Aidone Morgantina. A sessantanni dalla scoperta: eventi e studi e archeopasseggiate

Nell’agosto di sessant’anni fa cominciavano a Morgantina gli scavi sistematici che rivelavano, dopo quasi duemila anni, la città sepolta sotto la polvere del tempo. Non era una scoperta nel senso letterale della parola, da secoli i ruderi affioranti e i bellissimi reperti che se ne traevano avevano attirato l’attenzione di eruditi ed antiquari; già nel 1558 la troviamo menzionata da Tommaso Fazello che la identifica con Herbita, ne scrive Vito Amico nel 1757 e tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento vengono intrapresi i primi scavi da Francesco Saverio Cavallaro, da Luigi Pappalardo e poi da Paolo Orsi. Ma fino al 1955 si era trattato di scavi e studi episodici; il 1955 segna lo spartiacque e l’inizio di una nuova vita per l’Herbita di Fazello che ben presto, monete alla mano, sarà identificata con Morgantina!
Malcom Bell archeopassaggiata
L’anniversario sarà celebrato con studi, convegni e pubblicazioni. Inizia il Museo Archeologico di Aidone con due giornate di studi. La prima, sabato prossimo 13 giugno, avrà come tema “Morgantina ieri e oggi. 1955-2015 a sessant’anni delle ricerche, gli scavi e gli studi degli ultimi anni”, interverranno i professori Malcom Bell, direttore della Missione Americana di Morgantina, Alex Walthall, Flavia Zisa, Matilde Civitillo moderati dalla dottoressa Laura Maniscalco direttrice del Museo. A settembre sarà l’Istituto Svedese di Studi Classici di Roma che dedicherà delle giornate di studio a Morgantina per ricordare l’apporto svedese alla sua scoperta: la prima campagna di scavi ebbe come direttore Erik Sjöqvist, segretario di Gustavo VI Adolfo di Svezia, lo stesso re non solo promosse la campagna di scavi ma volle essere presente e risedette in Aidone, insieme alla moglie, nel corso dei primi scavi. A Roma, in un ideale file rouge, sarà presentato lo studio dell’archeologo svedese Lars Karlsson, dell’Università di Uppsala, sulle mura della città di Morgantina, lavoro iniziato nel 1985 quando Karlsson ha intrapreso la revisione del manoscritto inedito di Carl Eric Ostenberg, lo studioso svedese che aveva lavorato a Morgantina negli anni ’60. Da ricordare in questo contesto è la pubblicazione del sesto volume di studi della Missione Americana “Morgantina Studies VI: the hellenistic and Roman Pottery” a cura del prof. Shelley Stone, il primo volume, a cura del professore Malcom Bell “Morgantina Studies I, The Terracottas”, risale al 1981.
Nel corso dell’archeopasseggiata, che si è svolta a Morgantina domenica scorsa promossa dall’Archeoclub di Aidone e guidata dal Malcom Bell, il professore ha anticipato le novità che saranno oggetto della suo intervento nella prima giornata di studi “Recenti ricerche nell’agorà di Morgantina”. Il professore Bell, che da oltre vent’anni “scava” a Morgantina e che si è meritato a pieno titolo la cittadinanza aidonese, nel corso di questo e di tre precedenti incontri sul campo, ha illustrato, in modo semplice e comprensibile ai non addetti ai lavori, i risultati di queste nuove ricerche. Si tratta di ricerche che non hanno riguardato nuove aree di esplorazione ma hanno promosso uno studio più accurato dell’area dell’agorà, riprendendo scavi del 55 e degli anni sessanta con in mano i diari e i reperti catalogati e giacenti nei magazzini del Museo. È stato possibile così ai molti giovani studiosi, che si sono avvicendati a Morgantina in questi anni, di rileggere e meglio interpretare alcune evidenze nell’Ekklesiasterion, nel Macellum e soprattutto nello Stoà Nord dell’Agorà che, frettolosamente, era stato archiviato come Gymnasium. Quest’ultimo, secondo gli ultimi studi era, in epoca ellenistica, un grande edificio pubblico-amministrativo, posto a coronamento dell’Agorà, con due brevi ali che quasi abbracciavano la prospettiva nord (a tal fine è stata importante la scoperta dell’altare di Estia, dove ardeva perennemente il fuoco sacro alla dea, posto all’interno del pritaneo che aveva sede nell’edificio principale della città. L’altro edificio a sud dello Stoà Est, identificato prima come pritaneo, molto probabilmente, secondo Bell, era una banca). La difficoltà di lettura dell’edificio era dovuta alle sovrapposizioni di epoca romana quando vi erano state insediate una fonderia, una bottega da ceramista e perfino un frantoio. Il prof. Bell era accompagnato dal norvegese Erik Thorkildsen, Chief Architect del Progetto Morgantina, che ha curato i disegni e una ipotesi di ricostruzione dell’edificio ellenistico.

Franca Ciantia