Crisaffullismo. Lettera aperta a Crocetta, Raciti e Faraone

Cimino scrive a Raciti, Crocetta e Faraone
“su Crisafulli niente carte truccate!”

 

crisafulli il cuffaro rossoI miei 53 anni di militanza, prima nella Sinistra Storica di Enna ed ora da 4 anni nel P.D di Perugia ove risiedo per molti mesi l’anno, mi spingono a mostrare in modo diretto il mio disappunto sulle posizioni da Voi assunte in ordine al partito ennese e al dominio di Crisafulli su di esso. Ho pure l’immodestia di parlarvi a nome di diverse centinaia di gente perbene (ripeto perbene!) che finora hanno avuto negato il diritto a riconoscersi democratici con la tessera. Questo, forse, è irrilevante per il P.D siciliano fatto in buona parte di tribù con cacicchi vecchi e nuovi. Nelle altre Regioni la questione ennese sarebbe solo inimmaginabile.
Rientriamo comunque nel tema che motiva la mia lettera, ossia le vostre posizioni politiche. Sintetizzo al massimo: il pres. Crocetta, che sa tutto di Enna tant’è che gli riponevamo fiducia e speranza, si è limitato a dire che “il problema non lo riguarda, semmai è Roma che deve agire“. Insomma, si tiene a distanza dimenticando che in provincia di Enna il Megafono, sia pur con una lista debolissima, ottenne nel 2013 circa il 12% ed il PD di Crisafulli (“il partito sono io”) circa il 19%. L’on. Faraone, che nel passato è stato attento sulle vicende ennesi ricevendo apprezzamenti per il suo apparire innovatore, oggi sorprende con il suo silenzio, che da noi a volte vale più delle parole scritte ed orali. L’ on. Raciti invece è coerente e risoluto, avendo sempre sostenuto l’ex sen. ennese come segr. prov.le, esponente regionale ed ora candidato sindaco. Riconosciamo a questi limpidezza nel suo disegno politico. Lo stesso non si può dire degli on.li Crocetta e Faraone, i quali, scusino per l’eufemismo, rendono ardua la lettura dei loro ruoli su questa triste vicenda, e su altre, del PD isolano ormai in collisione con quello nazionale. Per 4 volte, e in 3 nientemeno l’on. Bersani capocorrente di Raciti, hanno detto al popolo democratico che “Crisafulli è impresentabile“. Gli si garantiva, però, pieno comando del PD ennese e gli si assicuravano funzioni primarie. Un accordo sciagurato che ha mortificato il Partito stesso !
Oggi, si decide d’azzerare questo misero accordo. Bene, ma come? Puntellando la candidatura di Crisafulli perché legittima e forte politicamente! Per il PD di Raciti, e quindi di Crocetta e Faraone, Crisafulli è un suo degno dirigente e sua espressione elettorale. Se questa posizione è corretta politicamente, non lo è per le ragioni date, essendo carte “truccate”. È tempo invece che in Sicilia si usino quelle “scoperte” per non barare. Ne mettiamo alcune in fila:
· Il crisafullismo. Per la storia della sinistra siciliana è da negare e per il futuro da allontanare. A meno si ritenga possibile l’accesso di un democratico nelle zone melmose dei Poteri grigi nostrani; che il PD sia un luogo di dominio e prepotenza e non di libera adesione; che si pratichi il peggiore nepotismo; che la politica del PD invada tutto ciò che è Cosa Pubblica.
· Crisafulli candidato. Significa che la sua immagine si propone come un credibile volto dei democratici siciliani.
· I suoi procedimenti giudiziari. Sono almeno 5 e non uno per reati confutabili come l’abuso d’ufficio.
· I suoi metodi di partito. Ha espulso chi osava criticarlo; ha radiato centinaia di democratici corretti; non ha limiti nei rapporti politici e non; azzarda dire che soltanto lui è il partito.
· Il PD sul territorio. Ha proposto per Enna un grattacielo di 90 piani, una scala mobile di 3,2 km, un aeroporto cinese, la facoltà di medicina di una Università rumena, un porto per aliscafi…. Il PD è, quindi, titolato a sostenere “strunzate” e non idee credibili.
· Un attacco alla credibilità della segreteria Renzi. È notorio che lo si vuole mettere fuori campo perché ingombrante e negativo sul piano nazionale. Il nuovo corso del PD siciliano rifiuta e attacca.
L’elenco è lungo, per cui allego un documento che vi è utile se volete agire a carte scoperte. Sono tranquillo anche se a ‘sta lettera, che inoltro con email, non replicherete. Resto certo però che prima o dopo il lenzuolo che ponete per coprire, prima o dopo, sarà tolto.

Vincenzo Cimino

Enna Cimino Enzo88Vicende giudiziarie, di partito e di vita pubblica che hanno segnato il percorso politico di Vladimiro Crisafulli negli Ultimi 15 anni (a cura di Vincenzo Cimino, nella foto).
Cap 1° Quattro volte “ impresentabile “
Dal 2004 all’ex senatore è stata preclusa la candidatura, escluse quelle del 2006 alla Camera e del 2008 al Senato. Ben 4 volte gli s’è detto NO !
Nel 2004 alle Europee, nel 2010 a Sindaco di Enna, nel 2013 alla Camera e nel 2014 all’Assemblea Reg.le è stato ritenuto “ impresentabile “ per tutelare il PD dagli attacchi di stampa (escluso il foglio di P. Buttafuoco). Infatti, se da una parte si decideva sulla sua incandidabilità, ad un tempo gli si garantiva piena titolarità politica di membro di direzione regionale, di segretario provinciale, e di referente di Leaders nazionali attratti dalla sua figura di capo tessere. Una incoerenza assurda che può solo spiegare una delle cause dei confusi ed ambigui ruoli che distinguono il P.D siciliano.
Oggi, questa pantomima, rappresentata negli anni passati dalle segreterie Bersani, Franceschini e Fassino, non è più riproponibile. S’impone che il nodo sia sciolto definitivamente. Anche perché se i fatti hanno peso e le parole senso, si registra quanto segue: a) Crisafulli ha affermato che solo se gli daranno un ministero ritirerà la candidatura; b) la vice segretaria Serracchiani s’è impegnata a fare pulizia in Sicilia; c) il segretario regionale Raciti subito risponde a Lei presiedendo ad Enna una riunione per inneggiare Crisafulli. Dall’Isola parte l’attacco al segretario di partito Renzi, che alle primarie del 2013 qui risultò minoranza ed oggi è subìto e voluto solo in salsa siciliana ?
L’esito non può essere come nel passato. Pertanto, o Crisafulli non sarà il candidato del P.D perché incompatibile con la politica e l’identità dei democratici, facendo seguire logiche decisioni. Oppure lo sarà, perché Renzi e Serracchiani fanno una virata di 180° gradi riconoscendo le scelte regionali su Crisafulli.

Il P.D isolano ha il problema dei problemi: lo scarso grado di credibilità della sua politica non solo sul rinnovamento della sua classe dirigente, e Crisafulli ne è una espressione viva; ma di rottura con pratiche di potere che in Sicilia permangono, e il crisafullismo ne rappresenta una parte attiva.

Cap 2° le vicende giudiziarie. Almeno cinque.
Su questi casi affidandoci alla memoria, segnaliamo quelli noti.
L’incontro con Bevilacqua, uno dei capi della mafia. Nel 2003 fu intercettata una accesa discussione con questo boss, uscito allora per pochi mesi dal carcere, ed oggi dentro con condanne a vita. Di cosa discussero non a tutti è noto, ma a molti si, a partire Claudio Fava e buona parte dei dirigenti regionali dei DS di quel tempo. Riportiamo in sintesi la richiesta d’archiviazione dell’inchiesta: per limiti investigativi con questi elementi d’accusa non è sostenibile un processo penale. Pertanto si chiede il non rinvio a giudizio. Aggiunge pure che resta il fatto che un uomo delle Istituzioni pubbliche (Crisafulli allora vicepresidente dell’Ass. Reg.le) si è incontrato con un boss mafioso per discutere dell’intervento edilizio per un investimento di molte diecine di milioni d’euro dell’imprenditrice Marcegaglia in zona Dittaino di Enna. Alla richiesta del mafioso si rispose picche ed animatamente, poiché i lavori li avrebbe dovuto fare un altro e non l’impresa di Bevilacqua! Quindi non questi, ma una società di Gulino! Conclusioni: l’operare di Crisafulli non è perseguibile sul piano giudiziario, ma su quello politico il rigore etico dovrebbe imporsi. Macaluso ricordava a tutti che “con un mafioso non si prende neppure un caffè al Bar”. Aggiungiamo noi: figuriamoci una discussione tesa su appalto.
a) Inchiesta di 450 pagine dei ROS Carabinieri su una gara d’appalto nell’area industriale di Enna. I fatti: fuori dagli uffici dell’Ente appaltante si aprono le buste dei partecipanti. Stranamente è presente Crisafulli, il quale allorquando risulta perdente il suo raccomandato, manifesta sorpresa con frasi gravi che, ovunque, provocherebbero sviluppi giudiziari. Non per la procura d’allora di Enna. Di questa vicenda ne parlò ampiamente il giornale online di Catania, che non fu mai denunciato per diffamazione. Infine, i ROS rimasero “ sorpresi “ per il non luogo a procedere.
b) Processo sulla gestione dei rifiuti in provincia di Enna con Crisafulli presidente. In quegli anni avvenne di tutto: assunzioni a dismisura e con il suo placet, bilanci fasulli, spese pazze, di tutto e di più. C’è Stata l’assoluzione per prescrizione, che un politico ha il dovere di rifiutare, che solo uno, non Lui, ha assolto. Si sottolinea che l’ATO rifiuti di Enna ha accumulato debiti per un centinaio di milioni. Ovunque si sarebbe gridato allo scandalo, ma non in Sicilia, ove, si sa, si decide a priori ciò fa scandalo e ciò che non deve esserlo.
c) Procedimento per rifacimento di una strada comunale di campagna con soldi della provincia. Si tratta di una Stradella che serve solamente a Lui e a qualche altro. A parte ciò, il costruttore subiva frequenti e duri richiami da Crisafulli sui lavori in corso. Anche su questo processo pare che ci sia stata un’altra prescrizione.
d) Tentativo di blocco stradale. Anni fa, organizzò questa discutibile forma di protesta per indurre, a suo avviso, l’allora ministra Moratti a firmare l’atto di riconoscimento di “ Libera Università Kore “. Risultò solo una protesta tanto inutile quanto dannosa.

Richiamare trascorsi penali di chicchessia non è per nulla gradevole, tutt’altro! In questo caso lo si fa per verificare sino a qual punto è conciliabile tutto ciò con le funzioni istituzionali, politiche e di partito di Crisafulli, e di chiunque altro.
È evidente che davanti a noi stanno fatti per nulla valutabili con il garantismo, con la logica giudiziaria, con le opportunità politiche.
Si può autorizzare a stare nel P.D con ruoli rilevanti e per operare, in quanto soggetto pubblico, con condotte ai confini delle zone grigie e, talune volte, limacciose? Occorre una risposta chiara e senza compromessi.

Cap. 3° Crisafulli e la sua visione del Partito.
È un capitolo, questo, che gli organi regionali e nazionali hanno sempre letto distrattamente, senza la voglia di capire. Paura d’affrontare situazioni a dir poco irregolari e intollerabili ? E per giunta in Sicilia, terra dei paradossi? Domande amare e piene di rabbia per le complicità oggettive di leader come Franceschini, e di autorevoli membri della segreteria Bersani. Riportiamoci comunque ai fatti.
a) Porte chiuse a persone stimate per il loro impegno civico. Infatti, ha imposto il No all’adesione di dirigenti di lunga militanza nella sinistra storica e d’esponenti democratici apprezzati ovunque. Fa testo il rifiuto a tesserare dal 2011 l’on. Elio Galvagno, cofondatore del P.D siciliano perché ultimo segretario regionale della Margherita. L’elenco è lungo ed è composto di individui la cui colpa è il loro rigetto dell’idea e delle pratiche di partito dell’ex sen. I casi come quello di Galvagno sono stati moltissimi al punto di provocare rotture con la creazione di associazioni politiche in molti Comuni, vivendo una condizione assurda: sono un democratico, ma non del PD ennese!
b) Le Primarie che si sono finora tenute ad Enna sono state distinte per brogli e fatti inattendibili. Ricordiamo che l’on Faraone è venuto più volte per contestare situazioni incredibili, come la costituzione di un seggio nella segreteria privata di Crisafulli, le votazioni in parecchi Comuni con il ritmo di un elettore votante ogni 20 secondi.
c) Ma il fatto più grave avvenne nel 2011 e 2012, allorquando fu negata la tessera del P.D a centinaia di cittadini ( pare che fossero più di 500 ) convinti di voler onorare e continuare a onorare le norme statutarie. Fu una vera epurazione, con la complicità delle segreterie regionali e nazionali, interessati solo ai pacchetti di tessere. Crisafulli decise che non dovevano più essere democratici i due deputati all’Assemblea regionale Galvagno e Termine, pur restando nel Gruppo, sindaci ed ex sindaci , componenti della direzione regionale, ex segretari provinciali, semplici iscritti ed elettori, e comunque persone perbene. Questa vicenda ha segnato la pagina più triste della storia politica di Enna e provincia.
d) Cosa è oggi il P.D ad Enna ? L’ha detto Crisafulli: “il partito sono io!” Lo sanno tutti che è un Partito blindato e precluso ai democratici dallo spirito libero, tant’è che ad Enna Città si presenteranno due candidati a Sindaco, con rispettive liste, epurati negli anni passati, non certamente per indegnità politica ma perché negavano il crisafullismo e la sua prepotenza. E’ un partito con Lui segretario provinciale, voluto a tale carica subito dopo essere stato definito “ impresentabile agli elettori “. A un tempo venne la conferma che il partito poteva restare funzionale al suo “Sistema di Potere Senza Limiti”. Il P.D di Enna e Crisafulli sono le due facce della medaglia ( il crisaffullismo ).

MIRELLONE1Cap 4° Crisafulli e la vita pubblica e Istituzionale
È stato ininterrottamente dal 1991 al 2013 parlamentare: 15 anni all’assemblea siciliana, 2 anni alla Camera e 5 anni al Senato. Addirittura per 4 mesi nel 2006 ha tenuto il doppio mandato regionale e nazionale, incassando una doppia indennità, a conferma della sua sfrontatezza nella vita pubblica. Ma quali altri compiti e responsabilità ha assunto nelle Istituzioni lasciando il suo inconfondibile segno?
· È stato per circa 3 anni assessore regionale. Si caratterizzò per due provvedimenti, per fortuna bloccati: a) incarichi a circa 150 professionisti, in un solo giorno, per progettazioni di opere edili e di urbanistica; b) proposta di pensionamento dei dipendenti regionali con appena 25 anni di servizio.
· Per 5 anni ha ricoperto la carica di vicepresidente dell’Assemblea regionale. In questa circostanza è ricordato perché anche quando stava ad Enna, e non a Palermo, macchina ed autista erano 24 ore su 24 a sua disposizione. Uno stile di sobrietà originale! Inoltre, tentò, non riuscendoci, di far gestire il call center dell’Assemblea ad una persona, a lui cara e vicinissima, senza appalto pubblico.
· In quel periodo il suo sodalizio politico con Cuffaro era così intenso e convinto da volere testardamente che i D.S d’allora entrassero nel 1° governo dell’era cuffariana.
Anche a livello periferico, Enna, si è cimentato come responsabile della Cosa pubblica dando questi risultati nella qualità di:
1. Presidente dell’A.T.O rifiuti. Debiti per milioni di euro, assunzioni con il peggiore clientelismo, e quindi senza criteri trasparenti e senza i vincoli di sana gestione aziendale, bilanci inattendibili perché falsi. Insomma, una vergogna che solo perché in Sicilia non s’è tradotta in uno Scandalo! Su alcuni aspetti della sua gestione c’è stato un procedimento penale.
2. Componente del C.d.A. della Fondazione che presiede la Libera Università “Kore” di Enna. Il C.d.A. ed il Presidente hanno l’incarico a vita. Sembra impossibile, ma in Sicilia così è, si sol dire !!! Infatti, nel silenzio di tutti gli Organi di Controllo, vale una norma statutaria con la quale è sancito che queste cariche saranno si potranno rinnovare sol quando la “Kore” diverrà Università Statale. Il che non è neppure pensabile poiché una legge dello Stato nega tale passaggio. Siamo ben oltre la prepotenza politica e l’illegalità, perché in questo caso vanno a braccetto . Solo così Crisafulli può dominare un potere che si muove lungo un crinale ove i suoi atti non sono verificabili e trasparenti.

Cap 5° Crisafulli ed il suo ruolo politico.
Le sue posizioni politiche nel contesto delle difficili vicende siciliane sono state e sono evidentemente legittime, ma comunque valutabili e condannabili. Il punto, pertanto non è questo, essendo “il pensiero libero e autonomo” tratto identitario dei Democratici.
· Ha contrastato, in tutti i modi, la candidatura di Crocetta nel 2013 e la lista da lui ispirata “ IL MEGAFONO “, che in provincia di Enna ha conquistato la più alta percentuale regionale, sia pur con una lista non competitiva.
· Ha subito, e quindi non voluto, la candidatura della on. Borsellino, proponendo altre alleanze.
· Si dice che il crisaffullismo è l’altra faccia del cuffarismo, essendo evidente la comunanza di un certo modo di praticare la politica. Se a questa semplificazione seguisse una distaccata riflessione, si capirebbe molto anche di questo PD isolano. Ma entreremmo in un tema vastissimo e nelle aree cosiddette grigie.
· È stato la testa d’ariete nel contrasto di qualsiasi avvio di rinnovamento della Sinistra Storica prima, e del PD dopo. La sua credibilità valeva perché metteva sul tavolo della discussione il peso delle tessere, false o meno. E gli ambienti romani di partito sono stati sempre particolarmente sensibili a ciò. Ecco perché a Crisafulli i conti sono sempre tornati.

Crisafulli e il Partito anti renziano della Sicilia
Si è parlato della prese di posizione di Renzi su Crisafulli (“interverremo per metterlo fuori”), del discorso di Piffi alla Leopolda del 2013, del renziano Faraone con le sue ambiguità politiche recenti; delle vicende inverosimili agrigentine; della fiammata, subito spentasi, della vicesegr. Serracchiani ( “ in Sicilia faremo pulizia”) . Poi, d’un tratto, è calato il silenzio del PD romano, con l’aggravante della mancata riflessione sugli sviluppi politici degli ultimi mesi in Sicilia. Su questo vale il detto che “i fatti hanno la testa dura“ e sanno parlare”. Noi ci proviamo:
· L’on Faraone da mesi è impegnato nella costruzione di un PD inedito, assemblando e reclutando a tutto campo potentati e capi elettori locali in ragione di una politica vaga sul piano della discontinuità e di rotture col passato. Rispettiamo il suo progetto di costruzione del PD in Sicilia anche se lascia dubbiosi, ma non i suoi silenzi sulla vicenda ennese. A meno che i nuovi equilibri interni al PD costruiti da Faraone assegnano a Crisafulli ruoli centrali.
· Il presidente e il segretario regionali vengono ad Enna, invitando di fatto Crisafulli a candidarsi a Sindaco. Tant’è quello uscente Garofalo, uno yes men opaco, il giorno dopo dichiara di non volersi candidare.
· Ad Agrigento indicono, con i consensi di Crocetta e Faraone, le primarie di coalizione con un leader locale di Forza Italia. Vengono annullate, e si pensa di candidare Capodicasa, deciso oppositore di Renzi e vecchio sodale di Crisafulli. Capodicasa dopo una settimana rifiuta.
· L’ex sen. Crisafulli lancia una sfida continua al segretario nazionale Renzi con dichiarazioni mai osate con Bersani e Franceschini o candido a Sindaco!“. Quindi, rigetta l’accordo non scritto del passato, ossia: non candidi; in compenso il partito di Enna è tuo, mantieni un peso politico a Palermo e hai ascolto a Roma. Con Renzi, invece, mira ad estendere il suo ruolo, il suo potere e quasi quasi le scuse per i torti subiti. Traducendo, in Sicilia i conti finali si fanno con Lui, ritenendosi un volano di un partito diversamente renziano.
· Dopo l’impegno della vice segretaria Serracchiani di fare “pulizia” in Sicilia, il segretario regionale Raciti ha voluto le primarie con Crisafulli, forse, unico candidato. Se tutto ciò esprime una logica umiliante, avremo l’ex senatore presentato con il simbolo del PD?
· Renzi e la sua segreteria hanno davanti a loro il verosimile scenario di alleanze interne al partito per dare vita ad un rimodulato “ renzismo in salsa siciliana “. Gli ingredienti dalle nostre parti sono noti, ma in altre solo ipotizzabili: niente cambiamento, solo camaleontismo; rigetto di una classe dirigente rinnovata; rapporti politici inediti in nome di un potere che conserva i vecchi schemi e i soliti referenti. A questo si può rispondere che se il PD si evolverà in tal senso, si saprà in avanti valutare per circoscrivere gli effetti. Viene in mente, a questo punto, il meraviglioso articolo di Sciascia “la Palma va a Nord“. Se ne consiglia la rilettura.