Crisafulli sfida il PD di Renzi

alex di venti enna pdTutto secondo copione: alle presunte e discutibili primarie locali del PD Crisafulli viene indicato plebiscitariamente a candidato Sindaco. Non sono mancate le dichiarazioni da smargiasso (io sono come un treno,… ), da illusore (hanno votato circa 2800, la gente è con me,..), da capo padrone (il partito sono io,…), da chi lancia sfide in alto (non mi candido solo se mi danno un dicastero, se Renzi abbraccia De Luca deve abbracciare pure me,…). E ti pareva, perciò, che potesse mancare questo passaggio scontato nel suo inesorabile viaggio verso una Istituzione Pubblica, dopo che per anni gli è stata preclusa la strada essendo ritenuto “impresentabile“? Erano, questi, i tempi di Fassino, Franceschini e Bersani. Ora, in pieno periodo Renzi, finora ha vinto a tutto campo, in una sfida che non dà spazio al compromesso passato, ossia “sei padrone del partito di Enna, ti riconosciamo ruoli notevoli a Palermo, hai ascolto a Roma, ma non ti candidiamo“. Questa volta sa di stare con altri, conscio che dalla Sicilia sta partendo un attacco per colpire la credibilità del PD di Renzi. Non siamo, dunque, solo dentro una vicenda locale o a fatti di dignità politica contenibili. Viene in mente Sciascia, quando previde, con un articolo dal titolo “La Palma (la Sicilia) va al Nord“, l’estensione di una sicilianità corrosa, dannosa, inquinante e oscura da Roma in su“. Ebbene, gli emergenti e ambiziosi dirigenti nostrani del PD con una disinvoltura politica senza pari stanno progettando un renzismo in salsa siciliana, ove il crisafullismo è un patrimonio intoccabile. Potrà, questo, divenire un modello per altri regioni, attestando un neo doroteismo nel Pd? È un tema che si porrà e che la minoranza PD, anche se non oserà dichiararlo, vorrà concretizzare nei prossimi mesi.

Guardiamo a casa nostra, che finora si presenta come “quella di Varsalona, unni né si canta, né si sona”. Enna sembra avviarsi pigramente, con disincanto e limitate motivazioni all’elezione del Sindaco. Da tempo, ormai, la Città manca di slancio verso il futuro per assenza di certezze entusiasmanti. Sembra che stia solo intenda a consumare il presente! Si stenta, pertanto, a scoprire nell’elettore ragioni forti e tensioni civiche. Non che nel passato recente la sfida politica desse centralità al confronto d’idee e programmi concreti. Stavolta, anche se molto si presenta ripetitivo, il voto ennese assume, una valenza regionale e nazionale. È vero, ci sono raggruppamenti ed individualità che hanno solo voglia di voler narrare il nuovo; e i soliti ben noti che si ripropongono decisi solo a salvaguardare il loro sterile sistema di potere. Obiettivamente è poco, per cui è un dovere per i primi alzare l’asticella della politica che trascina e motiva.

A quale altezza, però? Quella che si può superare solo se si hanno testa e gambe ben allenate e tonificate con un efficace “appello alla Città“ che scuota la coscienza degli elettori; ridia speranze sul futuro; dilati la voglia di cambiamento; faccia finalmente uscire Enna dalla sua triste solitudine. Tutto ciò ha un preambolo che occorre avere chiaro: se stare dalla parte di chi vuole far coesistere Enna con il Crisafullismo, immagine ingombrante del P.D e una variante di dell’agire politico e pubblico che fa del male alla nostra Isola. Oppure, liberare il PD da chi lo trasformato in proprietà sua per farne strumento di un dannoso e inconcludente sistema di potere.

Vincenzo Cimino



Vignetta a cura di Alex Di Venti


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Avremmo il “renzismo con salsa siciliana“?