Enna. CSA sui rifiuti e acqua: gestioni opache ed ambigue

rifiuti e acqua“Per antonomasia il settore dell’igiene urbana dovrebbe essere, proprio per ragioni ontologiche e semantiche, oltreché lessicali, quello più “pulito” e “trasparente” dei settori di attività produttive. Invece, per colpa di gestioni opache e ambigue, è il settore più “sporco” e “puteolente” delle attività umane di questa sfortunatissima provincia.
Ricevere chiarimenti o tentare di capire cosa sia successo o stia ancora succedendo in questo immane e ciclopico “black hole” finanziario e grandioso e grottesco carrozzone che è stato creato dalla più subdola e sottile “intellighenzia” della malapolitica che ha caratterizzato l’ultimo ventennio che ha partorito le più atroci e dolorose “mostruosità” gestionali e amministrative che hanno nome di “Sistema Atoidrico” e “Sistema Atoambiente”, è praticamente impossibile. E tentare di capire le procedure che hanno preceduto, caratterizzato e susseguito il passaggio di personale dall’AtoEnnaEuno alla SRR Cl Sud (Tekra) nel cantiere di lavoro di Piazza Armerina è cosa altrettanto ardua e temeraria”. Così inizia una nota stampa di Luigi Bascetta, coordinatore provinciale del Sindacato Csa. La redazione non entra nel merito della comunicazione, in particolare in riferimento ai duri toni che Bascetta usa (di cui si assume tutte le responsabilità), il comunicato stampa viene interamente ed integralmente riportato, di certo però la “voce” di Bascetta non è la sola a denunciare il sistema vigente nell’ambito dei rifiuti e della gestione acqua in tutta la provincia di Enna. Bascetta continua così la sua nota: “ A seguito di richiesta, da parte di questa O.S. e di vari lavoratori, di intervento dell’Ispettorato Provinciale del lavoro di Enna, si sta scoperchiando un calderone che farà letteralmente “scoppiare” ( e sarebbe ora!) l’intero “sistema di malaffare” che permea, nutre e sostiene una vera e propria “cabina di regia”, o, per essere più chiari” una vera e propria “cupola mafiosa”, una “società di pupari” che tengono le fila e sono a capo della più colossale truffa che sia mai stata escogitata ai danni dei cittadini e dei lavoratori. Tanto colossale da fare apparire gli scandali Parmalat, Lockeed, o Cirio, dei semplici e innocenti “furti di caramelle”. Siamo di fronte a un sistema che ha considerato la provincia di Enna come la provincia di Palermo negli anni ’70 e i paesi di Valguarnera, Enna o Piazza Armerina come Cinisi o Corleone nei quali i tanti “Tano Seduto” di turno hanno “giocato” e continuano a “giocare”con la vita delle persone, dei lavoratori e dei cittadini. Un sistema che si prende gioco delle regole normative, giuridiche, contrattuali, trattando il personale come se fosse un giocattolo da utilizzare secondo i propri capricci “finanziari”. Lavoratori costretti a un dimensionamento da dovere “condividere a forza”, con i sottili e subdoli ricatti effettuati sul posto di lavoro, trasferimenti mai discussi con le parti sindacali, contratti nazionali trattati come carta straccia, normative sulla sicurezza misconosciute e ignorate, indennità cancellate e “asfaltate” con motivazioni assurde e improprie, qualifiche trasformate in men che non si dica con il risultato drammatico e gravissimo di un ambito di lavoro invivibile e mobbizzante. Passaggi di personale avvenuti in completo spregio alle norme e alle procedure previste dall’art. 19, commi 6, 7 e 8, della legge regionale n. 9/2010. Ed è proprio questa la prima cosa che devono imparare: il rispetto delle regole. Senza di questo non siamo in una democrazia, ma nell’anticamera della dittatura!”.

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