M5S denuncia l’ennesimo scempio del Castello di Lombardia

“Questi signori sono solo dei gran bugiardi” grida a gran voce il candidato sindaco del M5S Davide Solfato che, continua: “Promettono di prendersi cura della città quando sono loro stessi che l’hanno rovinata e continuano a farlo”, riferendosi all’ennesimo scempio che si sta consumando in danno del più importante monumento di Enna, il Castello di Lombardia, che cntinua: “Durante i lavori di restauro, infatti, in nome della summa urgenza hanno avuto il barbaro coraggio di far ostruire un muro in cemento armato attorno ad esso è di chiamare questo scempio “restauro”.
E la cosa ancora più grave é che questo venga condiviso anche dal governo regionale.
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L’ assessore al Turismo, Sport e Cultura Cleo Li Calzi, infatti, durante la sua “campagna elettorale” si é recato ad Enna, dove ha fatto il suo bel sopralluogo al Castello di Lombardia, ma dalle sue dichiarazioni non è emerso nessun riferimento a tali lavori, nessuna denuncia alla regione del più grande atto di distruzione di patrimonio artistico che si sia mai compiuto. La sua dichiarazione da “spot elettorale pro Crisafulli” è stata semplicemente quella secondo cui “il governo regionale intende valorizzare il Castello di Lombardia sia dal punto di vista turistico sia per riutilizzarlo nel circuito dello spettacolo, come in passato, con un progetto che ne permetta la fruibilità e che coinvolga la Sovrintendenza”, la stessa che ha tenuto tutto fermo per 15 anni”.
Enna castello M5S 3Solfato continua: “Una strana coincidenza davvero quella che la sua visita ufficiale giunga non solo dopo mesi di assessorato (durante i quali si stava consumando tale scempio), ma addirittura a ridosso delle elezioni amministrative. Oltre al fatto che l’assessore non ha reputato – ad Enna come ad Agrigento – di confrontarsi su tale tema anche con le altre forze politiche presenti nel territorio e che, unanimemente, riconoscono l’importanza della rivalorizzazione del Castello, principale monumento storico e culturale insieme alla Torre di Federico, della città.
Questo comportamento “poco dignitoso e lesivo di elementari regole democratiche” è stato denunciato dai candidati a sindaco della città di Agrigento: Alessi, Di Rosa, Arnone, Cirino, Dalli Cardillo, che reputano che l’assessore Li Calzi abbia svolto “iniziative di tipo meramente elettoralistico a sostegno di un unico candidato”, “mischiando indebitamente ruoli istituzionali in ordine ad interventi finanziari a favore della collettività, interventi che non devono avere colori politici, con sostegno elettorale al candidato Firetto. Comportamento che si è ripetuto ad Enna, stavolta a sostegno del candidato Crisafulli”.
Il rappresentante pentastellato ci va duro: “Ma non c’è problema: a denunziare il tutto – comprese le irregolarità amministrative suddivise fra Genio Civile e Sovrintendenza – ci hanno pensato le associazioni, sicchè la magistratura ha posto sotto sequestro il cantiere ed è prossima ad emettere la propria sentenza in merito, che ci si augura molto presto attribuirà a ciascuno le dovute responsabilità. Anche la deputazione del M5S si è interessata al caso con un sopralluogo di due deputati regionali, Valentina Zafarana e Francesco Cappello, che hanno prodotto una interrogazione parlamentare sul fatto. Enna castello M5S 1Di recente è stata dissequestrata solo una parte del cantiere per consentire il ripristino e il consolidamento della parte di roccia inutilmente e illegalmente asportata durante questo pseudo intervento migliorativo. Era prevista la realizzazione di un muretto di consolidamento in pietra. Anche questi ultimi lavori hanno subito le pesanti critiche dei cittadini ennesi e dei tecnici che lavorano nel settore, sia per la tipologia di intervento sia per la scelta dei materiali che la Sovrintendenza ha adottato.
Ma di questi lavori e del precedente grave attacco all’integrità del castello non si è fatta menzione nell’intervento dell’Assessore, eppure sappiamo per certo che l’eco di questi fatti ha raggiunto le poltrone palermitane dell’Assessorato ai BB.CC.”.
La portavoce alla Camera del M5S Giulia Grillo, ha invece esppressamente richiesto, in occasione della sua visita ad Enna per il comizio che si è svolto ieri pomerigio a Sant’Anna, di visitare il Castello, ma solo per controllare con i suoi occhi che le denunce pervenute in ordine a tali lavori di “restauro” fossero fondate.
“Il Castello, peraltro, non è l’unico bene storico e culturale che è stato oggetto di dimenticanza delle amministrazioni comunali precedenti. C’e, infatti, da denunciare anche il disinteresse finora mostrato nei confronti del Palazzo delle Benedettine, conclude Davide Solfato.

da GdS
Entra nel vivo l’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Enna, sui lavori di messa in sicurezza del Castello di Lombardia, il cui cantiere è stato sequestrato l’anno scorso. Il consulente della Procura, l’ingegnere Alberto Fonte, ha depositato pochi giorni fa la sua relazione. Una relazione corposa, che conterrebbe risposte precise ai quesiti formulati dal sostituto procuratore Francesco Rio, titolare dell’inchiesta; e che, secondo quanto trapela sotto forma di indiscrezione, nei prossimi giorni potrebbe portare già alle prime attribuzioni di specifiche ipotesi di responsabilità. La perizia contiene anche una relazione geostatica, elaborata dal professore Orazio Barbagallo. Per il momento comunque l’inchiesta rimane iscritta a “carico di ignoti”, come deciso dalla magistratura requirente ennese, che ha scelto la linea della cautela fin quando non sarebbe stata in possesso della relazione del consulente. Le ipotesi di reato che hanno portato al sequestro però sono “esecuzione di opere su beni paesaggistici senza la prescritta autorizzazione” o “in difformità della stessa” e “distruzione e deturpamento di bellezze naturali”.