Fillea Cgil su crollo Piazza del Carmine a Piazza Armerina

piazza armerina crollo chiesa carmine  (5)Alfredo Schilirò[/caption]A Piazza Armerina è crollata la Piazza del Carmine e per poco si è sfiorata la tragedia. E’ quanto successo a Piazza Armerina nei giorni scorsi dove il muro cicolopico di contenimneto della Piazza del Carmine si è sgretolato sotto il perso della terra e dell’acqua.
Una giornata di pioggia forte ha posto fine ad una sequenza di fenomeni: piccole voragini, fenditure, mattoni sconnessi, fino ad arrivare al crollo…
E’ il risultato – dichiara il Segretario Generale della Fillea Cgil di Enna Alfredo Schilirò – dell’abbandono totale e dell’incuria dei centri storici, di un dissesto idrogeologico che è ormai il problema endemico dei nostri comuni.
Più volte, la Fillea Cgil ha sollevato la questione della manutenzione dei centri storici e attraverso il Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil nel 2013 ha elaborato ed inoltrato alle istituzioni delle proposte concrete per la messa in sicurezza del territorio e per il consolidamento dei centri storici.
Il crollo di Piazza del Carmine è avvenuto a Piazza Armerina, ma questi crolli, proprio perchè il territorio è fragile e senza una concreta manutenzione può avvenire in ogni comune siciliano basti pensare che dopo tre giorni di pioggia la Città di Enna viene paralizzata perchè si sbriciola il costone roccioso di una arteria fondamentale di accesso alla città.
La fragilità del territorio italiano rispetto al rischio naturale è una condizione nota. Le aree ad elevata criticità idrogeologica rappresentano il 10% della superficie italiana e riguardano l’89 % dei comuni (dato Ance-Cresme 2012). Il dissesto idrogeologico comprende essenzialmente due categorie di eventi ovvero le frane e le alluvioni. Per avere un’idea della dimensione del problema si pensi che a partire dall’inizio del secolo gli eventi di dissesto idrogeologico gravi sono stati oltre 4000 che hanno provocato ingenti danni a persone, case e infrastrutture ma soprattutto hanno provocato circa 12,600 tra morti, dispersi e feriti, il numero degli sfollati supera i 700 mila. Alfredo SchiliròTra il 2002 e il 2012 gli eventi di dissesto che hanno provocato danni diretti alla popolazione di cui si è venuti a conoscenza sono circa 380, nella maggior parte si tratta di frane che hanno provocato circa 290 morti. Il fenomeno dunque, se paragonato al passato, appare in questo decennio più rilevante sia in termini di eventi che di vittime.
Riteniamo – aggiunge Schilirò – che sia necessario impegnare annualmente, a livello nazionale e per vent’anni, una somma pari a 2 miliardi di euro per procedere a quella manutenzione e messa in sicurezza del territorio che consentirebbe risparmi laddove si procedesse al recupero preventivo dei dissesti di evidente pericolo. Nel solo triennio 2010-2012 il costo complessivo dei danni provocati da eventi franosi ed alluvioni in Italia è stato pari a 7,5 miliardi di euro pertanto il costo della prevenzione garantirebbe, alla lunga, maggiori economie di quanto non si spenda attualmente per il recupero, non sottovalutando inoltre che la messa in sicurezza del territorio si tradurrebbe in minori rischi per la vita delle persone.
A nostro parere – conclude il Segretario degli edili della Cgil Schilirò – occorre innanzitutto avviare un programma di studio e mappatura del territorio, poi bisognerebbe avviare quelle opere necessarie a mettere in sicurezza il territorio stesso e infine si dovrebbero attivare delle politiche finalizzate a consumare meno possibile il suolo avviando un piano di ristrutturazioni sugli immobili esistenti.
Avviando questo piano di risanamento, per così dire, si metterebbe in moto il lavoro edile sia di tipo idraulico che ambientale, si creerebbe occupazione per gli operai edili attraverso la pulizia degli argini, le opere di contenimento terra, la messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle scuole, il rafforzamento delle abitazioni private.