dibattimentale sono emersi significativi elementi di prova del fatto che i reati ipotizzati sono stati commessi nell’interesse o comunque a vantaggio della Enna Euno s.p.a.
L’esposizione di dati falsi nei bilanci, ed il conseguente occultamento delle rilevanti perdite di esercizio (che sarebbero state pari, al 31.12.2005, a circa € 5.100.000,00), sono stati finalizzati a creare un utile di esercizio 2005, del tutto fittizio, pari ad € 1.036.270,00.
Tale utile è stato destinato a creare il fittizio aumento di capitale sociale da € 100.001,00 ad € 1.050.000,00, mediante l’attribuzione gratuita di nuove azioni ai comuni soci, in proporzione alle azioni possedute.
Con l’aumento predetto sono state precostituite in maniera fasulla le condizioni necessarie per accedere al cd. fondo di rotazione.
Accedendo al fondo di rotazione, alla Enna Euno s.p.a. è stata concessa un’erogazione di € 8.915.010,08
Che tale erogazione abbia procurato un ingiusto vantaggio alla Enna Euno s.p.a. appare evidente, in considerazione del fatto che parte dell’importo del finanziamento (€ 484.020,00) è stata utilizzata per acquisire (da parte della Enna Euno s.p.a.) il 51% del capitale sociale della Sicilia Ambiente s.p.a.
A quest’ultima società gli amministratori di Enna Euno s.p.a. hanno affidato dal 01.01.2007 il servizio di raccolta e di smaltimento dei r.s.u., di raccolta differenziata, di fatturazione e di riscossione della T.I.A.
Inoltre tutti i reati ipotizzati sono stati commessi, nell’interesse o a vantaggio di Enna Euno s.p.a., dagli amministratori di quest’ultima società, in capo ai quali si sono concretizzati gli elementi costitutivi dei reati per cui si procede.
Il fatto che la Enna Euno s.p.a. sia stata, successivamente alla commissione dei reati per cui si procede, posta in liquidazione non impedisce l’applicabilità nei confronti della stessa della normativa di cui al d. lgs. n. 231/2001, posto che, per il principio sancito dall’art. 28 d.lgs. n. 231/2007, in caso di trasformazione dell’ente, resta ferma la responsabilità (amministrativa dipendente da reato) per i reati commessi anteriormente alla data in cui la trasformazione ha avuto effetto.
Dimostrata quindi la sussistenza del reato presupposto, dell’interesse o del vantaggio derivatone all’ente, la posizione apicale degli agenti, escluso il loro interesse esclusivo, e dimostrata la rilevanza del profitto, opera quindi la presunzione di colpevolezza, ai limiti della responsabilità oggettiva, dell’ente, ai sensi dell’art. 6 D. Lgs. 231/2001.

Quindi si chiede l’applicazione nei confronti di ATO Enna Euno della sanzione pecuniaria per 1000 quote da 1000 euro ciascuna, la confisca di quanto già oggetto di sequestro per equivalente e le misure interdittive del divieto di contrattare con la P.A. e della esclusione da agevolazioni, finanziamenti sussidi e la revoca di quelli già concessi.
Sanzione così determinata: ritenuto più grave il reato presupposto di cui all’art. 2622 c.c., per cui l’art. 25 ter D. 231 prevede la sanzione pecuniaria da 300 a 660 quote, sanzione base 500 quote da 1000 euro ciascuna, aumentata per la pluralità di illeciti legati agli altri reati presupposti, ex art. 21 D. 231, nella misura di 1000 quote. Sanzioni interdittive derivanti dal reato presupposto di cui all’art. 640 bis c.p.