Incontro tra Rinascita per Catenanuova e Assoconsumatori su caro bollette acqua

Parte da “Rinascita per Catenanuova”, l’iter per dare una regolata al problema dell’acqua gestita da “Acqua Enna”. Ieri sera, un dibattito molto apprezzato dai catenanuovesi che ha visto in prima linea, Paolo Guagliardo, Gaetano Bartolotta, Pietro Scravaglieri e il rappresentante dell’assoconsumatori, l’assorino Pippo Bruno. Nel proprio intervento, Bruno ha parlato di partite pregresse, pretese dalla dirigenza ennese per gli anni che vanno dal 2005 al 2010, quindi oltre la scadenza dei termini, contabilizzate anche a chi ha intrapreso solo nel 2011 e 2012 il contratto per l’acqua. Insomma – ha chiarito Bruno- Ato idrico, in difficoltà, sta battendo cassa frastornando i cittadini con minacce di “tagliare l’acqua”, un fatto anomalo, poichè il contribuente paga il consumo d’acqua, al modico prezzo di 3,30 per metro cubo, ma non è disposto a pagare il classico balzello che assieme alla nuova richiesta del “deposito cauzionale”, stanno accentuando la protesta dei cittadini, consapevoli di aver pagato al comune tale deposito.
RinascitaCatenanuova  Pippo Bruno
Il consumo d’acqua deve essere pagato – hanno riaffermato i rappresentanti di Rinascita, ma per il resto, si può avanzare un ricorso per bloccare l’iter vessativo. Alla domanda dei cittadini presenti: “Esiste un contratto 30ennale per la gestione dell’acqua fra comune e gestore, ma questo contratto si può rescindere?”. Lo stesso Bruno risponde: “si può rescindere sicuramente per inadempienza contrattuale e poi un altro fattore importante, riguarda la proprietà dei pozzi che appartengono tuttora ai tre comuni Centuripe, Regalbuto e Catenanuova, affidati e solamente affidati temporaneamente all’Ato idrico per la gestione. Un messaggio conclusivo da parte del leader di Rinascita, Paolo Guagliardo è stato indirizzato anche ai poltici presenti, fra cui, Gaetano Gagliano del Pd, Santo Lipari del comitato civico, per rimboccarsi le maniche e partire assieme per una nuova rivendicazione, quella dell’acqua pubblica cosi come voleva il referendum di qualche anno fa, valido ma purtroppo disatteso.

Carmelo Di Marco