Barrafranca. A tre mesi di distanza nessun elemento sull’omicidio del pastore Zagarella

Giuseppe Zagarella

Giuseppe Zagarella

Barrafranca. Sono trascorsi tre mesi dall’uccisione del pastore barrese di 67 anni, Giuseppe Zagarella, ucciso nel pomeriggio del 21 febbraio in contrada Moli, dove era solito portare a pascolare il suo gregge, con un colpo di fucile, sparatogli alle spalle. Un’esecuzione consumata in un momento in cui nella zona non c’era anima viva e che ha consentito al killer di potersi allontanare indisturbato. I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale con la collaborazione dei colleghi della stazione di Barrafranca continuano le loro indagini nella speranza di poter trovare un indizio concreto che li possa portare ad individuare l’assassino. C’è anche da dire, e confermato dagli stessi carabinieri, che il loro lavoro è irto di difficoltà perché non hanno ricevuto alcuna collaborazione da familiari, amici, estranei, agricoltori che vivono nella zona. Queste indagini si svolgono nell’omertà più assoluta, ma gli investigatori non mollano continuano il loro lavoro nella speranza di trovare qualcosa che possa dare una svolta concreta alle indagini. In un primo momento la morte sembrava essere accidentale e solo l’intervento del medico legale Ferdinando Priolo, ha stabilito che si trattava di una morte provocato da un colpo d’arma da fuoco e il cadavere era stato scoperto un paio d’ore dopo il suo ritrovamento. Giuseppe Zagarella, pensionato, sposato con tre figli, incensurato, era stato operatore ecologico, non aveva mai avuto problemi con la giustizia. I Carabinieri del Nucleo Investigativo della Compagnia di Piazza Armerina continuano a non tralasciare alcuna pista, ed hanno cercato di ricostruire le sue ultime ore di vita, se ha avuto qualche problema, qualche lite, visto che nel campo della pastorizia per far pascolare i propri animali molto spesso provocano contrasti e liti, ma anche in questo campo si sono trovate tante reticenze e così le difficoltà aumentano.