Leonforte. La “pirrera”

leonforte ingresso pirreraLa Sicilia si sbriciola e Leonforte si adegua e se in altri luoghi cascano ponti e implodono strade da noi piovono pietre, certo anche qualche calcinaccio si stacca di tanto in tanto e pure diversi pezzetti di trazzera, ma a noi colpiscono solo le pietre. Ora giustappunto una pietra segnò la chiusura, l’ennesima, dell’uscita sud del paese per “rischio caduta massi”. Già nel 1994 si discuteva dell’opportunità di riaprire quei 500 metri di asfalto, soverchiati dalla pietra della pirrera. L’università popolare durante la lezione del lunedì si è interrogata sul significato della pirrera. E la professoressa Giovanna Maria, coadiuvata dal dottore Buscemi, dal professore Nigrelli e dalla professoressa Censabella, ne ha spiegato il significato. La pirrera, dal greco cava, fornì ai leonfortesi dei primi del secolo scorso il materiale edilizio necessario alla costruzione di edifici pubblici e privati “ per non dire dei numerosi cagnola (gattoni)”. Cava di Demetrico era anche intesa quella zona, in riferimento al nome del proprietario “l’allegro signor Angelino”. La pietra della pirrera essendo calcarenite si prestava bene per i lavori ordinari, mentre alla cava di san Giovanni si ricorreva per le opere celebrative. La pietra allora si estraeva con la dinamite e per coprirne i botti illegali già allora, si attendeva il “castello” della Patrona. Fu sicuramente durante una di queste operazioni che il masso quadrangolare, oggi da tutti inteso a “petra a pirrera” un tempo non lontano impacchettato alla maniera del Christo , si staccò dal fianco del Cernigliere per adagiarsi sullo sperone, che lo espone ai passanti come a un trofeo. E di trofeo si tratta. Quella zona del paese è infatti interessante per l’alto valore naturalistico, idrogeologico e paleontologico e il masso in questione essendo una roccia bioclastica, ossia una pietra interamente rivestita di fossili marini taluni visibili dalla stessa statale 121, la rende pure preziosa. In attesa che la messa in sicurezza si concluda e la strada si apra nuovamente vi invitiamo ad attenzionare il tesoro conservato nelle nostre pietre, custodi di antiche memorie. E la memoria dei cari estinti ha anche lambito la lezione “e chi vinni pari do circu allu cimiteru?” si è udito a un certo momento. L’area del parcheggio afferente al campo sportivo, che generalmente ospita circoli equestri, giostre e tifoserie nostrane e altrui, non era stavolta disponibile. Ubi maior minor cessat, dicevano gli antichi e la priorità per questa volta è andata alla partita di pallone che verrà giocata nei giorni del circo. Pazienza. Ai morti la vicinanza del tendone colorato e caciaroso piacerà? Ai vivi non tanto. “Pare indelicato”. “Immorale” ha suggellato la dottoressa Nunzia Maria e tertium non datur.

Gabriella Grasso

foto ecomuseoleonforte.it