Calascibetta. Per il 33enne disoccupato e padre di tre figli, si sono aperte le porte del carcere per aver preso a botte la moglie

maltrattamenti_familiariCalascibetta. Per il trentatreenne disoccupato e padre di tre figli, accusato di aver preso a botte la moglie, si sono aperte le porte del carcere di Enna. Detenuto da sabato scorso nella camera di sicurezza del Comando provinciale dell’Arma, il Gip del capoluogo ha convalidato l’arresto e applicato, in attesa di giudizio, la misura della custodia cautelare in carcere. Rientrato a casa alle prime luci dell’alba in stato di ebrezza (lo ha dichiarato la moglie ai carabinieri), l’uomo aveva colpito con calci e pugni la giovane consorte che aveva preteso spiegazioni. La donna, malconcia per le percorse subite, era stata accompagnata dal suocero all’ospedale di Enna per ricevere le cure dei medici, i quali formulavano il referto: frattura del setto nasale e trauma cranico con una prognosi di venti giorni. Ascoltata dai carabinieri di Calascibetta, la donna raccontava i particolari del triste episodio. Così, a seguito anche della perizia dei dottori, il pm Fabio Scavone, autorizzava il fermo effettuato dagli uomini dell’Arma, coordinati dal maresciallo Gaetano Silvano. «La vicenda presenta dei contorni poco chiari, sto cercando di attivarmi per fare ottenere la scarcerazione del mio assistito» ha dichiarato l’avvocato Gaspare Agnello. Lo stesso legale ha confermato che in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto, il trentatreenne, accusato di aver maltrattato la moglie, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

FRANCESCO LIBRIZZI PER IL QUOTIDIANO LA SICILIA